Anche le colf, le badanti e le baby sitter devono essere assunte con un regolare contratto e, alla fine del rapporto di lavoro, che si tratti di licenziamento, pensione, oppure dimissioni, occorre pagare alla colf, oltre al reddito dell’ultimo periodo lavorato, anche la liquidazione, la cosiddetta buonuscita.

La buonuscita si accumula durante l’anno e alla fine, ossia ogni 31 dicembre, il datore di lavoro provvede ad accantonare la somma (quota annuale di TFR). Questa quota poi, andrà sommata a quella degli anni successivi. Vediamo insieme come calcolare la buonuscita alla colf più precisamente.

colf

Se si vuol fare un calcolo veloce per rendersi conto della spesa, la liquidazione accantonata ogni anno corrisponde all’incirca a una mensilità. Se quindi la colf prende, per esempio 600 euro al mese, ogni anno si dovranno accumulare 600 euro. Se la colf ha lavorato sei anni, la sua liquidazione sarà di circa 3.600 euro (600 euro x 6 anni).

Come calcolare la buonuscita alla colf

Più precisamente, ecco cosa considerare nel calcolo della liquidazione alla collaboratrice domestica.

Passo 1. Individuare la retribuzione utile ai fini del calcolo TFR. Bisogna innanzitutto individuare la retribuzione annua utile ai fini del TFR. Essa è composta da questi elementi: retribuzione base + tredicesima + quota vitto e alloggio (se convivente) + eventuali premi mensili + eventuali scatti di anzianità. Ai fini del calcolo del TFR quindi, non rientra solo la paga base, ma tutti questi elementi.

Passo 2. Calcolo della quota annua di accantonamento. una volta individuata la retribuzione annua utile, si procede a calcolare la quota annuale da accantonare. Il calcolo é molto semplice: basta dividere la retribuzione netta annuale dell’anno in corso per 13,5. se quindi per esempio la colf ha una retribuzione annua lorda di 7.000 euro, occorre dividere 7.000 per 13,5. Si ottiene 518,51 euro, che rappresenta appunto la quota di TFR da accantonare per quell’anno.

Passo 3. Rivalutazione delle quote accantonate negli anni precedenti. A questo punto, occorre sommare alla quota dell’ultimo anno, anche quelle accantonate negli anni precedenti. Le quote accantonate nell’anno precedente dovranno però prima essere rivalutate:

– di un coefficiente fisso pari al 1,5%;
– di un coefficiente variabile pari al 75% dell’aumento del costo della vita accertato ISTAT Indice FOI) nel mese in esame rispetto al mese di dicembre dell’anno prima.

Ogni anno quindi, bisognerà rivalutare la somma delle quote degli anni precedenti per questi coefficienti. La quota dell’anno in corso rimane così com’è e viene quindi rivalutata l’anno successivo.

Passo 4. A questo punto, si sommano tutte le quote accantonate ogni anno. Si somma quindi il TFR accumulato e si aggiunge la quota di TFR conclusiva, ossia la quota spettante negli ultimi mesi lavorati, se il rapporto di lavoro termina durante l’anno e non al 31 dicembre. La quota degli ultimi mesi lavorati, andrà calcolata in proporzione ai mesi lavorati.

Passo 5. Infine, si versa il TFR alla colf, contro ricevuta firmata sia dal datore di lavoro che dal lavoratore domestico.