Quando si stipula un mutuo, ogni mese, insieme alla rata, la banca addebita anche le “spese di incasso” per la rata del finanziamento. Si tratta di piccoli importi, che di solito vanno da 1 a 5 euro, e molti si chiedono se sono detraibili o meno dal Modello 730.
E’ possibile considerare la spesa di incasso, come onere accessorio agli interessi passivi del mutuo, quindi portarli in detrazione ai fini del rimborso IRPEF? Vediamo cosa dice in merito l’Agenzia delle Entrate.
Risponde chiaramente alla domanda “Fiscooggi“, la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate, la quale chiarisce che, gli oneri accessori detraibili, sono rappresentati dalle spese necessarie alla stipula del finanziamento (come chiarito dalla circolare n. 15 del 20 aprile 2005, al punto 4.4).
La rivista, infine, chiarisce che fanno parte degli oneri accessori anche le commissioni che le banche percepiscono per la loro attività di intermediazione. Sono quindi detraibili anche le spese di incasso (a conferma di ciò, è possibile confrontare le istruzioni 730 anno 2006, a pagina 21, e modello Unico PF anno 2006, pagina 33).
E’ possibile detrarre fino ad un massimo di 4.000 euro, comprensivo di interessi e oneri accessori. Questa somma, totale (somma tra interessi e oneri), va indicata nel rigo E7 del 730 (quindi agli interessi occorre sommare gli oneri accessori e indicarli in questo rigo). Se quindi hai pagato 3.000 euro di interessi passivi e 20 euro di spese di incasso, al rigo E7 devi indicare 3.020.
Grazie a questa detrazione, che è pari al 19%, è quindi possibile recuperare fino a 760 euro l’anno (il 19% della somma massima detraibile, ossia 4.000 euro). In caso di coniugi indipendenti economicamente (l’uno non è a carico dell’altro) e che hanno un mutuo cointestato, per prima casa in comproprietà, è possibile scaricare dal 730 2.000 euro ciascuno.