Una disciplina specifica che tuteli i lavoratori contro il mobbing, in Italia, non c’è. Ci sono però diverse norme, costituzionali e civilistiche, offrono al lavoratore vittima di mobbing la possibilità di difendersi dai comportamenti persecutori che avvengono sul lavoro.
La prima sentenza che ha accolto il termine mobbing, é quella emessa dal Tribunale di Torino nel 1999 quando, una lavoratrice chiese un risarcimento per danno biologico, a causa di condizioni di lavoro gravose, vessazione e umiliazioni da parte del caporeparto. Purtroppo, ad oggi, non c’è neanche una norma specifica che punisca penalmente (con la reclusione) chi attua mobbing, ma si può solo procedere con cause civili e quindi chiedere un risarcimento. Ma la parte più difficile è sicuramente un’altra: come dimostrare di aver subìto mobbing?
Se ritieni di essere vittima di mobbing, devi mettere in atto alcune regole che varranno non solo come misura difensiva, ma anche come raccolta di prove, nel caso in cui il mobbing prosegua e tu decida di rivolgerti al tribunale.
1. Abbi pazienza e non scoraggiarti. Chi pone in essere mobbing, lo fa proprio per questo: vuole che ti licenzi. Non dargliela per vinta, faresti solo il suo gioco! Piuttosto, armati di forza e coraggio, perchè alla fine, devi essere tu il vincitore.
2. Non cadere in depressione. Sicuramente stai vivendo un brutto periodo, perchè vivere male a lavoro é davvero deprimente, angosciate. Allora, cerca di coltivare soprattutto le amicizie esterne al lavoro, i rapporti con la famiglia, dedicati a qualcosa che ti piace fare. Fai tutto il possibile per non cadere in depressione.
3. Non pensare di essere l’unico. In realtà siete in tanti. Secondo recenti stime, le persone vittime di mobbing in Italia sono più di un milione, cifra che sale a milioni se si considerano anche le famiglie.
4. Raccogli le prove delle vessazioni subìte. Annota tutto su un diario. Porta con te un registratore e registra le conversazioni durante le quali sei vessato. registrare una conversazione dove tu sei presente, non è reato! Anzi, vale come mezzo di prova. Scrivi quindi una sorta di diario, comprensivo di documenti e prove del mobbing subìto.
5. Trova altri colleghi, se ci sono, nelle tue stesse condizioni, oppure persone disposte a testimoniare.
6. Denuncia il mobbing. Se, nonostante la tua resistenza, gli atteggiamenti mobbizzanti non cessano, denuncia il mobbing. Attenzione però; devi avere prove certe (registrazioni, etc.), perchè ovviamente, se il mobbing subìto non é provato, ti esporresti a ritorsioni o querele per diffamazione.
7. Affidati a un buon avvocato già esperto di mobbing e, insieme a lui, chiarisci gli obiettivi che vuoi raggiungere (risarcimenti per danno biologico, reintegro nel posto di lavoro, patteggiamento, etc.) e le strade da percorrere per ottenerlo.