La situazione economica della tua azienda versa in profondo rosso e la prospettiva del fallimento è dietro l’angolo? L’impresa per cui lavori ti sta assegnando sempre meno lavoro e incarichi perché la produzione non prosegue ai ritmi di sempre? In entrambi i casi lo Stato mette a disposizione la cassa integrazione a zero ore.

In questa guida sulla cassa integrazione a zero ore ti spiego cos’è e come funziona, come varia l’importo dello stipendio, come viene pagato e da chi, quanto è la durata massima, quando è possibile lavorare durante la CIG, come maturano il TFR e le ferie, quando si può godere dell’indennità di malattia e infine le disposizioni attuate a causa dell’emergenza coronavirus.

Cos’è e come funziona

Se la tua azienda vive un periodo critico (per esempio di crisi aziendale), può ricorrere alla cassa integrazione guadagni (CIG): una forma di sostegno prevista dall’INPS che, in caso di riduzione dell’attività lavorativa, integra gli stipendi dei lavoratori in modo che non abbiano grosse perdite sullo stipendio.

La cassa integrazione é di due tipi:

  • Ordinaria (CIGO), prevista per le aziende in crisi aziendale;
  • Straordinaria (CIGS), prevista per aziende di grandi dimensioni e la cui crisi ha un forte impatto sociale; può essere applicata anche in caso di riorganizzazione aziendale, fallimento e procedure concorsuali.

Se quindi l’azienda sta attraversando un periodo critico, potrebbe applicare la cassa integrazione, in misura:

  • Parziale: il tuo orario di lavoro viene ridotto. Se per esempio il tuo contratto prevedeva 36 ore, con la riduzione potrebbe scendere a 30 ore, 20 ore, ecc. in base alle necessità aziendali.
  • A zero ore: la tua attività lavorativa viene completamente sospesa. L’azienda non ha la possibilità di farti lavorare e quindi sospende tutte le ore settimanali previste nel tuo contratto.

Generalmente la CIG viene applicata a rotazione: viene sospeso prima un gruppo di lavoratori e successivamente, nel momento in cui costoro riprendono pienamente il lavoro, vien applicata a un altro gruppo. La rotazione é obbligatoria se é stata concordata nell’accordo tra azienda e sindacati.

Stipendio

Se sei in cassa integrazione a zero ore non preoccuparti: non perderai il tuo stipendio, la CIG serve proprio a questo: l’INPS pagherà il tuo stipendio al posto dell’azienda in difficoltà, anche se non al 100%. La CIG infatti (che sia parziale o a zero ore) prevede il pagamento dell’80% della tua retribuzione.

Esempio

Il tuo stipendio mensile é di 1.500 euro lordi per 30 ore settimanali. Se vieni cassaintegrato con CIG a zero ore, percepirai l’80% di 1.500 euro ossia 1.200 euro lordi.

Attenzione

È previsto un tetto massimo di indennità CIG: per gli stipendi fino a 2.102,24 euro allora la tua CIG può essere di massimo 971,17 euro mensili. Per gli stipendi oltre questa somma la CIG non può comunque superare 1.167,91 euro.

Come viene pagata

Riceverai l’importo direttamente dal tuo datore di lavoro, che poi si occuperà di chiedere il rimborso all’INPS. Per cui tu riceverai già dal primo mese di cassa integrazione l’80% del tuo stipendio. Se l’azienda dimostra serie difficoltà e di non riuscire neanche ad anticipare la CIG dei suoi dipendenti, allora sarà pagata direttamente dall’INPS.

In questo caso però non riceverai subito i soldi, ma potrebbero passare dai due ai cinque mesi perché l’INPS non eroga immediatamente l’assegno al momento della domanda, ma solo al termine della procedura quando la domanda é accettata.

Attenzione

In cassa integrazione a zero ore non hai diritto alla tredicesima. Per cui, se per esempio hai un reddito annuo pari a 2.000 euro e per metà anno sei stato in cassa integrazione a zero ore, a dicembre ti spetterà una tredicesima pari solo ai mesi lavorati, quindi metà (1.000 euro di tredicesima maturati in sei mesi di attività e non 2.000).

Durata

La cassa integrazione (parziale o a zero ore) può durare al massimo due anni conteggiati nei cinque anni precedenti. La durata è estensibile a 30 mesi esclusivamente nelle aziende operanti nell’edilizia e nel lapideo può e raggiunge i 36 mesi solo quando si tratta di cassa integrazione straordinaria e connessa a un contratto di solidarietà.

La durata é stata riformata con il D.Lgs. 148/2015 (meglio conosciuto come Jobs Act), prima della riforma infatti la durata massima era uniforme (fino a 36 mesi). Il Jobs Act, in un’ottica di razionalizzazione delle risorse il Jobs Act ha deciso di “spalmare” la durata assegnando un limite più generoso ai settori e alle aziende in maggiore difficoltà.

Lavorare durante

Nel 1945, quando venne creata la cassa integrazione, la legge prevedeva l’impossibilità di svolgere altri lavori durante la CIG, pena la decadenza del beneficio.

La Cassazione ha rivisto questa posizione e con la sentenza n. 12487 del 1992 ha stabilito che é possibile lavorare (sia in forma dipendente che autonoma, anche con prestazioni accessorie) durante la CIG, ma l’indennità viene ridotta dell’importo guadagnato con il nuovo impiego. Tale orientamento é stato poi confermato dalla Circolare INPS n. 130/ 2010.

Esempio

Percepisci un’indennità CIG pari a 800 euro al mese. Trovi un lavoro e da questo ottieni 300 euro al mese. La tua CIG verrà ridotta di 300 euro.

La legge n. 92/2012 ha inoltre abrogato il tuo obbligo di comunicare all’INPS il nuovo lavoro: il nuovo datore di lavoro si occupa di effettuare una comunicazione ai Servizi per l’Impiego e poi é l’INPS stessa a consultare tale documentazione. Resta fermo che, nel caso svolgessi lavoro in nero, senza regolare assunzione, la cumulabilità non vale e perdi il diritto completo all’indennità.

TFR

Come sancito dall’articolo 2120 c.c., il TFR matura anche durante la fase di sospensione del lavoro. Se sei in cassa integrazione quindi, che CIGO o CIGS, parziale o a zero ore, ogni mese il tuo datore di lavoro deve comunque accantonare la quota TFR che ti spetterebbe in caso di lavoro completo.

Non cambia neanche il calcolo della quota TFR da accantonare: si divide il reddito (quello contrattuale, senza considerare la cassa integrazione) per 13,5. Il risultato viene poi rivalutato in base ai coefficienti stabiliti dall’ISTAT + un ulteriore 0,5% da liquidare all’INPS. L’importo rivalutato costituisce la quota da accantonare per l’anno.

Ferie

Il principio secondo cui maturano le ferie é quello del riposo dopo un periodo di attività lavorativa. Al lavoro infatti deve seguire una fase da dedicare al riposo psicofisico per il recupero delle energie. Siccome con la cassa integrazione a zero ore non si lavora, l’attività viene completamente sospesa, non maturano ferie.

Al contrario, le ferie in misura intera maturano in caso di cassa integrazione parziale (ossia a orario solo ridotto).

Malattia

La Circolare INPS numero 82 del 16 giugno 2009 stabilisce che, se ti ammali nel corso della cassa integrazione a zero ore (che sia CIGO o CIGS) prevale cassa. Ciò significa che continui a percepire l’indennità CIG e non quella di malattia. In virtù di ciò, non sussiste neanche l’obbligo di informare il datore di lavoro del tuo stato di malattia.

Il discorso cambia se ti ammali prima che inizi la cassa integrazione. i casi sono due:

  • Se tutto il tuo ufficio/reparto é in cassa integrazione, allora prevale la cassa integrazione e quindi, nel momento in cui inizia, non ti spetta più l’indennità di malattia ma inizi a percepire la CIG.
  • Se solo parte dell’ufficio/reparto é in cassa integrazione, allora prevale la malattia e quindi anche se inizia la CIG, tu continui a percepire l’indennità di malattia fino a quando dura l’indisposizione.

Coronavirus

In base alle ultime novità, a causa della situazione creatasi con il coronavirus, la cassa integrazione in deroga si applica a tutti i dipendenti che ad oggi non rientrano nella cassa integrazione ordinaria.

Ciò significa che si applica anche le piccole imprese, che hanno meno di sei dipendenti. Sul sito del Governo trovi tutte le informazioni al riguardo.