Quello dell’assistenza e dell’accoglienza è un settore che sta conoscendo una larga diffusione, complici alcuni fenomeni sociologici che hanno contribuito ad allargare dei business che finora erano piuttosto marginali, come per esempio i fenomeni migratori oppure l’innalzamento dell’aspettativa di vita.

In questa guida completa su come aprire casa famiglia ti spiego innanzitutto come funziona, cos’è una casa famiglia, come fare per aprila, qual è la procedura da seguire, cosa serve, quali sono i requisiti richiesti, se occorrono specifiche autorizzazioni ed infine come e quanto si può guadagnare.

Come funziona

La casa famiglia è una casa alloggio, di piccole dimensioni, con finalità sociali:

  • Per bambini;
  • Per anziani autosufficienti ;
  • Per ragazze madri;
  • Per donne in difficoltà;
  • Di aiuto ai disabili.

Si tratta di strutture di piccole medie dimensioni, che di solito non accolgono più di sei ospiti e che hanno finalità puramente sociali, ricreative o di inserimento sociale o lavorativo, ma non di tipo sanitario. In quest’ultimo caso infatti occorrerebbero ben più specifiche autorizzazioni.

Attenzione

È molto importante sottolineare che una casa famiglia ha solo fine abitativo, educativo o di inserimento lavorativo/sociale, ma non fini sanitari/infermieristici. Per aprire una casa famiglia quindi, non essendo una struttura sanitaria, non occorre alcuna autorizzazione del comune né altri accordi con le istituzioni.

La casa famiglia si fonda solitamente su una coppia di coniugi oppure un single o una coppia di partner, che offrono la disponibilità ad accogliere in casa propria fino a sei persone (minori, adulti, o anziani o immigrati, ecc.). Ecco perché si chiama “casa famiglia”: perché è una civile abitazione in cui vive già una famiglia e che è disposta ad accogliere altri membri.

Lo scopo della casa famiglia cambia in base agli ospiti che si decide di accogliere: se si tratta di bambini, è chiaro che l’attività della casa famiglia sarà quella di coccolarli, accudirli, far loro assaporare la realtà familiare, considerando che si tratterà di bambini che provengono da famiglie difficili.

Se si tratta di una casa famiglia per anziani, le attività saranno soprattutto ricreative; se si tratta di una casa famiglia per donne in difficoltà o per immigrati si fornirà assistenza al loro inserimento sociale, aiutandoli nella compilazione di cv, nella ricerca di una casa o di un lavoro, ma anche attività ricreative.

In Italia la domanda di questo tipo di servizi sta crescendo sempre di più e quindi ci sono sempre più persone che tentano di avviare una casa famiglia, alle volte purtroppo non comprendendo bene che occorrono sacrifici, capacità, moltissima dedizione verso il prossimo.

Come fare

Se stai pensando di aprire una casa famiglia, ci sono alcuni passi da seguire in modo da attivare la procedura senza intoppi e senza ritardi. Sicuramente devi avere anche un budget economico in modo da comprare o affittare un edificio.

Se però hai già una casa tua, che può anche essere la tua abitazione, nulla ti vieta di fare proprio in casa tua la casa famiglia. Anzi, la casa famiglia è proprio, come il nome stesso dice, una struttura dall’ampio respiro familiare, dove gli ospiti cercano spesso ciò che fuori non hanno.

Procedura

I passi da seguire sono i seguenti:

  1. Individua il progetto sociale. Come elencato sopra, una casa famiglia può essere finalizzata a un progetto sociale, come può essere una comunità alloggio per anziani, una casa famiglia per bambini, per donne in difficoltà, per immigrati o per ragazze madri.
  2. Individua l’edificio per accogliere gli ospiti. La casa famiglia è una struttura ricettiva di medio piccole dimensioni, dove di solito non si ospitano più di sei persone e non si forniscono servizi sanitari. In virtù di ciò non occorrono specifiche autorizzazioni: l’edificio deve essere a uso residenziale e dunque rispettare la Legge n.46/90 sugli impianti. Inoltre deve rispettare anche le regole contenute nelle Leggi n.626/06 e n.81/08 relative alla sicurezza dei posti di lavoro, essendo una casa famiglia non solo un’abitazione residenziale ma anche un posto di lavoro.
  3. Occupati degli aspetti burocratici. Essendo la casa famiglia un’attività a tutti gli effetti, devi aprire la partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, iscriverla presso il Registro delle Imprese tenuto dalla Camera di Commercio, iscriverti all’INPS e all’INAIL per i relativi contributi ed infine comunicare al Comune l’inizio attività. Ci teniamo a precisare che questa comunicazione al Comune non è un’autorizzazione, in quanto una casa famiglia essendo di piccole dimensioni non ha bisogno di autorizzazioni, ma è solo una semplice comunicazione di inizio attività da presentare all’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune. Tutte queste cose puoi farle tu, tramite un modello che si chiama ComUnica e che serve ad aprire tutte le posizioni (IVA, INPS, INAIL…) in una sola volta e con una sola comunicazione. In alternativa puoi farlo fare al tuo commercialista di fiducia, anche perché comunque un buon commercialista sarà necessario per seguire la tua contabilità, per calcolare le tasse e pagarle.
  4. Imposta un’efficace campagna pubblicitaria. Il successo di ogni azienda o attività è spesso decretato anche dall’efficienza dei progetti pubblicitari. Non sottovalutare l’investimento in marketing quindi.

Cosa serve

Aprire una casa famiglia come se si volesse aprire qualunque altra attività, è il metodo più veloce per fallire. Per aprire una casa famiglia servono:

  1. Soldi. Perché dovrai acquistare o affittare un appartamento. A meno che tu voglia mettere a disposizione la tua stessa abitazione, oppure ne hai avuta una in eredità o in donazione. Una volta che hai l’appartamento a disposizione, la mobilia, non ci sono altri costi da sostenere, se non quelli del personale.
  2. Studi specifici in psicologia o in ambito dei servizi sociali o comunque una certa esperienza. Per esempio le case famiglia per bambini spesso vengono aperte da famiglie che in passato hanno già avuto in affidamento dei minori. Non è quindi obbligatorio avere un determinato titolo di studio, ma è sicuramente auspicabile.
  3. Genuino e profondo desiderio di aiutare il prossimo, caratteristica che è tutt’altro che scontata.

Requisiti

Per aprire una casa famiglia non sono richiesti specifici requisiti. Essendo comunque un ambito molto particolare, occorre almeno avere preparazioni minime di base, quindi sicuramente è bene fare un corso di primo soccorso. Per il titolare non è obbligatorio avere titoli di studio particolari. Discorso diverso è per il personale che invece sarà a contatto con gli ospiti, per i quali di solito la normativa regionale richiede la frequenza e il superamento di appositi corsi riconosciuti dalle Regioni.

Suggerimento

Consulta il sito internet della tua regione oppure rivolgiti allo sportello comunale o Informagiovani della tua città, in modo da chiedere informazioni su eventuali corsi riconosciuti dalla Regione.

Guadagni

La gestione nonché il tariffario di una casa famiglia è rimesso all’iniziativa privata. Il gestore quindi gode di un’autonomia decisamente ampia sia nello stabilire le tariffe, i prezzi dei servizi offerti sia nello stabilire le regole per la gestione della casa.

L’assistenza agli anziani soprattutto, è un business che continua a crescere sempre di più, considerando sopratutto il generale contesto di allungamento della vita dei paesi sviluppati e i figli e nipoti che purtroppo sempre più spesso non riescono (o non vogliono) dedicare agli anziani il tempo che meriterebbero.

Per quanto riguarda invece le case famiglie che ospitano minori, esse ricevono la retta dei comuni per ogni bambino che accolgono e che il Comune eroga fino a quando il bambino resta nella struttura. Rette che arrivano anche a 100 euro al giorno.

Purtroppo c’è un’altra, terribile faccia della medaglia: bambini che vengono sballottati da una casa famiglia all’altra, come se fossero merce preziosa. Ecco perché il vero requisito principale per aprire una casa famiglia deve essere un genuino senso di comprensione e il desiderio reale di aiutare il prossimo.