Il contatto di lavoro a chiamata (detto anche “intermittente” o “job on call”) é un contratto di lavoro subordinato, tramite il quale il lavoratore si impegna a svolgere, a favore del datore di lavoro, prestazioni lavorative a carattere discontinuo o intermittente, nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale.

Sono previste due forme di contratto a chiamata:

– senza obbligo di risposta, quando il dipendente che riceve la chiamata non è obbligato a prestare la sua opera.
– con obbligo di risposta, quando il lavoratore é vincolato e deve quindi essere disponibile al momento della chiamata.

Di seguito vediamo come assumere un dipendente a chiamata e i limiti da rispettare.

Contratto

Come assumere un dipendente a chiamata

Per impedire l’abuso del contratto a chiamata, occorre rispettare determinati limiti:

– questo tipo di contratto può essere utilizzato solo per prestazioni saltuarie o solo per predeterminati periodi dell’anno.
– La durata del lavoro non deve essere coincidente con quella del contratto, altrimenti saremmo di fronte a un classico lavoro continuo).
– Il contratto a chiamata non può essere usato nei periodi festivi, nè sostituire dipendenti in sciopero.

La riforma Fornero ha inoltre previsto l’obbligo, per l’impresa che assume, di comunicare la chiamata del dipendente alla Direzione territoriale del lavoro (Dtl). la comunicazione può essere effettuata via web, fax o anche tramite messaggio sms. A chi non adempie questo obbligo, é applicata una sanzione tra i 400 e i 2.400 euro.

In ultimo, il governo Letta, ha introdotto un nuovo vincolo che va a disciplinare la durata della prestazione: non può durare più di 400 giorni nell’arco di tre anni. Se viene superata questa soglia, il contratto sarà assimilato a un classico a tempo indeterminato.