I contribuenti italiani morosi, spesso si trovano a dover combattere con Equitalia che, per recuperare tasse o imposte non pagate, si avvale dell’istituto del pignoramento dello stipendio. Come sancito nel decreto semplificazione (DL n.16 del 2012) é possibile pignorare:

– un decimo dello stipendio se non supera i 2.500 euro mensili,
– un settimo se é compreso tra 2.500 e 5 mila euro mensili,
– un quinto per cifre superiori.

Purtroppo però, c’è da fare un’osservazione. Sebbene l’art. 545, comma 4 c.p.c., sottolinei, come sopra, che è possibile pignorare al massimo un quinto dello stipendio/pensione, aggirare questo limite non é così difficile: una volta che lo stipendio viene accreditato sul conto corrente, confluisce con il resto dei risparmi, confondendosi con essi. A questo punto svanisce ogni limite ed Equitalia può pignorarlo al 100%.

La questione potrebbe essere semplice, se non ci fosse l’obbligo di aprire un conto corrente per stipendi superiori a 1000 euro: basterebbe semplicemente non farsi accreditare lo stipendio sul conto, ma riscuoterlo in contanti o con assegno. Purtroppo però, il governo Monti, ha imposto l’accredito su conto corrente di tutti gli stipendi o pensioni superiori a 1000 euro. Per cui, una volta accreditato il denaro, potenzialmente é pignorabile al 100%. Si può evitare che il frutto del proprio lavoro venga pignorato interamente, di fatto impedendoci di vivere dignitosamente, se non possediamo risparmi?

Come bloccare il pignoramento totale dello stipendio? E’ possibile? La risposta, fortunatamente, é affermativa. La soluzione può essere individuata in una recente sentenza del Tribunale di Savona: il lavoratore o il pensionato, possono impugnare il pignoramento, con ricorso in opposizione, provando che sul conto, oltre allo stipendio accreditato, non c’era altro denaro oltre a stipendio (o pensione), su cui valgono le regole di cui sopra (pignorabilità di massimo un quinto).

Il giudice Stefano Poggio del tribunale di Savona, ha infatti escluso la possibilità che Equitalia pignori tutto il conto corrente, se si dimostra che non vi sono altri risparmi oltre allo stipendio o pensione. In questo caso, la pensione o lo stipendio, anche se confluiscono nel conto corrente, non possono essere pignorati al minimo vitale (pari a 525,89 euro) e, solo per la residua parte, nei limiti di un quinto. Il giudice ha quindi sancito che, nonostante lo stipendio o la pensione confluiscano nel conto, restano comunque tali e non possono essere pignorati nei limiti fissati dalle legge.

Come comportarsi quindi? Il lavoratore o pensionato quindi, per “mettersi la riparo”, non dovrà far altro che utilizzare il conto solo per farvi affluire lo stipendio e nessun altra somma di denaro. Equitalia non procederà quindi al pignoramento integrale perchè non vi sono altri risparmi oltre allo stipendio e, nel caso dovesse farlo, il titolare del conto potrà fare ricorso chiedendo la sospensione del pignoramento integrale.