La scorsa settimana hai venduto la tua macchina ad un acquirente che ti ha pagato tramite assegno e oggi sei andato in banca ad incassare l’importo ma, quando lo hai consegnato al dipendente allo sportello hai scoperto una verità nuda e cruda: l’assegno è scoperto e il pagamento non può essere erogato.
In questa guida completa sull’assegno scoperto ti spiego cosa significa, cosa succede quando è scoperto, cosa puoi fare per incassare il tuo credito, quando si configura l’ipotesi di reato e quali sono le sanzioni amministrative e penali, come procedere con un protesto e come redigere una liberatoria.
Cosa significa
L’assegno scoperto è un assegno emesso senza disponibilità economiche. Un esempio può chiarire il significato meglio di qualunque altra parola: supponiamo che una persona ti debba dei soldi, per pagarti ti consegna un assegno e tu vai in banca per incassarlo. L’impiegato però, ti dà una brutta notizia: sul conto corrente del tuo debitore non ci sono i soldi necessari per pagarti. Ciò significa che l’assegno é scoperto.
Purtroppo non c’è un modo per sapere se un assegno che ti hanno consegnato é scoperto. Non si vede subito, né esiste un servizio di verifica online. L’unico modo per saperlo é recarti in banca (o in posta se possiedi un conto corrente postale) per incassare l’assegno e, insieme all’impiegato verificare la copertura dei fondi.
Attenzione
Solo un assegno bancario ordinario rischia di essere “scoperto”. Quelli circolari invece, sono garantiti dalla stessa banca emittente. La migliore forma di pagamento, quindi, soprattutto se non conosci bene il tuo debitore, é quella tramite assegni circolari.
Cosa succede
Se l’assegno é scoperto, la prima conseguenza é chi lo presenta in banca non incassa il denaro. A questo punto, la banca attiva una specifica procedura: contatta il tuo debitore (e sicuramente lo contatti anche tu), per chiedergli di versare al più presto la somma mancante.
Il debitore può quindi decidere di pagare l’assegno avvalendosi dell’istituto del “pagamento tardivo”, che permette di evitare conseguenze più gravi pagando, oltre all’importo dell’assegno:
- Il 10% dell’importo dell’assegno;
- Gli interessi legali per i giorni di ritardo.
Quanto tempo ha il debitore per coprire l’assegno? Deve fare il pagamento entro:
- 68 giorni se l’assegno é emesso su piazza (nello stesso Comune della banca);
- 75 giorni se l’assegno é emesso fuori piazza (in un Comune diverso).
Se il debitore provvede al suo obbligo, allora si dice che é stato pagato in ritardo: il creditore può incassarlo in seconda presentazione.
Se il debitore non provvede al pagamento, le conseguenze sono più gravi:
- La banca lo segnala al CAI, ossia la Centrale di Allarme Interbancaria, che lo iscrive nell’apposito registro. Per sei mesi rimarrà iscritto al registro CAI, come cattivo pagatore.
- Puoi elevare protesto verso il debitore. Un assegno protestato infatti vale come titolo esecutivo e può portare al pignoramento dei suoi beni. A questo link puoi scoprire come evitare il protesto di un assegno.
Cosa fare
Hai ricevuto un assegno scoperto (bancario o postale non cambia nulla). Cosa devi fare per recuperare i soldi che ti spettano? Innanzitutto rivolgiti alla banca: essa infatti può contattare il cliente e chiedergli di coprire l’assegno con la somma mancante. Il cliente ha circa due mesi di tempo per provvedere.
Le conseguenze dell’emissione di un assegno scoperto non sono di poco conto:
- Iscrizione al CAI (Centrale di allarme interbancaria), un registro tenuto dalla Banca d’Italia. La banca informa la CAI dell’assegno a vuoto, la quale procede con la “revoca di sistema”: il debitore viene invitato a restituire il libretto di assegni e, per sei mesi (il tempo di iscrizione al CAI) nessuna banca gliene concederà uno.
- Protesto. Un assegno scoperto costituisce titolo esecutivo a tutti gli effetti, quindi se ne possiedi uno puoi far partire la procedura di recupero del credito e ottenere pignoramento e vendita all’asta dei beni del debitore.
Reato
La consegna di un assegno bancario (o postale) scoperto é un reato? La legge non considera più come reato l’emissione di un assegno vuoto, questo atto non assume più rilevanza penale e non é più prevista la reclusione in carcere. Ci sono però dei particolari casi in cui il fatto può avere comunque conseguenze penali.
Nello specifico nei casi di insolvenza fraudolenta o truffa, ossia quando il debitore mette in atto comportamenti, raggiri e artifici tali da rassicurare il creditore che ci sono realmente somme disponibili sul conto corrente e che quindi l’assegno risulterà sicuramente coperto. In tal caso saranno applicate anche sanzioni penali.
In conclusione, non basta la sola consegna di un assegno scoperto ad avere conseguenze penali, ma dei fatti concreti che dimostrino la volontà di truffare e raggirare il creditore. in assenza di truffa o frode, il debitore può subire il pignoramento dei beni e la successiva vendita all’asta, ma non delle sanzioni di tipo penale.
Protesto
Chi, senza avere i fondi disponibili sul proprio conto corrente, emette un assegno scoperto, viene invitato dalla banca a fare un versamento tardivo. Se il debitore provvede a saldare il suo debito (entro circa 60 giorni), ci sono due vantaggi:
- Il creditore incassa il suo denaro, seppure in seconda presentazione dell’assegno in banca;
- Il debitore evita il protesto.
Il protesto dell’assegno vuoto non é automatico. La banca provvede a segnalare l’assegno al CAI, ma il protesto può farlo partire solo il creditore, rivolgendosi a un notaio o a un ufficiale giudiziario. Il procedimento di protesto può concludersi con il pignoramento dei beni del debitore e loro vendita.
Liberatoria
Può capitare a chiunque di emettere un assegno scoperto, non necessariamente in mala fede. Ecco perché il protesto non parte subito, in automatico: la banca (e sicuramente anche il creditore), contattano l’emittente per chiedergli di procedere al più presto con il versamento dell’importo mancante sul conto ed evitare, quindi, il protesto.
Nulla vieta debitore e creditore di mettersi d’accordo e concludere l’affare in contanti o tramite altro pagamento, per esempio con un bonifico dal conto del debitore a quello del creditore. A quel punto però, é necessario che il creditore gli rilasci la cosiddetta “quietanza liberatoria” ossia uno specifico documento in cui conferma di aver ricevuto l’importo spettante, liberando quindi la controparte da ogni obbligo.
L’ormai ex debitore, quindi, prende la quietanza liberatoria e la consegna alla sua banca, in modo che venga bloccato qualsiasi procedimento di segnalazione a suo carico. La liberatoria deve indicare i seguenti elementi:
- Nome e cognome delle controparti;
- Gli elementi dell’assegno;
- La firma liberatoria del creditore.
Scarica subito il modello fac simile compilabile WORD della quietanza liberatoria.