Purtroppo é sempre più frequente che un piccolo imprenditore, titolare di una ditta individuale, che si tratti di impresa artigiana o commerciale, sia costretto a chiudere la propria partita IVA, a causa dei debiti. Debiti che spesso comprendono finanziamenti ricevuti da banche, tasse e cartelle Equitalia (per IVA, contributi INPS, etc.) che l’imprenditore non riusciva più a pagare.
Nonostante il titolare provi tutti i modi per evitare la chiusura, sempre più+ spesso questa diventa l’unica via d’uscita, a una situazione che sembra sempre più precipitare: in cinque anni, dal 2008 al 2013, il popolo delle partite Iva é diminuito di 400mila unità, registrando una riduzione del 6,7% (dati della Cgia di Mestre). Cosa fare con i debiti che rimangono?
Chiusura ditta individuale con debiti…cosa rischio?
Questo si chiedono molti imprenditori alle prese con la triste decisione di dover chiudere la propria attività a causa delle scarse entrate e, di conseguenza, dei debiti che non si riescono a saldare. Cosa si rischia?
Per gli obblighi e i debiti dell’impresa individuale, risponde non solo il capitale dell’azienda, ma anche l’imprenditore con il proprio patrimonio personale. Se quindi stai per chiudere una ditta e su cui gravano ancora dei debiti, i fornitori, Equitalia e le banche, potranno rivalersi sui tuoi beni personali: casa di proprietà, auto, terreni. Ovviamente non avviene tutto in maniera automatica, ma occorre che questi attivino specifici iter di recupero crediti.
Chi non possiede nulla? Chi é nullatenente? In questo caso, non essendoci nulla su cui rivalersi, i creditori non avranno niente da aggredire. Ma attenzione: il mancato pagamento dei debiti contribuirà a creare una cattiva reputazione dell’ex imprenditore, che potrebbe riscontrare difficoltà nel caso in cui decidesse, in futuro, di riaprire una nuova attività (fornitori diffidenti, banche che non concedono prestiti, iscrizione al CRIF come cattivi pagatori, etc.). La soluzione migliore quindi, é quella di accordarsi, sia con i fornitori che con la banca, riformulando un piano di rientro congruo, ossia un piano di restituzione dei debiti più leggero, magari allungando la rata di rimborso, ma riducendo le rate.
E per quanto riguarda il fisco o Equitalia? Anche in questo caso, in base al debito, dovrebbe essere possibile stabilire un piano di rientro congruo, dimostrando necessariamente di essere in chiare difficoltà economiche si può infatti chiedere la rateizzazione dei debiti con Equitalia (a questo link come rateizzare i debiti Equitalia).