Succede che due persone effettivamente o legalmente separate, o divorziate, abbiano ancora dei legami, anche economici. E’ il caso dell’ex che deve versare l’assegno di mantenimento ai figli. Ma non solo: in determinati casi l’obbligato deve pagare il mantenimento anche all’ex coniuge oltre che ai figli.
In questa guida ti spiego se l’assegno mantenimento figli va dichiarato nel 730 (o redditi PF, a seconda del modello che compili), come funziona invece per l’eventuale assegno di mantenimento all’ex coniuge.
Come dichiararlo nel 730 se lo ricevi o lo versi
Bisogna fare un’importante distinzione tra assegno di mantenimento versato al coniuge e assegno di mantenimento versato ai figli.
Assegno di mantenimento ai figli
L’assegno di mantenimento dei figli non rappresenta reddito, quindi:
- Se sei il coniuge (ex) che lo riceve, non devi indicarlo in dichiarazione dei redditi;
- Se sei il coniuge (ex) che lo versa, non puoi portarlo in deduzione del reddito, quindi non hai diritto allo sgravo fiscale, ad eccezione di un caso: se a sancire la separazione legale o effettiva o il divorzio è stata una pronuncia del giudice. Quindi, se l’assegno lo avete deciso in accordo tra voi (accordo stragiudiziale) allora non hai diritto di dedurlo dal reddito. Se invece l’assegno lo ha deciso il giudice, allora puoi portarlo in deduzione, quindi devi indicarlo in dichiarazione dei redditi, in modo da ottenere uno sgravio fiscale (art. 10 co. 1 lett. c del D.p.r. n. 917/86.
Ecco come inserire l’assegno in dichiarazione dei redditi, in modo da poterlo dedurre dal reddito:
- Modello 730: devi inserirlo nel rigo E22;
- Modello Redditi PF: devi inserirlo nel rigo Rp22.
Ricorda che la deduzione opera secondo il principio di cassa, ossia: puoi dedurre l’assegno che paghi al coniuge (ex) solo nell’anno in cui effettivamente lo versi. Per esempio. Supponiamo che tu debba pagare un assegno di 500 euro a dicembre 2022.
Ritardi a pagarlo al tuo ex e glielo versi a gennaio 2023. Questi 500 euro, anche se sono di competenza del 2022 (anno in cui avresti dovuto versarli al tuo ex) si collocano (per cassa) nell’anno 2023, quindi devi indicarli nella dichiarazione dei redditi 2024. E’ vero che erano di competenza del 2022, ma siccome vale il principio di cassa, essi attengono al 2023, ossia quando li hai effettivamente pagati.
Assegno di mantenimento versato al coniuge da cui sei legalmente o effettivamente separato divorziato
In questo caso l’assegno rappresenta:
- Per il coniuge che riceve l’assegno, è reddito assimilato a lavoro dipendente (art. 50, co. 1, lett. i del TUIR), quindi bisogna inserirlo nella dichiarazione dei redditi. Se compili il modello 730, devi inserire l’importo che ricevi nella sezione II – > Quadro C -> righi da C6 a C8. Se compili il modello redditi PF, devi inserirlo nel quadro RC -> sezione II.
- Per il coniuge che lo versa, è un onere deducibile (art. 10, co. 1 lett. c del D.p.r. n. 917/86).
In entrambi i modelli (730 e Redditi PF) devi inserire il punto 5 che trovi nella Certificazione Unica, ossia il documento che ti ha rilasciato il datore di lavoro. Questo però, solo se l’assegno lo versa il datore di lavoro del coniuge obbligato.
In certi casi, infatti, è direttamente il datore di lavoro a versare l’assegno all’ex coniuge. Per esempio quando l’obbligato non ha versato l’assegno per parecchio tempo pur avendo un lavoro ed è intervenuta una pronuncia del giudice. Oppure semplicemente per un accordo tra i due ex.
Nella maggior parte dei casi però, l’assegno di mantenimento lo versa direttamente l’obbligato all’ex, senza passare per il datore di lavoro, quindi questa informazione nella CU non c’è.
Regole per il coniuge (o ex) che riceve l’assegno di mantenimento
1. Gli assegni devi dichiararli secondo il principio di cassa, ossia in base a quando li incassi, in base a quando il tuo coniuge (o ex) te li versa. Per esempio. Supponiamo che tu debba ricevere un assegno di 500 euro a dicembre 2022.
Il tuo coniuge ritarda e te lo versa a gennaio 2023. Questi 500 euro appartengono all’anno 2023, quindi devi indicarli nella dichiarazione dei redditi 2024. E’ vero che erano di competenza del 2022, ma siccome vale il principio di cassa, essi attengono al 2023, ossia quando li hai effettivamente incassati.
2. Se, compresi gli assegni di mantenimento, il tuo reddito non supera i 7.500 euro lordi annui, non hai obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Nel computo dei 7.500 non devi considerare il reddito derivante dall’abitazione principale.
Assegno una tantum
Nella maggior parte dei casi, l’ex deve versare un assegno di mantenimento mensile. In alcuni casi invece, non c’è questo versamento periodico, ma i due ex si accordano (oppure lo decide il giudice), per un unico versamento, una tantum. In questa situazione la disciplina fiscale è completamente diversa:
- Per chi lo riceve, non rappresenta reddito, quindi non deve indicarlo in dichiarazione;
- Per chi lo versa, non rappresenta onere deducibile, quindi non ha diritto allo sgravio fiscale.
Contributo casa
Il giudice può disporre anche che l’obbligato debba pagare un assegno come contributo per le spese della casa dove vive l’ex (relativo a spese condominiali e/o per affitto). Se ricevi il contributo casa, devi indicarlo in dichiarazione.
Cosa fare se assegno di mantenimento per ex e per figli è una somma unica
Se il provvedimento del giudice non specifica la quota di assegno di mantenimento e/o contributo casa da dividere tra ex e figli, allora si considera al 50%, ossia il 50% è versato per i figli e il restante 50% per l’ex coniuge. Quindi se per esempio l’ex versa 1.000 euro e il giudice non ha specificato quanto è per il coniuge (ex) e quanto per i figli, si considerano 500 all’uno e 500 agli altri.