Come dicono in molti: 100 euro di ieri non sono le 100 euro di oggi. È vero, 100 euro sono sempre 100 euro, il valore nominale non cambia, ma il valore reale sì: se 10 anni fa con 100 euro potevi fare la spesa per una settimana e anche più, oggi si rischia non farseli bastare neanche per un paio di giorni.
In questa guida completa sul calcolo interessi e rivalutazione monetaria ti spiego cos’è e come funziona, coma calcolarla previa devalutazione nei casi previsti dalla legge, come calcolarli in caso di crediti da lavoro, per l’assegno di mantenimento o per risarcimento danni.
Cos’è e come funziona
La rivalutazione è un calcolo che solitamente serve ad aggiungere valore a un bene. È un’operazione necessaria quando, a causa dell’inflazione, bisogna adattare il valore di quel bene al nuovo poter di acquisto della moneta.
Supponiamo che oggi il valore di un immobile venga valutato 100.000 euro. Supponiamo anche che fra 10 anni il valore dell’euro sia scese molto, quindi che l’inflazione sia stata alta. Se aumenta l’inflazione significa che il potere di acquisto dell’euro diminuisce, quindi 100.000 euro di oggi non sono più quelli di 10 anni fa. Dunque, se 10 anni fa 100.000 euro erano una somma importante, ora a causa dell’inflazione è come se fossero solo 50.000 euro. Ecco perché si decide di rivalutare l’immobile: per adeguare il valore a quello della moneta.
Lo stesso avviene per i debiti. Se oggi accendi un debito supponiamo di 200.000 euro da restituire entro 40 anni, è chiaro che 200.000 di oggi non saranno i 200.000 euro fra 10, 20, 30 e 40 anni. A causa dell’inflazione il valore dell’euro potrebbe diminuire. Quindi, anche nel caso dei debiti, si esegue la rivalutazione: per adattare il valore del prestito all’andamento della moneta. Nel caso dei prestiti, oltre a alla rivalutazione, chiaramente bisogna ricalcolare anche gli interessi sul capitale rivalutato.
Per il calcolo della rivalutazione, si tiene conto dell’indice di inflazione ISTAT. Dunque, occorre tener presente due aspetti importanti:
- La rivalutazione del capitale va calcolata sul capitale iniziale;
- La rivalutazione degli interessi va invece calcolata non sul capitale iniziale ma ma sul capitale rivalutato.
Monetaria
Calcolo di interessi e rivalutazione monetaria quindi significano:
- Rivalutazione monetaria: è l’adeguamento della somma al costo attuale della vita. Per fare un esempio: 10 anni fa, 100 euro avevano un valore; oggi probabilmente hanno un altro valore (nel senso che 10 anni fa con 100 euro si compravano più cose rispetto a oggi, per fare un esempio semplice ma chiaro);
- Calcolo di interessi: gli interessi legali vanno calcolati sulla somma dovuta e rivalutata, non sul capitale iniziale (Cassazione sent. n.12432/91).
Esempio
Hai un credito risalente a 5 anni fa e pari a 100 euro. Il credito rivalutato è pari 110 euro. Il tasso di interesse (supponiamo pari allo 0,3%) non si applica solo su 100 euro, ma sull’importo rivalutato, ossia su 110 euro.
Quando è dovuta
La rivalutazione monetaria e il calcolo degli interessi legali, si applicano spesso a:
- Assegno dovuto all’ex coniuge (il cosiddetto “assegno di mantenimento”);
- Crediti da lavoro;
- Canone di affitto non pagato.
Supponiamo il caso dell’assegno di mantenimento. In caso di separazione o divorzio, il giudice stabilisce un assegno di mantenimento pari a 500 euro al mese. È chiaro che fra 10 anni, 500 euro non avranno più il valore che hanno oggi, ecco perché tale importo va rivalutato a cadenza costante, per esempio annuale.
Previa devalutazione
La devalutazione monetaria serve a calcolare il valore di un sinistro o di un danno alla data in cui esso si è verificato. In questo modo, ottenuto il valore iniziale del danno, si può calcolare la corretta rivalutazione e gli interessi legali. Se invece rivalutazione e interessi si calcolassero sul valore attuale (e non iniziale) il beneficiario ne avrebbe un ingiusto arricchimento.
Quindi, per conoscere il valore attuale reale, per esempio di un risarcimento danni, occorre.
- Devalutare l’importo;
- Effettuare la rivalutazione (sulla base degli indici ISTAT);
- Calcolare gli interessi sull’importo rivalutato.
L’obbligo di previa devalutazione è stato sancito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 1712 del 1995: secondo i giudici infatti, la rivalutazione monetaria da applicare a un danno, per ricalcolare il suo valore attuale in base agli anni trascorsi, non deve creare un ingiusto arricchimento da parte di una persona e a scapito della controparte.
Crediti lavoro
Se un datore di lavoro non corrisponde il compenso a dipendenti e lavoratori, è chiaro che col passare del tempo questi crediti subiscono una svalutazione. L’esempio è quello che abbiamo fatto finora: 1.000 euro di 10 anni anni non sono gli stessi 1.000 euro di oggi. Probabilmente 10 anni fa, con 1.000 euro avresti potuto comprare molte più cose di quante ne puoi comprare oggi.
In questo caso però, la disciplina distingue due diversi momenti: i crediti maturati a partire dal 1° gennaio 1995 e quelli maturati fino al 31/12/1994.
Per i crediti da lavoro maturati a partire dal 1° gennaio 2015 non si applica la rivalutazione così come viene intesa generalmente ma solo gli interessi legali; effettivamente al creditore spetta una rivalutazione, ma solo a titolo di «maggior danno» (danno in re ipsa) e solo ed esclusivamente se il maggiore danno risulti maggiore del tasso di interesse legale (art. 16, Legge n.412/1991 e art. 22, Legge n. 724/1994).
Per i crediti maturanti entro il 31 dicembre 1994 invece, si applicano sia la rivalutazione monetaria che gli interessi.
Suggerimento
Ogni anno, entro il 15 dicembre, il Ministero del Tesoro, con apposito decreto pubblica sulla Gazzetta Ufficiale il tasso di interesse legale. Per conoscere il tasso di interesse, vai sulla Gazzetta Ufficiale e cerca il decreto di “Modifica del saggio di interesse legale” dell’anno in corso.
Risarcimento danni
Se hai ottenuto il risarcimento danni (per esempio per incidente stradale, ecc.), la somma del risarcimento deve essere incrementata con:
- Rivalutazione della somma stessa;
- Calcolo degli interessi al tasso legale.
Lo scopo della rivalutazione è quella di reintegrare il danneggiato della stessa situazione patrimoniale che avrebbe avuto se il danno non fosse mai avvenuto, adeguando l’importo dovuto alla data in cui il giudice ha sentenziato il risarcimento danni.
Esempio
10 anni fa hai avuto un incidente stradale e la riparazione dell’auto ti è costata 200 euro. Oggi il giudice ti riconosce il risarcimento danni, pari a 200 euro. Ma i 200 euro di oggi non sono gli stessi di 10 anni fa, è chiaro che 10 anni fa 200 euro erano una somma di maggiore valore. Oggi 200 euro hanno un valore minore a causa dell’inflazione.
È possibile calcolare la rivalutazione grazie al coefficiente di rivalutazione elaborato dall’ISTAT. Dopodiché, sulla somma rivalutata si applica il tasso di interesse legale (deciso ogni anno dal Ministero del Tesoro, tramite apposito decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale).