In Svizzera o in Brasile? Quante volte ci siamo chiesti se conviene fare impresa all’estero, piuttosto che in Italia. Aprire un negozio, una ditta, una società o qualsiasi altra attività in Tunisia é possibile: il Paese é uno dei più prosperi, laici e ritenuti affidabili tra i paesi arabi mediterranei. Una terra su cui investire.
Vicino all’Italia, da cui dista circa 300 KM, ha permesso ha tanti italiani di fare impresa nei settori del tessile, della lavorazione del cuoio, dell’agricoltura (olio di oliva e datteri). La Tunisia é infatti il secondo partner commerciale con l’Italia, preceduta dalla Francia. Quali sono le caratteristiche di questo Paese e come fare impresa?
Come aprire un’impresa in Tunisia
In Tunisia il PIL aumenta di circa il 9% annuo, l’inflazione é al di sotto del 5%, la manodopera é a basso costo per un europeo, grazie al tasso di cambio con il dinaro tunisino (lo stipendio base di un operaio é di circa 150,00 euro lordi al mese). In Tunisia, si considerano società off shore, le società che siano totalmente esportatrici e che abbiano con un capitale sociale estero superiore al 66%. Il governo tunisino poi, prevede una serie di agevolazioni per la costituzione di aziende:
1. il rimpatrio degli utili (se quindi riportiamo i nostri guadagni in Italia) non è soggetto a particolari restrizioni.
2. Esenzione doganale per le importazioni. Il sistema doganale tunisino é aperto e veloce.
3. Le società miste italo-tunisine, si avvantaggiano di una totale esenzione fiscale nei primi dieci anni, se costituite entro il 2011. Se costituite dopo il 2011, é invece previsto un regime tributario agevolato con un’imposta sul reddito pari al 10%.
4. Le banche tunisine (private o semipubbliche) finanziano anche le imprese estere. La banche off shore, come la City bank garantisce segretezza, apertura di conti correnti in euro e dinari tunisini ed esportazione libera dei capitali all’estero.
5. Le imprese agro-alimentari, nelle zone non costiere, cosiddette “franche”, sono particolarmente interessanti grazie al “Progetto Sviluppo Regionale”.