Bando per arruolare, nella Protezione civile, 60.000 assistenti civici, ossia volontari da impiegare su tutto il territorio nazionale, con un duplice scopo: garantire il rispetto delle misure distanziamento sociale e uso dei dispositivi di protezione e aiutare le categorie più deboli, come anziani e bambini.

In questa guida completa gli assistenti civici ti spiego chi sono e cosa fanno, cosa prevede il bando di concorso per l’arruolamento, i requisiti necessari per entrare a far parte di questa realtà, se c’è uno stipendio, un compenso per gli arruolati o un rimborso spese.

Chi sono e cosa fanno

Gli assistenti civici sono dei volontari che non rappresentano le forze dell’ordine, ma agiscono per verificare il rispetto delle misure di emergenza attuate durante la fase post coronavirus.

Non possono fare multe, piuttosto operano come una sorta di vigilanti, ma il governo deve ancora chiarire con esattezza quali saranno le loro funzioni. Continua a seguire questa guida: la aggiorneremo appena il ministero renderà disponibili nuove notizie.

Volontari

Arriva il bando per assumere 60 mila assistenti civici. L’emergenza coronavirus ha causato una crisi sanitaria, che si è ben presto trasformata anche in crisi economica.

Con la graduale ripresa delle attività, il governo ha chiesto di rispettare determinate regole: distanze di sicurezza, mascherine laddove occorrono, sono alcune delle regole più importanti da seguire. A tale scopo il bando per il reclutamento di 60 mila assistenti civici.

Bando

Quella dell’assistente civico è una figura molto importante: è un collaboratore delle istituzioni e ha il computo di verificare il rispetto delle regole di contenimento del contagio da COVID 19.

Il bando per il reclutamento di 60 mila assistenti civici prevede l’impiego presso la Protezione Civile. Al bando possono partecipare solo persone che hanno determinati requisiti: disoccupati, soggetti che percepiscono il reddito di cittadinanza, ecc. Quindi soggetti che non lavorano.

Stipendio

Una delle prime domande che gli interessati si pongono è se gli assistenti civici sono pagati. La risposta è negativa: questo impiego non prevede uno stipendio, si tratta di un impiego che rientra nelle opere di volontariato.

D’altronde neanche per i volontari delle Protezione Civile è previsto uno stipendio vero e proprio. Potrebbe comunque essere previsto un rimborso spese, per esempio per chi per fare il volontario è costretto a spostarsi.

Suggerimento

Continua a seguire questo post, appena la Protezione Civile pubblicherà il bando completo, sapremo dirti se è previsto un rimborso spese e a quanto ammonta.

La Protezione Civile garantisce l’assicurazione INAIL, necessaria per effettuare questo tipo di lavoro: il volontario infatti deve essere assicurato per i casi di infortunio.

Compenso

Il ruolo di assistente civico quindi, non prevede compenso inteso come classico stipendio. Si tratta di volontariato, senza busta paga, che potrebbe al massimo prevedere un rimborso spese. È prevista la copertura INAIL, per tutelare il soggetto in caso di infortuni durante l’attività.

Compiti e funzioni

L’assistente civico ha il compito di:

  • Rafforzare i controlli sulle arterie stradali;
  • Verificare l’osservanza delle misure di distanziamento sociale e dell’uso dei dispositivi di protezione laddove occorre;
  • Rafforzare l’assistenza alle categorie più bisognose, per esempio bambini e anziani.

Si pensi ad esempio ai controlli che vanno fatti all’entrata e all’uscita delle scuole, dove è facile creare assembramenti e confusione. Queste figure quindi aiutano le forze dell’ordine.

Il volontariato ha rappresentato un elemento importantissimo per la società durante l’emergenza coronavirus. Sono stati proprio i volontari ad aiutare tantissime persone in difficoltà. Si pensi ad esempio ai tanti volontari che hanno rifornito di cibo anziani e persone con difficoltà.

Ricordiamo che si tratta di figure volontarie, che non possono fare verbali o multe.

L’emergenza coronavirus ha cambiato la vita di ognuno di noi. Tutto è iniziato nel mese di febbraio, quando i telegiornali iniziano a parlare dei primi casi in Italia. Nei mesi precedenti, ci era sembrato un problema molto lontano da noi, che sarebbe rimasto confinato alla Cina.

Purtroppo però, nel giro di poche settimane, le autorità hanno confermato i primi casi anche in Italia. Il nostro Paese non era preparato a un’emergenza di questo tipo, che si è ben presto trasformata in una pandemia, quindi un problema a livello mondiale.

Ospedali pieni, terapie intensive in difficoltà. Purtroppo molte sono le persone che non ce l’hanno fatta, soprattutto tra gli anziani e coloro che soffrivano già di altre patologie. La situazione si è aggravata nel corso delle settimane, al punto da richiedere interventi mirati e decisi.

Dalla chiusura delle scuole, dei negozi, delle aziende, l’Italia si è dovuta fermare, in modo da limitare al massimo possibile le occasioni di contagio. Bambini e ragazzi hanno iniziato a studiare da casa, in videoconferenza con gli insegnanti. Le aziende che potevano permetterselo, hanno fatto lavorare i propri dipendenti da casa.

Diverso il discorso per bar, ristoranti, che svolgono attività impossibili da svolgere da casa. Appena possibile, anche costoro si sono organizzati prima con le consegne a domicilio, poi con l’asporto.

Il governo è intervenuto con misure per il rilancio dell’economia: dal bonus 600 euro per chi ha una partita IVA, al congedo straordinario per i genitori con figli piccoli costretti a casa dalla chiusura delle scuole, al bonus baby sitter, al bonus centri estivi, fino al reddito di emergenza.

Il reddito di emergenza rappresenta proprio un aiuto economico, per venire incontro alle famiglie che si trovano in particolari difficoltà e che non hanno accesso ad altri aiuti come cassa integrazione o redditi di cittadinanza. Il bando per assistenti civici è rivolto proprio a queste persone: inoccupati e chi già percepisce il reddito di cittadinanza o emergenza.