Prima di rivolgersi ad un avvocato, é sempre bene chiedere un preventivo, nel quale siano elencate tutte le spese che si dovranno prevedibilmente affrontare per il proprio caso. Il preventivo, va precisato, non costituisce un valore assoluto, perché le spese legali si compongono di tantissimi elementi variabili e possono aumentare imprevedibilmente, ma il rilascio di un preventivo è già qualcosa.
Cosa fare se la parcella dell’avvocato risulta troppo alta rispetto al preventivo, oppure l’onorario non può giustificarsi in relazione all’attività svolta dall’avvocato, o ancora, non c’è il dettaglio delle singole operazioni o comunque l’importo della fattura genera delle perplessità? Come contestare la parcella di un avvocato?
Prima di tutto, é da tenere presente che nel tariffario ufficiale degli avvocati ci sono circa 80 voci che incidono sull’onorario e che quindi rappresentano spese o “diritti” per il professionista. Le telefonare all’avvocato, i fax e soprattutto, le visite in studio, incidono sull’importo della parcella.
Una seduta in studio, per esempio, può arrivare a costare 300 euro, se si deve discutere prima dell’udienza. Non incide invece sulla parcella, la presenza dell’assistito in udienza, alle quali invece é sempre meglio partecipare, per vedere di persona come si evolve la causa e come lavora l’avvocato.
Come contestare parcella avvocato
La parcella che ti ha presentato l’avvocato ti lascia dubbi o perplessità? A questo punto, puoi chiedere spiegazioni di persona, oppure, se preferisci, inviare un reclamo per posta (tramite raccomandata A/R) o mail. Da questo link puoi scaricare un modulo fac simile di lettera di contestazione alla fattura dell’avvocato.
Se l’avvocato non risponde, oppure le risposte non sono esaurienti, puoi rivolgerti all’Ordine provinciale degli avvocati, chiedendo un giudizio di merito. Se l’Ordine non accetta la tua richiesta oppure risponde negativamente, puoi fare un ulteriore ricorso al Consiglio nazionale forense di Roma.