Le case popolari, dette anche alloggi ERP o alloggi IACP, sono immobili di pubblica proprietà e destinati alle famiglie più bisognose, che li abitano pagando un costo di affitto irrisorio. Per averne diritto è quindi necessario non superare un certo reddito massimo in rapporto al nucleo familiare.

In questa guida completa sulle case popolari ti spiego cosa sono e come funzionano, come fare domanda, i requisiti per l’assegnazione, i documenti necessari, come funziona il costo di affitto, come riscattare un alloggio popolare, al fine di diventarne proprietario dopo averci abitato per tanti anni, infine il diritto di prelazione spettante allo IACP in caso di vendita.

Cosa sono e come funzionano

Le case popolari sono immobili di proprietà pubblica che lo stato assegna alle famiglie meno abbienti, ossia coloro che in base al numero dei componenti il nucleo familiare, hanno un reddito basso. Rappresentano quindi un aiuto statale per le persone che sono in difficoltà.

Se sei in condizioni economiche difficili, puoi fare domanda al tuo Comune, o alla Provincia o alla Regione (di solito sono questi gli enti che se ne occupano) per l’assegnazione di una casa popolare. Sarai inserito in una graduatoria e, quando verranno costruiti nuovi alloggi oppure quando si libereranno altri già esistenti e arriverà il tuo turno, il Comune ti assegnerà una casa.

La casa non è gratis: dovrai pagare un canone di affitto, che comunque è molto inferiore rispetto ai prezzi di mercato: per farti un esempio, puoi ottenere una casa popolare di tre vani, pagando un affitto di soli 100 euro al mese. È quindi molto conveniente.

  • Alloggi ERP: è un altro modo di chiamare le case popolari. Alloggi ERP significa alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica.
  • Alloggi IACP: anche questo è un altro modo di chiamare le case popolari, significa alloggi Istituto Autonomo Case Popolari.

Come fare domanda

Puoi presentare domanda nel momento in cui il tuo Comune, Provincia o Regione pubblica un bando di assegnazione. Se non c’è nessun bando non puoi fare nulla, se non attendere che venga indetto. Contatta il tuo Comune di residenza per sapere se sono previsti dei bandi quest’anno.

Di solito il Comune assegna la gestione delle case popolari agli IACP (Istituti Autonomi per le Case Popolari) detti anche ATER (Aziende Territoriali per l’Edilizia Residenziale), che sono appunto degli enti che si occupano della costruzione e dell’assegnazione delle case. La domanda va comunque fatta all’ente pubblico (di solito il Comune), online, tramite patronato oppure rivolgendosi direttamente allo sportello comunale.

Requisiti per l’assegnazione

A chi spettano

Nel bando sono presenti tutti i requisiti previsti per poter partecipare ed essere inseriti in graduatoria. Solitamente i requisiti sono i seguenti:

  • Non essere proprietari di altri alloggi (o essere proprietari di altri alloggi ma inadeguati alle esigenze familiari);
  • Non essere stato sfrattato da altre case popolari negli ultimi cinque anni;
  • Non essere stato occupante abusivo di altre case popolari negli ultimi cinque anni;
  • Essere residente nel territorio comunale. Spesso non importa essere cittadino italiano: i bandi sono destinati a cittadini italiani, europei ed anche immigrati extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno;
  • Non superare un certo reddito massimo, in proporzione ai membri della famiglia.

La situazione reddituale è determinata in relazione ai componenti del nucleo familiare. È chiaro che se una coppia di coniugi ha un reddito di 3.000 euro, ma ha dieci figli, la situazione economica non è assolutamente adeguata. Lo stesso dicasi per una ragazza madre, che guadagna 500 euro al mese e ha due figli per esempio, senza nessun’altra entrata.

Quindi il reddito massimo va considerato sulla base dei componenti della famiglia, della presenza di minori e di invalidi.

Documenti necessari

Al Comune, oltre al modulo di domanda (reperibile online o negli uffici comunali), devi presentare:

  • Copia del documento di identità;
  • Marca da bollo di importo fissato dal Comune;
  • ISE-erp (Indicatore della Situazione Economica) e ISEE-erp (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) sono degli indicatori della tua situazione economica. Questi documenti puoi farli presso qualunque patronato della tua città, presentando il CUD o i tuoi redditi.

Graduatoria

Una volta consegnata la domanda, il gestore provvede a formare una graduatoria, che viene pubblicata al Comune (oppure sul sito internet del Comune). Puoi quindi vedere in che posto ti sei posizionato in graduatoria. A questo punto, appena vengono costruite nuove case popolari, il Comune attinge i nominativi dalla graduatoria e contattata le famiglie interessate.

Il Comune assegna i posti non solo in base a nuovi alloggi costruiti, ma anche in base ad alloggi già esistenti, che si liberano per vari motivi (trasferimento degli inquilini, morte, cambio della situazione reddituale, ecc.).

Costo affitto

Le case popolari sono case di pubblica utilità, assegnate a famiglie poco abbienti, con un canone di affitto molto basso rispetto a quelli di mercato. Ecco quindi che si possono avere bilocali a 50 euro al mese, trilocali a 100 euro al mese o addirittura quadrilocali a 200 euro al mese. Il costo dipende dal Comune di residenza, non c’è un prezzo fisso, ma si tratta comunque di un costo di affitto molto basso.

Lo scopo è quello di aiutare le famiglie più bisognose ad avere un alloggio dignitoso, consono alle esigenze della famiglia. Chiaramente si tratta di alloggi semplici, non di lusso, costruiti con rifiniture semplici, ma spazi adeguati al nucleo familiare.

Come riscattare

La normativa di riferimento è la Legge del 24 dicembre 1993, n. 560, la quale individua le persone che possono acquistare una casa popolare. Possono riscattare la casa popolare gli assegnatari oppure i familiari loro conviventi. Il Comune quindi può vendere la casa sia all’assegnatario, sia ai familiari, anche se l’assegnatario è deceduto.

È però necessario che assegnatario (o familiare erede) possegga i seguenti requisiti:

  • Abiti nella casa da almeno cinque anni;
  • Non risulti moroso dei canoni di affitto;
  • Non superi un reddito massimo previsto;
  • Cittadinanza italiana o europea o extracomunitaria (purché con regolare permesso di soggiorno);
  • Sia residente nel Comune;
  • Non sia titolare di altri alloggi adeguati al nucleo familiare.

Ogni Regione e Provincia affianca a questa legge nazionale, la propria normativa locale.

Per riscattare una casa popolare, così come per l’assegnazione, devi aspettare il bando comunale. Informati in Comune se sono previsti bandi di riscatto in futuro. Una volta consegnata la domanda e i documenti familiari e reddituali, riceverai la comunicazione di accettazione o rifiuto.

Il costo di una casa popolare è molto inferiore rispetto a una classica casa, ecco perché molti cittadini, dopo averci abitato per tot anni, decidono finalmente di riscattarla e diventarne proprietari.

Il riscatto non è possibile subito, dopo l’assegnazione della casa. Di solito devono trascorrere molti anni prima che tu possa comprarla. È una regola comprensibile: altrimenti chissà quante persone si fionderebbero a richiedere case popolari, per comprarle e rivenderle, guadagnandoci.

Diritto di prelazione

Una volta che hai acquistato l’immobile, se poi decidi di venderlo, devi innanzitutto sapere due cose:

  1. Non puoi vendere l’immobile per almeno 10 anni e comunque fino a quando paghi l’intero prezzo. Se quindi finisci di pagare l’intero dopo 12 anni, puoi vendere l’immobile solo dopo 12 anni.
  2. Devi proporlo prima allo IACP da cui l’hai comprato, perché esso ha diritto di prelazione. Solo se si rifiuta, puoi offrirla a terzi. Lo IACP, ricevuta la tua lettera, ti fornisce risposta entro 60 giorni. Il prezzo di vendita non puoi deciderlo a tuo piacimento: lo IACP può comprare la casa al prezzo di cessione (ossia a quanto l’hai comprato tu), rivalutato di una certa percentuale.