Esistono diversi modi per valutare un’azienda, ognuno dei quali può offrire un risultato diverso. Valutazioni diverse significheranno scelte diverse business e determinano specifici valori di vendita. Questo è il motivo per cui è molto importante scegliere il metodo di valutazione corretto.

In questa guida completa sul calcolo valore azienda ti spiego come valutare un’azienda in base al fatturato e in base ad altri metodi, le variabili da considerare sempre, come stabilire il valore di un’azienda per arrivare alla sua cessione, come vendere un’azienda agricola, infine come calcolare il valore di un’azienda ai fini della dichiarazione di successione (azienda ricevuta in eredità).

In base al fatturato

Ci sono vari metodi per calcolare il valore di un’azienda in base al fatturato. Vediamone due:

  1. Metodo che considera i clienti acquisiti;
  2. Metodo che considera le vendite settimanali.

1. Metodo che considera i clienti acquisiti

Un metodo abbastanza semplice per calcolare il valore di un’azienda in base al fatturato è quello di considerare i clienti acquisiti. Nello specifico, si usa la seguente formula:

(Valore medio di una vendita) X (numero delle vendite) X (durata del rapporto di clientela).

Facciamo un esempio pratico:

Supponiamo i seguenti dati:

  1. Che la media del prezzo dei tuoi prodotti sia pari a 100;
  2. Che ad ogni vendita un cliente ne compri 7 pezzi;
  3. Che il rapporto di clientela duri in media 4 anni.

100 x 7 x 4 = 2.800 euro è il fatturato stimato per ogni cliente per i prossimi 4 anni. Supponendo che tu abbia un parco clientela attivo di 1000 soggetti, allora il tuo fatturato medio sarà di 2.800.000 per 4 anni, ossia 700.000 euro annui.

Questo permette di avere un’idea del fatturato medio nel corso dei prossimi anni.

2. Metodo che considera le vendite settimanali

(Fatturato dell’esercizio attuale + fatturato dell’esercizio precedente) 108

Dove 108 è il numero delle settimane di due anni (anno attuale più anno precedente).

In questo modo calcolo le vendite medie settimanali degli ultimi due anni. Nel calcolo del fatturato, escludi l’IVA.

Una volta ottenuto il fatturato settimanale medio, devi decidere quante settimane di quel fatturato corrispondono a un valore equo per l’azienda. Possiamo dire che ogni settore ha un numero diverso, che possiamo chiamare moltiplicatore. Sulla base della nostra esperienza, possiamo dire ipotizzare i seguenti moltiplicatori:

  • Piccoli negozi di alimenti = x8 settimane;
  • Parrucchiere e centro estetico = x11 settimane;
  • Bar = x20 settimane;
  • Ristorante = x30 settimane di fatturato.

A questo punto moltiplica il tuo fatturato settimanale per il coefficiente di cui sopra e ottieni così la valutazione della tua attività basata sul fatturato.

La formula è la seguente:

(fatturato / numero di settimane) X coefficiente di settore = valutazione aziendale

Pregi e difetti dei metodi

E’ vero che questi metodi consentono di avere un’idea del valore di un’azienda. Ma una volta ottenuto il valore, bisogna capire quanto sia effettivamente realistico.

Prendiamo ad esempio due bar che hanno ottenuto un valore uguale. Vicino a uno dei due bar stanno per aprire un grande centro commerciale. Questo genererà un grande flusso di persone in quella zona, e quindi maggiori incassi, che le varie formule non hanno potuto considerare.

Facciamo un’altra considerazione: supponiamo che il valore risultato dalla formula per i due bar sia identico. Uno dei due bar però ha un arredo molto datato, infissi non ben mantenuti e scaffali poco forniti. Tutti questi fattori potrebbero ridurre il valore effettivo dell’attività.

Quando si valuta un’attività allo scopo di venderla, è necessario considerare altri fattori che renderanno l’attività più o meno attraente per i potenziali acquirenti.

Ecco perché quando si usano formule, i risultati vanno modificati in modo da riflettere una visione più realistica del valore dell’impresa, prestando attenzione a tanti fattori che le formule non possono comprendere, come le tendenze di crescita e la gestione dei costi.

Per cessione

Se hai deciso di acquistare o vendere un’impresa, è importante mettere da parte i sentimenti personali per fare una valutazione accurata dell’attività e stabilire un prezzo di vendita che corrisponda alla realtà. Bisogna analizzare obiettivamente l’attività, studiare il mercato attuale e perché no, considerare anche di chiedere un parere a un professionista.

Come visto nei passi precedenti, esistono vari metodi di valutazione aziendale: uno può essere più adatto di un altro, a seconda del tipo di attività da valutare, il settore in cui opera, le dimensioni e il contesto in cui si realizza la vendita.

Inutile girarci attorno e fare i sentimentalisti: gli imprenditori che sono alla ricerca di imprese da comprare, lo fanno per fare soldi. Quindi, il fattore più importante che un potenziale acquirente prende in considerazione è la quantità di soldi che quell’azienda gli permetterà di incassare.

Consultare un perito professionista

Valutare un’azienda richiede un approccio a più livelli. Puoi per esempio combinare più di un metodo di valutazione aziendale per ottenere una valutazione più accurata. È importante cercare di avvicinarsi quanto più a un valore reale e adeguato. Se il prezzo non è corretto, corri il rischio di svendere la tua attività. Se è troppo alto potresti spaventare gli investitori.

Valutare personalmente l’attività è probabilmente il modo più rapido. Chiedere un consulto a un perito aziendale professionista non solo ti permette di beneficiare della sua esperienza, ma ti fornisce l’obiettività che forse in questo momento tu non hai.

Valutare correttamente un’attività è essenziale in un mercato come quello attuale, competitivo e sempre in cambiamento: avvalersi dell’aiuto di un professionista terzo permette di eliminare le emozioni da venditore/acquirente e allineare il valore aziendale alle condizioni di mercato reali.

Per successione

Un tuo parente imprenditore è deceduto e ti ha lasciato in eredità un’impresa. Ecco alcune cose importanti da sapere:

  1. Il trasferimento di azienda o di quote sociali o di azioni a favore del coniuge, dei figli o dei discendenti (nipoti), non prevede il pagamento di imposte di successione, catastale e ipotecaria. Si tratta di una regola di favore che il legislatore ha voluto prevedere, per agevolare il nuovo imprenditore erede.
  2. La plusvalenza generata dall’eredità, rimane “latente”, ciò significa che non concorre alla formazione del reddito dell’erede (coniuge, figlio o discendente) fino a che decide di venderla o cederla ad altri. Se quindi l’erede o gli eredi non cedono l’azienda, alla plusvalenza non si applicano tasse.

Queste agevolazioni sono valide solo se sussistono entrambe le seguenti condizioni:

  1. Le quote oppure le azioni trasferite sono di importo tale da permettere il controllo della società.
  2. L’erede/gli eredi devono continuare l’attività per almeno cinque anni dalla successione. L’erede, nel momento in cui presenta dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate, tramite apposita dichiarazione, si deve impegnare a continuare l’attività per altri cinque anni.

Se viene meno a questo impegno, dovrà pagare imposta di successione, catastale ed ipotecaria + sanzione del 30% dell’imposta + interessi.

Agricola

Ci sono due metodi di compravendita per le aziende agricole:

  1. Vendita a cancelli aperti. Significa che il proprietario/venditore vende l’azienda separatamente dalle scorte (bestiame, attrezzatura, utensili, macchinari, ecc.).
  2. Vendita a cancelli chiusi. Significa che il proprietario/venditore vende l’azienda insieme alle scorte (bestiame, attrezzatura, utensili, macchinari, ecc.), che quin­di for­ma­no parte in­te­gran­te della vendita, il cui prezzo deve tenerne conto.

Il valore dell’azienda si calcola considerando l’inizio e la fine del ciclo produttivo: l’anno agrario parte l’11 novembre (vedi art. L. n. 203/82). In caso di cessione in un pe­rio­do in­ter­me­dio bisogna quindi considerare che metà ciclo produttivo è già stato compiuto e capire se ha realizzato incassi o meno.

Metodo reddituale

Ci sono molti metodi per valutare un’azienda, oltre a quelli sopra esposti. Tra questi, i più usati sono:

  1. Metodo reddituale;
  2. Metodo patrimoniale;
  3. Metodo finanziario;
  4. Metodo EVA;
  5. Metodi misti.

Maggiori informazioni su questi metodi, esempi e casi pratici, li trovi nella guida Valutazione d’azienda. E ricorda sempre di andare oltre le formule matematiche non basare la tua valutazione solo sull’elaborazione di numeri, ma considera sempre anche la posizione, i rapporti commerciali consolidati, le previsioni future.