Il decreto Cura Italia ha previsto una serie di misure per intervenire in questa fase di crisi, non solo sanitaria, ma anche economica, dove sono soprattutto liberi professionisti, ditte, piccole imprese a patire a causa di questa emergenza.
In questa guida completa sul bonus 600 euro per partite IVA ti spiego di cosa si tratta, come richiederlo all’INPS, come fare domanda, a chi spetta tra lavoratori autonomi, artigiani, commercianti, lavoratori stagionali e del settore agricolo, alcuni chiarimenti sulle società e infine ti spiego se e quando i 600 euro vanno restituiti.
Partite IVA
Il Decreto Cura Italia sottoscritto dal Governo il 17 marzo 2020, ha lo scopo di contenere le conseguenze causate dall’emergenza coronavirus. Purtroppo, dall’inizio del 2020, la situazione ha avuto un peggioramento repentino e le autorità hanno ritenuto necessario applicare misure restrittive, come la chiusura di ristoranti, bar, altri pubblici esercizi, ma anche uffici.
Le partite IVA che si sono trovate in difficoltà quindi, sono state tante. C’è chi ha potuto continuare a lavorare da casa ma ha comunque subìto un calo del fatturato e chi invece lo ha visto completamente azzerarsi a causa della chiusura forzata dell’attività.
Lavoratori autonomi
Il Decreto Cura Italia, nello specifico agli articoli 27 e seguenti, prevede un bonus di 600 euro a favore di alcuni lavoratori. Specifichiamo che, almeno al momento, si tratta di un bonus una tantum, ossia che si prende solo una volta, non ogni mese.
A chi spetta
Il Bonus 600 euro spetta a (artt. 27 e ss. del decreto Cura Italia):
- Liberi professionisti possessori di partita IVA che non percepiscono pensione e sono assicurati solo presso l’INPS, quindi non quelli assicurati presso altri istituti previdenziali;
- Lavoratori autonomi regolarmente iscritti alle gestioni speciali AGO dell’INPS, quindi artigiani, commercianti, lavoratori agricoli, purché non percepiscano pensioni;
- Lavoratori con contratto CO.CO.CO che non percepiscono pensione e sono iscritti solo all’INPS;
- Lavoratori con contratto CO.CO.CO. che prestano servizio presso società o associazioni sportive a livello dilettantistico;
- Lavoratori stagionali operanti nell’ambito del turismo licenziati tra il 1 gennaio 2019 e il 18 marzo 2020, che non percepiscono pensione e non hanno un altro lavoro dipendente;
- Operai del settore agricolo assunti a termine che nel 2019 hanno maturato almeno 50 giorni di lavoro, che non percepiscono pensione;
- Lavoratori dello spettacolo che hanno maturato almeno 30 giorni di contributi nel 2019 nel fondo lavoratori spettacolo e hanno un reddito fino a 50.000 euro, che non percepiscono pensione.
- Titolari di ditte individuali;
- Soci di società di persone purché iscritti alla Gestione commercianti dell’INPS;
- Soci di srl, purché iscritti alla Gestione commercianti dell’INPS;
- Collaboratori di imprese famigliari;
Il bonus non fa cumulo con il reddito e non spetta a chi già percepisce il reddito di cittadinanza.
Riassumendo quindi, il bonus 600 euro spetta a liberi professionisti assicurati presso l’INPS e non a a casse specifiche; CO.CO.CO, coltivatori, coloni, mezzadri, lavoratori dello spettacolo che non superano un certo reddito, lavoratori stagionali, ma anche artigiani e commercianti, soci di società di persone e srl.
Sono esclusi i professionisti iscritti ad altre casse, per esempio gli avvocati iscritti alla Cassa Forense. In tali casi sono le specifiche casse che, volendo, dovrebbero prevedere un bonus per i loro iscritti. Quindi per esempio, agenti e rappresentanti di commercio, essendo iscritti a ENASARCO, non ne hanno diritto.
INPS
L’INPS ha comunicato che tutti gli aventi diritto possono presentare richiesta per i 600 euro a partire dal 1 aprile. A tale scopo è necessario avere il PIN INPS. Nel prossimo paragrafo vediamo insieme passo per passo la procedura per richiedere il bonus di 600 euro, che interessa tantissime partite IVA nel nostro paese.
Attenzione
L’INPS accetterà le domande solo nel limite dei fondi stanziati. Ciò significa che se fai troppo tardi la tua domanda, potrebbero non accettare perché hanno terminato i fondi. Tutti si stanno affrettando a chiedere il bonus, ma intanto il sito INPS è in tilt proprio per la mole ingente di accessi.
Come specificato dall’INPS, il contributo di 600 non fa cumulo con il reddito.
Domanda
Come chiedere il bonus di 600 euro. Prima di tutto, per accedere al sito INPS, devi avere il PIN INPS oppure SPID oppure carta di identità elettronica e Carta Nazionale dei servizi. In alternativa, puoi chiedere il bonus tramite il call center INPS, che risponde al numero 803 164 da linea fissa e al 06 164 164 da cellulare.
Vediamo come richiedere il bonus di 600 euro tramite il sito INPS.
Devi innanzitutto collegarti a questa pagina dell’INPS. Quindi loggati con le tue credenziali (PIN, CNS, SPID, ecc.) e segui la procedura di inserimento richiesta. Questa è la pagina specifica per ottenere l’indennità COVID-19 (bonus 600 euro), quindi appena entri con le tue credenziali ti trovi subito dinanzi al form di domanda.
Il problema però, non è tanto questo, quanto l’impossibilità di accedere all’INPS. Le richieste sono tantissime e a quanto pare il server non riesce a gestirle, quindi praticamente tantissime persone non riescono neanche a entrare nel sito. La soluzione? Attendere, riprovare, oppure provare a contattare il call center (nei paragrafi precedenti trovi i recapiti) e fare richiesta del bonus tramite operatore.
In alternativa, può provvedere il tuo commercialista.
Lavoratori stagionali
Il contratto stagionale è una tipologia contrattuale che ha carattere ciclico. Le aziende se ne avvalgono per far fronte ai flussi turistici, oppure ai cicli climatici. Si pensi ad esempio ai lavoratori di alberghi e hotel in zone di mare, dove si lavora quasi esclusivamente di estate.
In tal caso l’albergo non può avere personale tutto l’anno, ma lo incrementa soltanto con l’arrivo della bella stagione. Il D.P.R. n.1525/1963 elenca quali sono i lavori stagionali. Qui puoi scaricare il testo del D.P.R. con l’elenco completo.
Artigiani
Inizialmente, chi aveva letto il decreto, aveva pensato che il bonus spettasse solo a liberi professionisti e a lavoratori CO.CO.CO., escludendo di fatto gli artigiani e i commercianti.
Da una lettura più attenta del decreto però, possiamo notare che queste categorie non sono escluse: il bonus 600 euro spetta a coloro che risultano iscritti alle gestioni speciali AGO dell’INPS e qui rientrano proprio gli artigiani e i commercianti. L’INPS lo ha confermato.
Società
Il bonus 600 euro è riservato alle categorie più piccole, quindi a liberi professionisti, ditte individuali, lavoratori CO.CO.CO., soci di società di persone, lavoratori dello spettacolo il cui reddito non supera i 50.000 euro annui, coloni, mezzadri.
Non spetta invece ai soci di società di capitali. Le società di capitali infatti, per antonomasia, sono delle realtà molto più grandi e strutturate, e il decreto Cura Italia non ha previsto anche per loro il bonus 600 euro.
Purtroppo quella del coronavirus è un’emergenza che ha colpito l’Italia e non solo. La nostra vita è stata completamente stravolta dalla contagiosità del COVID-19. Scuole schiuse, uffici, bar, ristoranti, cinema. Soprattutto chi vive del proprio lavoro, ha una partita IVA, ha un’attività commerciale, ha dovuto fare i conti con la crisi.
Chiudere un bar, un negozio, un ristorante, rappresenta una grave perdita e la crisi economica che segue a quella sanitaria non ha paragoni. Le attività hanno dovuto abbassare le serrande, costrette da questo virus e poi dalle autorità. Lo scopo è quello di contenere i contagi il più possibile. E chi lavora a contatto con il pubblico ha maggiori possibilità di essere veicolo del contagio.
Le perdite purtroppo saranno ingenti, e mentre le attività più grandi probabilmente possono contare su un patrimonio più importante, le piccole imprese sono quelle che hanno più difficoltà a risollevarsi: le misure messe in atto dal governo rappresentano solo un primo passo per andare incontro ai piccoli imprenditori e liberi professionisti.
Urgono interventi più mirati ed efficaci, perché la crisi economica purtroppo non sarà lieve né sarà facile tornare alla normalità, dopo un periodo di chiusure così stringenti. Al momento il bonus 600 euro è solo una tantum, quindi solo una volta. Ma è probabile che il governo, nelle successive settimane, decida di prorogarlo anche per i mesi successivi, in considerazione degli eventi.
I 600 euro vanno restituiti?
La risposta è: no. I 600 euro non vanno restituiti, sono un aiuto da parte dello stato, concesso in una situazione di emergenza, di difficoltà. Tuttavia ci sono alcuni casi in cui lo stato potrebbe chiederti la restituzione. Qui ti spiego nel dettaglio se e quando i 600 euro vanno restituiti.