L’avviamento rappresenta un’immobilizzazione immateriale di un’azienda: non si può toccare ma ha un forte impatto sulla vita dell’attività. È infatti la sua capacità di generare reddito in base a diversi fattori, sia umani, quale ad esempio la capacità del team di lavoro che intrinsechi, quale ad esempio l’ubicazione.

In questa guida completa sull’ammortamento dell’avviamento, ti spiego cos’è e come funziona, le tipologie esistenti, l’aliquota da applicare e quindi la relativa durata, le scritture contabili da registrare in bilancio, la deducibilità secondo il TUIR ed infine come registrare le imposte anticipate che ne derivano.

Cos’è e come funziona

Se hai comprato un’azienda, è probabile che nel prezzo di acquisto tu abbia pagato anche una voce che si chiama avviamento. L’avviamento è un bene non materiale (immobilizzazione immateriale), ma che si quantifica in denaro e rappresenta la capacità di un’azienda di generare reddito. Così può succedere che due aziende che operano nello stesso settore, se vendute, abbiano due avviamenti diversi.

Esempio 1

Bar A. Costo di vendita 50.000 euro di cui 10.000 euro di avviamento.

Esempio 2

Bar B. Costo di vendita 70.000 euro di cui 30.000 di avviamento.

Entrambi i bar quindi, hanno un valore materiale di 40.000 euro ma, mentre il primo ha un valore di avviamento pari a 10.000 euro, il secondo ha un valore di avviamento di ben 30.000 euro. Significa che è un bar che genera molto profilo.

L’avviamento quindi, rappresenta la capacità dell’azienda di produrre profitto, in base non solo alla sua struttura materiale (bellezza del locale, ubicazione in una strada con molto passaggio), ma a anche a caratteristiche imprenditoriali (la bravura dell’imprenditore, del team di dipendenti, ecc.).

Aliquota

Quando un’azienda sostiene un costo, questo costo non va attribuito solo all’anno in cui è stato sostenuto, ma a più anni.

Esempio

Supponiamo che nel 2019 compri un’automobile di 10.000 euro. Il costo di 10.000 euro, in contabilità (scritture contabili), non dovrai attribuirlo solo al 2019, ma a più anni, perché si tratta di un bene durevole e che utilizzerai per più anni.

Lo stesso avviene per l’avviamento: il suo costo va ammortizzato per più anni.

La vecchia normativa attribuiva all’avviamento un’aliquota di ammortamento del 20%: ciò significa che il costo sostenuto per l’ammortamento andava ammortizzato per 5 anni (articolo 2426, n.5 del cod. civ.,).

Esempio

Costo di avviamento pari a 10.000 euro, azienda acquistata nel 2019. Il costo di avviamento andava ammortizzato così:

  • Anno 2019 = 2.000 euro;
  • Anno 2019 = 2.000 euro;
  • Anno 2019 = 2.000 euro;
  • Anno 2019 = 2.000 euro;
  • Anno 2019 = 2.000 euro.

Il D.Lgs. 139/2015 ha modificato l’articolo 2426 del codice civile. Secondo la nuova norma, l’ammortamento dell’avviamento non ha più una misura fissa, pari al 20%, ma è variabile e va calcolato in base alla sua vita utile.

A stabilirne la durata di vita utile sono chiamati gli amministratori. Sono quindi gli amministratori che, in fase di redazione del bilancio, valutano la durata dell’ammortamento e spiegano la motivazione della loro scelta nella nota integrativa.

Attenzione

Solo in casi eccezionali e quando la vita utile non è quantificabile, è ammesso un ammortamento di 10 anni, quindi pari al 10% ad anno.

Tipologia

Si possono distinguere due tipologie di avviamento:

  1. Avviamento originario: è la potenzialità dell’azienda di generare profitti più alti rispetto alla media, grazie alla gestione, il team, le buone relazioni con i clienti e con i collaboratori;
  2. Avviamento derivato: è l’avviamento che si acquisisce comprando un’azienda e che quindi si paga.

Solo l’avviamento derivato si può inserire in bilancio (nello specifico nell’attivo patrimoniale), dunque l’avviamento si può conteggiare solo nel momento in cui un’azienda o un ramo di essa viene acquistato.

Durata

In passato, l’ammortamento non poteva durare più di cinque anni. Se quindi si acquistava un’azienda o un ramo di essa, il costo sostenuto per l’avviamento andava ammortizzato con un’aliquota del 20%, entro cinque anni. Erano consentiti ammortamenti superiori, ma solo se ragionevolmente giustificati e gli amministratori dovevano motivare la decisione in nota integrativa.

Adesso la durata dell’ammortamento non è più fissa (articolo 2426 del codice civile, così come modificato dal D.Lgs. 139/2015) ma deve essere stabilito dagli stessi amministratori che devono sempre motivare la scelta nella nota integrativa. Rimane dunque l’obbligo di inserire le ragioni della scelta nella nota integrativa ma, non c’è più una durata fissa e inderogabile.

L’Oic 24 (princìpi contabili nazionali dettati dall’Organismo Italiano di Contabilità) ritiene preferibile:

  • L’uso di quote di ammortamento costanti; quindi significa che le quote devono essere uguali, dal primo esercizio in poi (tutte del 10% annuo, oppure tutte del 20% annuo e non una volta del 10%, una volta del 15%, una volta del 20%, ecc.)
  • Una durata non superiore a 20 anni.

Attenzione

Esiste una durata obbligatoria solo in caso di avviamento inquantificabile: in talcaso di si deve optare per una durata di 10 anni.

Scritture contabili

L’ammortamento va inserito nel bilancio e il valore da registrare è il costo pagato per esso. Il costo pagato per l’avviamento si calcola come: Differenza tra il prezzo di acquisto dell’azienda e il valore del patrimonio netto dove per Valore del patrimonio netto, si intende la differenza tra attività e passività. Dunque:Valore ammortamento da registrare in bilancio = Prezzo di acquisto – (Attività – passività)

Attenzione

Se l’ammortamento è generato non dall’acquisto di un’azienda, ma da una fusione o da una scissione, il valore da registrare in bilancio è pari alla differenza tra prezzo pagato per l’azienda e patrimonio netto a valori correnti.

TUIR: deducibilità ai fini IRAP

L’avviamento registrato in bilancio, è deducibile ai fini delle imposte, in misura non maggiore a 1/18 del suo medesimo valore (articolo 103 del TUIR). Ciò significa che ogni anno, si può dedurre dall’imposta un importo pari al 5,56% annuo.

Esempio

Azienda acquistata con avviamento, il cui valore è pari a 15.000 euro. Ogni anno si potrà dedurre dalle imposte solo il 5,56% di 15.000 euro, ossia 834 euro.

Fondo

A differenza delle immobilizzazioni materiali, gli ammortamenti (e quindi anche l’ammortamento dell’avviamento) vanno sottratti direttamente dalle immobilizzazioni immateriali, per cui non esistono i fondi di ammortamento.

Imposte anticipate

L’OIC 25 fornisce spiegazioni dettagliate sulla rilevazione delle imposte anticipate e differite. Il suddetto OIC distingue tra fiscalità differita che deriva da:

  1. Operazioni che hanno impatto sul conto economico;
  2. Operazioni che non hanno impatto sul conto economico.

Operazioni che hanno impatto sul conto economico

L’OIC 25 spiega di registrare le imposte anticipate e differite nell’esercizio in cui avvengono le differenze temporanee, considerando la relativa normativa fiscale in termini di imponibilità e deducibilità. Se ci sono differenze permanenti non va registrato nulla, poiché non ne derivano imposte differite o anticipate.

Le imposte anticipate vanno registrate con molta prudenza, se vi è la quasi certezza che in futuro andranno recuperate (grazie per esempio a risultati futuri dell’azienda.

Operazioni che non hanno impatto sul conto economico

L’OIC 25 spiega che in questo caso le imposte anticipate/differite vanno registrate nell’esercizio in cui avvengono le differenze temporanee, escludendo la rilevazione iniziale dell’avviamento o di altri cespiti attivi o passivi in operazioni che non andranno minimamente a toccare il risultato civile né quello fiscale.

Esempio

Acquisto di un’azienda, per cui si paga un ammortamento pari a 10.000 euro. Si decide di ammortizzare l’avviamento in 8 anni, quindi l’ammortamento civile è pari a 10.000/8 = 1.250 euro annui.

L’ammortamento fiscale è invece pari a 10.000/18 = 555,55 euro.

La differenza, ossia 694,45 euro (1.250 – 555,55) rappresenta una variazione in aumento, che genera un’imposta anticipata da registrare nelle attività patrimoniali.

L’imposta anticipata generata, da registrare in bilancio, sarà pari al 27,5% di 694,45, quindi a euro 190,97.

A partire dal nono esercizio, in bilancio non ci saranno più costi di avviamento (essendo ormai del tutto ammortizzati), mentre fiscalmente l’azienda continuerà a registrare un ammortamento con una variazione negativa di 555,55 euro. Dal nono esercizio, fino al diciottesimo, l’azienda dovrà stornare le imposte anticipate e registrate nell’attivo patrimoniale per 190,47 euro.