La nuova normativa antimafia ha semplificato di molto la procedura per ottenere il certificato. Prima bisogna compilare moduli e documenti, ora per conoscere la situazione dell’azienda che ha vinto un appalto basta consultare una banca dati statale: in maniera semplice e veloce il certificato è pronto.
In questa guida completa sul certificato antimafia ti spiego cos’è e a cosa serve, cosa contiene, chi può richiederlo, le differenze con il certificato emesso dalla CCIAA, dove richiederlo e come presentare la richiesta online, tempi di rilascio, durata e scadenza, costo e infine ti fornisco un modello di autocertificazione da usare al posto del certificato.
Cos’è e cosa serve
Cos’è e cosa contiene. Il certificato antimafia è un documento rilasciato dalla Prefettura che conferma che un’impresa (e i soggetti coinvolti, come titolare, soci di maggioranza, ecc.) è “pulita”, ossia non pendono:
- Misure preventive;
- Condanne definitive o confermate in Appello per i reati regolati dall’art. 51, co. 3 bis, del CPP;
- Casi di infiltrazione mafiosa volte a influenzare le scelte dell’impresa (art.84, co. 2).
Lo scopo del certificato antimafia è quello di ostacolare le infiltrazioni criminose nei rapporti contrattuali tra enti pubblici e aziende private.
Chi lo rilascia e chi lo richiede
Il certificato antimafia non può chiederlo il soggetto privato vincitore dell’appalto: lo deve chiedere l’ente appaltante, ossia l’ente statale che ha indetto l’appalto. La Prefettura rilascia il certificato agli enti della Pubblica Amministrazione, nel momento in cui hanno rapporti contrattuali con privati. Lo scopo dell’ente statale è quello di non entrare in contatto con realtà private che hanno avuto problemi con la giustizia. La Prefettura non rilascia il certificato a privati, ma solo all’ente statale richiedente.
Cittadino privato
Solo gli enti pubblici o le società controllate dallo Stato possono ottenere il certificato antimafia. I privati (singoli cittadini, ditte o società) non possono presentare alcuna istanza di richiesta del certificato e, anche se la presentano, la Prefettura non la lavora. Tra l’altro, nei rapporti tra privati, il certificato antimafia non occorre. Serve solo per i rapporti contrattuali tra enti pubblici e privati (gare, appalti, ecc.).
CCIAA
L’unico ente autorizzato a rilasciare il certificato antimafia è la Prefettura. Con l’entrata in vigore del libro II del D.Lgs. n. 159/2011, il certificato della CCIAA con la “dicitura antimafia” non sostituisce più il certificato antimafia della Prefettura, che dunque rimane l’unico documento atto allo scopo. Il certificato emesso dalla Camera di Commercio non è alternativo a quello emesso dal Prefetto.
Richiesta
Se sei un privato, un titolare di ditta individuale oppure rappresenti una società, non puoi chiedere il certificato antimafia. Lo possono chiedere solo gli enti pubblici che entrano in contatto con realtà private, per informarsi sulla “condotta” dell’impresa con cui appunto stipulano un contratto, per contrastare le infiltrazioni criminali nell’economia degli enti pubblici.
Dove richiederlo: dove si fa
La richiesta del certificato antimafia non si fa più di persona, recandosi in Prefettura e consegnando modelli cartacei, ma si fa direttamente online. Il Ministero dell’Interno infatti, ha istituito la B.D.N.A. (Banca Dati Nazionale unica Antimafia), ossia un database dove ci sono le informazioni di tutte le imprese censite, informazioni reperite tramite l’incrocio di dati ottenuti da enti vari. Grazie a questa banca dati, l’ente pubblico può ottenere subito il certificato antimafia relativo all’azienda che ha vinto l’appalto.
Online
La Pubblica Amministrazione, quando entra in contatto con un’azienda privata, a cui per esempio assegna un lavoro pubblico (perché vincitrice di gara di appalto), procede così per ottenere la certificazione antimafia:
1. Consulta la B.D.N.A. (Banca Dati Nazionale unica Antimafia) tramite il SI.CE.ANT. – Sistema automatizzato di certificazione antimafia. Deve farlo il giorno dell’aggiudicazione dell’appalto o comunque entro 30 giorni prima di stipulare il subcontratto con il vincitore della gara.
Attenzione
Possono accedere alla banca Dati solo gli enti autorizzati. Per l’autorizzazione, l’ente pubblico deve presentare domanda alla Prefettura e dei modelli compilati. A questa pagina del Ministero dell’Interno trovi la procedura completa per la richiesta di autorizzazione.
2. Una volta ottenute le credenziali, si accede alla B.D.N.A., si inseriscono di dati richiesti (relativi all’impresa che ha vinto l’appalto) e il sistema emette immediatamente il certificato. La banca dati infatti, è un sistema che incrocia alcuni dati in possesso dello Stato e quindi è in grado di emettere il certificato subito. L’impiegato dell’ente pubblico può immediatamente scaricare tale certificato (che esattamente si chiama comunicazione antimafia liberatoria).
Scarica subito il il manuale di istruzioni per usare il SI.CE.ANT, ossia il Sistema di CErtificazione ANTimafia per scaricare il certificato antimafia di un’azienda che ha vinto un appalto.
Autocertificazione
La certificazione si può sostituire apposita autocertificazione resa ai sensi dell’art. 38 D.P.R. 445/2000. Di seguito puoi scaricare il modello autocertificazione antimafia (dichiarazione sostitutiva di certificazione antimafia), da compilare di tuo pugno, ove dichiari che non sussistono procedimenti a tuo carico.
Nell’autocertificazione dichiari che, ai sensi della normativa antimafia, non hai coinvolgimenti criminosi del caso.
Scarica subito il modulo fac simile editabile del modello autocertificazione antimafia e familiari conviventi.
Tempi di rilascio
La richiesta di certificazione antimafia va fatta online, come spiegato nei paragrafi precedenti tramite il sistema SI.CE.ANT. (Sistema automatizzato di certificazione antimafia). L’emissione del certificato è immediata.
Se sei l’impiegato di un ente pubblico, o a controllo pubblico (gli unici soggetti autorizzati a richiedere il certificato), devi solo consultare la banca dati tramite il SI.CE.ANT., quindi inserire i dati dell’azienda di cui desideri il certificato e il sistema lo emette all’istante. Chiaramente lo emette subito se quell’azienda non ha motivi ostativi, se non ha problemi con la giustizia.
Se dall’interrogazione alla banca dati emergono dei dubbi o situazioni critiche da chiarire, il SI.CE.ANT. ti avvisa del problema. A questo punto il Prefetto svolgerà ulteriori verifiche sul soggetto entro 30 giorni dalla consultazione (45 in casi particolarmente complicati). Trascorsi i 30/45 giorni, puoi procedere alla stipula del contratto di appalto con l’azienda in questione, con clausola risolutiva.
Durata
Scadenza. Il certificato antimafia (il cui nome esatto è comunicazione antimafia liberatoria) ha una durata di 6 mesi, chiaramente purché durante tale arco di tempo non cambino i soci o i rappresentanti legali dell’azienda.
Se infatti chiedi oggi un certificato per un’azienda il cui socio di maggioranza era Tizio e tra un mese questo socio non c’è più, sostituito da Caio, è chiaro che quel certificato non è più valido, perché c’è una nuova persona a capo di quella società, di cui bisogna controllare se risultano condanne o altri elementi connessi con associazioni criminose.
Attenzione
La società, entro 30 giorni dal cambiamento dell’assetto societario, deve darne comunicazione al Prefetto. Alla mancata comunicazione si applica una multa fino a 60.000 euro.
Costo
Il certificato antimafia emesso dal SI.CE.ANT. non ha costi. È un certificato che gli enti pubblici possono scaricare direttamente dalla banca dati online e che serve per scongiurare il pericolo di infiltrazioni criminose all’interno di contratti con aziende private, quando per esempio vincono un appalto pubblico.
Una volta vinta la gara, l’ente appaltante procede a fare richiesta del certificato. La richiesta non può farla l’azienda che ha vinto l’appalto, ma può farla solo l’ente pubblico appaltante, tramite il sistema online SI.CE.ANT.