L’allattamento al seno rappresenta un beneficio indubbio non solo per il bambino, ma anche per la madre: allattare al seno, laddove possibile, rappresenta la migliore scelta nutrizionale verso il proprio bebè. Un diritto a cui non rinunciare.

In questa guida completa sull’allattamento a rischio ti spiego cos’è, come presentare domanda, come richiederlo, i documenti da allegare alla richiesta, la retribuzione prevista, come funziona l’astensione facoltativa dopo e infine come funziona per alcune categorie professionali (scuola, insegnanti, infermiere, commesse).

Cos’è

La legge italiana tutela la madre non solo nel periodo gestazionale, ma anche in quello dopo la nascita del bebè. Tipico esempio è quello dell’astensione obbligatoria dopo il parto, seguito dall’astensione facoltativa, se la mamma lo desidera.

Quello dell’allattamento poi, è un momento magico, non solo dal punto di vista emotivo, ma anche del benessere presente e futuro, per la mamma e il bebè. Dunque va tutelato. Se quindi svolgi un lavoro dove sono presenti dei fattori di rischio, che potenzialmente possono compromettere l’allattamento, poi presentare richiesta di allattamento a rischio.

Di cosa si tratta

Dal giorno del parto, ti spetta l’astensione obbligatoria dal lavoro (conosciuta anche come “maternità obbligatoria”). Essa dura:

  • 3 mesi, se hai optato per iniziarla 2 mesi prima del parto;
  • 4 mesi, se hai optato per iniziarla 1 mese prima del parto;
  • 5 mesi, se hai optato per iniziarla dal giorno della data presunta del parto.

Domanda

Una volta finita la maternità obbligatoria, se il tuo lavoro espone l’allattamento a dei fattori di rischio, allora il datore di lavoro deve trasferirti a una mansione non a rischio fino ai 7 mesi di vita del bebè.

Se il datore di lavoro non ha la possibilità di cambiarti mansione, hai diritto all’allattamento a rischio, ossia l’astensione dal lavoro fino ai sette mesi di vita del bebè. Periodo che sarà retribuito: è un tuo diritto.

Richiesta

Grazie all’allattamento a rischio ti spettano ancora:

  • 4 mesi di astensione dal lavoro, se hai optato per la formula di maternità obbligatoria 2 + 3;
  • 3 mesi di astensione dal lavoro, se hai optato per la formula di maternità obbligatoria 1 + 4;
  • 2 mesi di astensione dal lavoro, se hai optato per la formula di maternità obbligatoria 0 + 5.

Esempio

Supponiamo che tu abbia optato per 1 mese di maternità obbligatoria prima del parto e 4 mesi dopo il parto. Grazie all’allattamento a rischio, puoi astenerti dal lavoro fino ai 7 mesi del bambino, quindi hai ancora 3 mesi di astensione.

Come richiederlo

Come ottenerlo. Per ottenere l’allattamento a rischio, devi presentare richiesta all’Ispettorato Territoriale del Lavoro della tua zona, attraverso questo modulo redatto dallo stesso Ispettorato:

Scarica subito il modulo per la richiesta dell’allattamento a rischio all’Ispettorato del lavoro.

Nel modulo devi indicare:

  • I dati anagrafici;
  • Il tipo di impiego.

Alla domanda devi allegare:

  • Certificato di nascita del bambino (o autocertificazione);
  • Dichiarazione dell’azienda per cui lavori, della mansione che svolgi e della non possibilità di spostarti altrove;
  • Eventuale certificato medico del medico del lavoro, laddove necessario.

Retribuzione

La retribuzione che ti spetta in caso di allattamento a rischio è pari al 100% del tuo stipendio. Hai diritto alla piena retribuzione: te la pagherà il tuo datore di lavoro, il quale poi chiederà rimborso all’INPS.

L’allattamento a rischio è obbligatorio nel caso il tuo lavoro ti esponda a fattori di rischio per la tua salute, l’allattamento e quella del tuo bambino. Si tratta quindi di astensione obbligatoria.

Scuola

La scuola comprende dei fattori di rischio per la mamma che allatta:

  • Se fai parte del personale ATA, per esempio sei una collaboratrice scolastica, sei soggetta a rischi fisici (cadute, ecc.) e infettivi (malattie esantematiche come morbillo e varicella, ecc.);
  • Se sei insegnante, sei esposta la rischio di contagio di malattie esantematiche, ma anche al rischio da stress da lavoro correlato (tipico esempio quello delle insegnanti che devono seguire classi molto numerose);
  • Se sei insegnante di sostegno, sei esposta la rischio di contagio di malattie esantematiche, ma anche a quello di eccessivi sforzi fisici (tipico esempio il dover aiutare un alunno con gravi problemi fisici a svolgere le sue necessità quotidiane).

Se quindi lavori nel settore della scuola, devi seguire questa procedura:

  1. Entro un mese dal parto, invia al dirigente scolastico il certificato di nascita del bebè;
  2. Il DS a questo punto valuta la presenza di rischi nel tuo lavoro, consultando il “Documento di Valutazione dei Rischi dell’Istituto Scolastico”, alla pagina “Valutazione del rischio per donne gravide e puerpere”.

Se sono presenti rischi, il DS può assegnarti un’altra mansione che non ne abbia. Se non è possibile, allora hai diritto di stare in astensione obbligatoria per 7 mesi dopo il parto.

Insegnanti

Un insegnante è esposto a vari rischi durante le sue mansioni:

  1. Malattie esantematiche. Il fatto di essere a contatto con gli alunni (soprattutto nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria), li espone al rischio di varicella, morbillo, rosolia, ecc.;
  2. Stress correlato al lavoro. Per esempio, quando la maestra deve seguire classi particolarmente numerose;
  3. Stress da sforzi fisici, se si tratta di insegnante di sostegno che deve seguire un alunno da aiutare anche nelle sue necessità fisiche quotidiane.

Commessa

Generalmente la mansione di commessa non espone a rischi durante l’allattamento. Ma la condizione di rischio va valutata caso per caso: possono essere per esempio casi di commesse che, per la particolarità del luogo in cui lavorano, possono essere esposte a fattori di rischio.

Se è il tuo caso, puoi parlare con il tuo datore di lavoro e, se sono presenti dei rischi, ottenere lo spostamento a una nuova mansione, oppure il prolungamento della maternità obbligatoria fino al settimo mese del bebè (allattamento a rischio) e con retribuzione al 100%.

Infermiera

Lavorare in ospedale significa essere a contatto con agenti patogeni, anche molto importanti. Un’infermiera quindi, svolge una professione che, generalmente, la espone a diversi pericoli.

Se il tuo lavoro di infermiera mette a rischio l’allattamento, puoi chiedere lo spostamento verso una mansione non a rischio. Se il datore di lavoro non riesce a spostarti, allora hai diritto all’astensione al lavoro fino al settimo mese del bambino, retribuita al 100%.

Maternità facoltativa

Una volta terminato l’allattamento a rischio, quindi una volta che il tuo bebè compie 7 mesi, se desideri ancora rimanere a casa, hai diritto alla maternità facoltativa: sono altri sei mesi di astensione dal lavoro.

Il fatto di aver usufruito dell’allattamento a rischio, non ti riduce la possibilità di prendere anche la facoltativa: quest’ultima rimane tale e quale, ossia fino a ulteriori sei mesi di astensione, retribuiti al 30%.