Il diabete è una patologia che colpisce molti italiani, di tutte le età. Si tratta di una patologia di tipo cronico, per la quale lo stato riconosce delle agevolazioni e dei benefici anche economici, in relazione alla gravità della malattia e alla sua incidenza nelle attività della vita quotidiana.

In questa guida completa sul bonus diabete ti spiego realmente di cosa si tratta, cos’è e come funziona, a chi spetta, i requisiti di età e reddituali da non superare, quali sono le percentuali di invalidità per averne diritto, cosa prevede la normativa in merito, come richiedere l’indennità e quali sono gli importi previsti.

Cos’è e come funziona

In questi giorni si sente spesso parlare di bonus diabete di 500 euro, riconosciuto alle persone che soffrono di questa patologia. Il diabete purtroppo è una malattia che può divenire anche invalidante e in Italia sono tante le persone che ne soffrono e che quindi apprezzerebbero questo bonus diabete, quale aiuto alle proprie spese.

Purtroppo però, alcuni siti stanno facendo confusione: non esiste nessun bonus diabete, semplicemente i 500 euro di cui si parla rappresentano l’indennità di accompagnamento che, ricordiamo, non vale solo per gli affetti da diabete, ma per tutti gli invalidi con difficoltà di deambulazione.

Quindi, ricapitolando, il bonus diabete non esiste: non esiste un aiuto economico a cui hai diritto solo perché hai il diabete. Non esiste un bonus specifico per il fatto di essere ammalato di diabete. Esistono invece i seguenti aiuti:

  1. Assegno di invalidità civile (in caso di invalidità compresa tra 74% e 99%); l’importo dell’assegno è pari a 286,81 euro per 13 mensilità;
  2. Pensione di inabilità (in caso di invalidità al 100%); l’importo dell’assegno è pari a 286,81 euro per 13 mensilità;
  3. Indennità di accompagnamento, riconosciuto solo se hai difficoltà a deambulare e impossibilità a compiere atti della vita quotidiana. L’indennità ammonta a 520,29 euro al mese per 12 mensilità.

Quindi, ricapitolando, non bisogna confondere il bonus diabete con l’indennità di accompagnamento: il primo non esiste. I 500 euro di cui hai letto da qualche parte non sono altro che quelli relativi all’accompagnamento. Nessun bonus aggiuntivo.

Normativa

La legge italiana protegge i soggetti affetti da menomazioni fisiche e psichiche. In base alla percentuale di invalidità riconosciuta, hai diritto ai seguenti benefici:

% riconosciuta di invaliditàAiuto a cui hai diritto
Fino al 33%Nulla
Dal 33 al 73%Agevolazioni sul pagamento delle tasse e assistenza di tipo sanitario
Dal 46%Iscrizione alle Categorie Protette, in modo da avere un accesso agevolato al mondo del lavoro
Dal 66%Esenzione ticket
Dal 74 al 99%Assegno di invalidità civile, pari a 286,81 euro per 13 mensilità
100%Pensione di inabilità pari a 286,81 euro per 13 mensilità
Impossibilità a deambulare e/o compiere atti semplici della vita quotidianaPensione di inabilità pari a 286,81 euro + assegno di accompagnamento pari a  520,29 euro

Come puoi vedere dalla tabella quindi, le agevolazioni economiche iniziano solo con il 74% di inabilità. A partire dal 74% e fino al 100% hai diritto a 286,81 euro mensili per 13 mensilità (quindi anche la tredicesima a dicembre).

Se poi, oltre all’invalidità, l’INPS certifica l’impossibilità a deambulare e/o compiere atti classici della vita quotidiana (mangiare, vestirsi, lavarsi), allora si ha diritto anche all’indennità di accompagnamento, pari a 517,84 euro. In totale quindi sono 804,65 euro ogni mese.

L’accompagnamento però è di 12 mensilità, quindi niente tredicesima. Praticamente a dicembre si riceverà quindi 520,29 + 286,81 + 286,81 = 1.093,91 euro.

A chi spetta

Vediamo quindi a chi spetta l’assegno di invalidità civile, la pensione di inabilità e l’indennità di accompagnamento e quali sono i requisiti previsti per averne diritto.

1. Assegno mensile di invalidità

Ne hai diritto se possiedi i seguenti requisiti:

  1. Inabilità al lavoro tra 74 e 99%;
  2. Età tra 18 e 66 anni e 7 mesi;
  3. Reddito personale (quindi non familiare) annuo non maggiore di 4.926,35 euro.

2. Pensione di inabilità per invalidi civili

Ne hai diritto se possiedi i seguenti requisiti:

  1. Inabilità al lavoro pari al 100%;
  2. Età tra 18 e 66 anni e 7 mesi;
  3. Reddito personale (quindi non familiare) annuo non maggiore di 16.982,49 euro.

Al compimento dei 66 anni e 7 mesi, l’importo della pensione sale a 459,83 euro per 13 mensilità (seguendo quindi l’importo dell’assegno sociale).

3. Indennità di accompagnamento

Ne hai diritto se ti è impossibile deambulare o compiere gli atti della vita quotidiana. L’indennità di accompagnamento non dipende dal reddito né dall’età, quindi, indifferentemente dal tuo reddito personale o familiare e dalla tua età.

Importo

Gli importi dei benefici economici previsti in caso di inabilità sono i seguenti:

  • Assegno di invalidità civile: 286,81 euro per 13 mensilità;
  • Pensione di inabilità: 286,81 euro per 13 mensilità;
  • Indennità di accompagnamento: 520,29 euro al mese per 12 mensilità.

Come richiederlo

Per ottenere una prestazione economica, che sia l’assegno, la pensione o l’indennità di accompagnamento, devi innanzitutto recarti dal tuo medico di famiglia, il medico di mutua, per intenderci. Al medico potrai dire di cosa soffri e a questo punto ti prescriverà tutti gli esami e visite specialistiche del caso.

Domanda

Una volta fatti gli esami, consegna i referti al tuo medico di famiglia. Se dagli esami e dalle visite emergono delle patologie per le quali hai diritto all’invalidità, è il tuo stesso medico a inoltrare la domanda all’INPS. Tu non devi fare nulla.

A questo punto devi solo attendere una lettera da parte dell’INPS, con cui ti comunica il giorno della visita medica e ti richiede di portare tutti i referti in tuo possesso.

Dopo circa un mese dalla visita ricevi una lettera dell’INPS a casa, con il risultato della tua domanda: saprai che percentuale di invalidità ti ha riconosciuto la commissione medica e quindi se hai diritto o meno a una prestazione economica. Inoltre saprai se hai diritto alle agevolazioni previste dalla Legge 104.

Nella lettera che ricevi a casa troverai tutti i dettagli. Se non sei d’accordo con il parere della commissione, puoi presentare ricorso entro tot tempo, nei termini e nelle modalità indicate dalla comunicazione, in modo da richiedere un riesame della tua situazione.

Suggerimento

Se intendi presentare ricorso, è consigliabile che ti faccia assistere da un esperto. Per esempio puoi rivolgerti a un patronato oppure a un legale di tua fiducia. Un ricorso rappresenta un percorso non semplicissimo, ma se ritieni ingiusta la valutazione INPS hai tutto il diritto di opporti e chiedere quindi un riesame.