Sogni un terreno da coltivare, che ti permetta di dedicarti agli animali, a frutta e verdura, dove vivere all’aria aperta, a contatto con le cose più semplici. Ma nutri alcuni dubbi: temi che di semplice in Italia ci sia ben poco, soprattutto quando si tratta di cose burocratiche. Non hai tutti i torti. In questa guida completa sul coltivatore diretto ti fornisco la definizione desunta dal codice civile e non solo.
Ti spiego quali sono i requisiti necessari per ottenere la qualifica di CD (coltivatore diretto), di IAP (imprenditore agricolo professionale), vantaggi e agevolazioni che ti spettano, come fare l’iscrizione INPS, INAIL e alla Camera di Commercio, come aprire partita IVA e con quale codice ATECO, quanti ettari di terreno servono, come iniziare senza terreno di proprietà e infine se si può fare qualcosa anche senza partita IVA.
Indice
Definizione codice civile
Il codice civile non definisce in modo specifico il coltivatore diretto: la definizione si desume da una serie di articoli che trattano appunto la lavorazione del fondo. Il coltivatore quindi, è colui che coltiva un fondo, avvalendosi del proprio lavoro o di suoi familiari.
Principio della prevalenza
Importantissimo, ai fini della qualifica di coltivatore diretto, è la prevalenza: è necessario che lavori egli stesso la terra oppure i suoi familiari. Non è quindi indispensabile che sia in prima persona a lavorare, possono essere anche persone appartenenti alla sua famiglia.
L’importante è che, appunto, a lavorare il fondo siano prevalentemente lui o la famiglia. Possono lavorarci anche persone terze, ma per una determinata percentuale (che vedremo nel prossimo paragrafo) il lavoro devono svolgerlo coltivatore e/o famiglia.
Requisiti
Sei un coltivatore diretto solo in presenza dei seguenti requisiti, oggettivi e soggettivi (Legge n. 203/82):
- Tu stesso e/o la tua famiglia vi occupate della coltivazione del fondo in prima persona, per almeno un terzo della forza lavoro necessaria (art. 31 della Legge n. 590/1965);
- L’attività agricola viene svolta in modo costante e continuativo, quindi senza interruzioni;
- Per poterti iscrivere all’INPS nella sezione dedicata, devi impiegare almeno 104 giornate lavorative all’attività (giornate lavorative convenzionali – GLC).
Perché è molto importante la nozione di coltivatore diretto? Perché se possiedi tutti i requisiti, puoi usufruire di alcune agevolazioni fiscali molto interessanti, che affronteremo in seguito in questa guida.
Cosa prova che sei un coltivatore diretto? Se hai bisogno di provare la qualifica di coltivatore diretto, devi esibire il certificato di iscrizione all’apposita gestione agricola INPS. Essa attesta la tua qualifica di CD.
Quanti ettari di terreno servono
Per lavorare come coltivatore diretto, occorre un terreno. E su questo non ci piove: è molto semplice, se non banale da capire. Ma prima di iniziare devi capire quanto terreno hai e soprattutto che colture intendi intraprendere.
In base al terreno che hai, alla sua estensione, puoi capire cosa coltivare. Oppure, al contrario, in base a quello che vuoi coltivare devi procurarti un terreno ad hoc. Si tratta di un aspetto molto importante: devi anche accertarti che l’estensione del terreno che possiedi sia sufficiente a garantirti le famose 104 giornate lavorative.
Le giornate lavorative del tuo terreno quindi, dipendono molto dalla coltivazione che hai deciso di effettuare: per esempio, quella di zafferano è una coltivazione che necessita più giornate lavorative rispetto ad altre.
Suggerimento
Ti consiglio di consultare le indicazioni della tua regione. Le singole regioni infatti, possono pubblicare tabelle o guide in merito. Queste indicazioni possono cambiare da regione a regione.
Vantaggi
In qualità di coltivatore diretto, numerosi e interessanti sono i vantaggi:
- Diritto di prelazione. Se hai preso in affitto un terreno e il proprietario decide di venderlo, deve prima proporlo a te. Inoltre, se confini con un terreno e il suo proprietario lo mette in vendita (e non lo ha affittato a un CD), tu hai diritto di comprarlo.
- Imposte ridotte. Se decidi di comprare terreni agricoli e relative pertinenze, hai diritto all’“agevolazione per la piccola proprietà contadina” (PPC). Ciò significa che pagherai un’imposta di registro pari solo all’1% e imposte ipotecarie e di registro pari a 50 euro ciascuna. Per ottenere l’agevolazione, al notaio che si occupa della compravendita, devi esibire l’’iscrizione nell’apposita gestione previdenziale agricola INPS;
- Finanziamenti. In qualità di CD, puoi accedere a finanziamenti regionali ed europei, agevolati o addirittura a fondo perduto.
Imprenditore agricolo
Delle volte i termini coltivatore diretto e imprenditore agricolo vengono confusi. In realtà si tratta di due figure che, sebbene abbiano delle analogie, sono differenti. Il coltivatore diretto infatti, è a tutti gli effetti un imprenditore agricolo, nello specifico un piccolo imprenditore agricolo. Vediamo meglio quali sono le differenze.
Differenza tra coltivatore diretto e imprenditore agricolo
Sei imprenditore agricolo se eserciti attività agricola in modo professionale e abituale, hai partita IVA e sei iscritto al Registro delle Imprese (tenuto dalla Camera di Commercio). Si tratta dunque di una figura generica di imprenditore che lavora nel settore agricolo.
Se possiedi ulteriori requisiti:
- Dedichi all’attività agricola almeno il 50% del tuo tempo lavorativo;
- Il reddito dell’attività agricola rappresenta almeno il 50% del tuo reddito complessivo. Per esempio, hai un reddito di 60 mila euro all’anno. Almeno 30 mila derivano dall’attività agricola;
- Possiedi specifiche competenze professionali (laurea in agraria, oppure diploma tecnico agrario, oppure attestato di formazione agraria, oppure brevetto di agricoltore, oppure hai svolto attività agricola documentata per un triennio almeno).
Se possiedi questi requisiti, puoi ottenere la qualifica di imprenditore agricolo professionale – IAP- (D.Lgs. n. 228 del 2001) e godere di specifiche agevolazioni fiscali e creditizie.
Il coltivatore diretto è anche un piccolo imprenditore agricolo ma, diversamente dagli altri, lavora egli stesso il fondo (o la sua famiglia), dedica all’azienda agricola una certa quantità di giorni, la sua attività agricola è prevalente rispetto ad altre eventuali svolte. L’IAP invece non ha questi vincoli: può anche non lavorare personalmente nel fondo, può far lavorare prevalentemente persone estranee alla famiglia.
Altre analogie
Sia IAP che CD, godono del diritto di prelazione. Entrambi hanno partita IVA, sono iscritti alla Camera di Commercio e all’INPS, in apposite sezioni.
Senza terreno
Desideri fare il coltivatore diretto, ma non hai la proprietà di alcun terreno: vuoi iniziare da zero. Per usufruire delle varie agevolazioni (per esempio quelle sull’acquisto di un terreno), devi possedere già il terreno. Il possesso è imprescindibile.
Devi quindi prima prendere il terreno in affitto e dopo chiedere l’iscrizione all’INPS come coltivatore diretto. Poi infine puoi comprare il fondo.
Suggerimento
Chiedi maggiori informazioni all’INPS della tua zona, perché alcuni uffici accettano il comodato d’uso come possesso, altri richiedono un contratto di affitto.
Iscrizioni INPS, INAIL, Camera Commercio
Per essere coltivatore diretto a tutti gli effetti, devi iscriverti:
- All’INPS, Gestione Agricoli Autonomi;
- Nella Sezione Speciale del Registro delle imprese, tenuto dalla Camera di Commercio, indicando la qualifica sia di piccolo imprenditore sia di coltivatore diretto (in qualità di coltivatore diretto infatti, sei anche piccolo imprenditore, come spiegato nei passi precedenti);
- All’INAIL.
In qualità di coltivatore diretto, devi aprire partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, con codice ATECO 01.
Tutte queste iscrizioni puoi farle con un unico documento, che si chiama ComUnica: con una sola procedura online puoi iscriverti contemporaneamente a INAIL, INPS, Camera di Commercio e aprire partita IVA (lo può fare il tuo commercialista).
Senza partita IVA
Per diventare coltivatore diretto e usufruire dei relativi vantaggi fiscali, devi aprire:
- Partita IVA;
- Apposita posizione contributiva all’INPS.
In qualità di coltivatore diretto infatti, sei a tutti gli effetti un piccolo imprenditore agricolo, ossia un soggetto che opera in modo abituale e continuativo.
Se però intendi lavorare la terra in modo occasionale, senza alcun impegno costante, allora non sei obbligato ad aprire partita IVA. Il primo requisiti di un imprenditore (che fa scaturire tutti gli obblighi connessi), è proprio l’abitualità del lavoro. Se lavori la terra occasionalmente, non hai obbligo di aprirla. Di conseguenza, non puoi ottenere la qualifica di CD.