Dal 2008 non è più possibile diventare ragioniere commercialista con il solo diploma tecnico commerciale. E’ stata abolita infatti la distinzione tra l’Ordine dei Dottori Commercialisti e il Collegio dei Ragionieri e Periti Commerciali. Questi due ordini sono stati uniti e hanno dato vita all'”Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili“. Per iscriversi a questo ordine e, quindi, per diventare Dottori Commercialisti” oppure “Esperti Contabili”, è necessaria la laurea, almeno triennale.

Il commercialista é un esperto in diritto del commercio, tassazione e tributi, è un libero professionista che presta servizio a ditte individuali, società di persone e di capitali o ad altri liberi professionisti. Di seguito vediamo il percorso da seguire per diventare commercialista o esperto contabile in Italia, come prepararsi all’esame di stato e come aprire uno studio.

commercialista

Laurea triennale o magistrale?

Come detto in apertura, il diploma da ragioniere non è più sufficiente per iscriversi al nuovo “Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili”. L’Ordine è diviso in due sezioni:

  1. la sezione A dei “Dottori Commercialisti”, nella quale si possono iscrivere coloro che posseggono una laura specialistica (magistrale) in economia, che hanno fatto praticantato e hanno superato l’esame di Stato;
  2. la sezione B degli “Esperi Contabili”, nella quale si possono iscrivere coloro che posseggono una laura triennale in economia, che hanno fatto il praticantato e hanno superato l’esame di Stato;

La differenza tra i due quindi, sostanzialmente, è che i primi posseggono una laurea magistrale, i secondi solo triennale. Questo comporta che spesso, in pratica, i neolaureati con la laurea triennale, si iscrivano prima alla sezione B, per poi passare alla A. Ovviamente non è obbligatorio e ci si può iscrivere direttamente alla A, senza passare per la B, fermi restando i requisiti scolastici (laurea magistrale), il praticantato e l’esame di Stato.

Praticantato e poi, prepararsi all’esame di Stato

Come detto poc’anzi, il percorso formativo per chi desidera iscriversi nelle sezioni A o B dell'”Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili”, non si esaurisce al momento della laurea. Dopo la laurea infatti, in Italia, occorre svolgere un praticantato di almeno 3 anni presso uno studio commercialista o un professionista già abilitato. Occorre

E’ possibile iniziare il praticantato già con la laurea triennale, mentre si studia per la magistrale, in modo da abbreviare il percorso formativo. Al termine del praticantato lo studio rilascia il Certificato di Compimento del Tirocinio, con cui accedere all’esame di stato per l’abilitazione e iscrizione all’albo.

L’esame di abilitazione all’esercizio della professione, consta di tre prove scritte (di cui una prova pratica), e una prova orale. Le materie d’esame sono:

  1. per la prima prova: ragioneria, revisione aziendale, finanza aziendale, tecnica bancaria;
  2. per la seconda prova: diritto privato, fallimentare, del lavoro, commerciale, processuale civile.
  3. per la terza prova è prevista un’esercitazione sulle materie della prima prova scritta.
  4. per l’ultima prova, quella orale, è previsto l’accertamento delle conoscenze sulle materie delle prove scritte e su altre materie quali: matematica, informatica, statistica, economia politica, legislazione e deontologia professionale.

Sono ammessi alla prova orale coloro che raggiungono un punteggio di almeno sei decimi in ciascuna delle prove scritte.

Chi possiede solo la laurea triennale, può sostenere l’esame di stato per iscriversi alla sezione B dell’albo. Il numero delle prove è identico, ma varia il contenuto. Inoltre, se si intende iscriversi alla sezione B solo per “transizione” e quindi poi passare alla A, si è esonerati dalla prima prova scritta.

Aprire uno studio e… trovare clienti

E ora? Adesso si hanno varie possibilità:

  1. Lavorare come dipendente presso uno studio commercialista. Magari iniziare con piccoli studi, per poi mirare a grandi società di revisione contabile.
  2. Lavorare in proprio, aprire uno studio con partita IVA e quindi essere imprenditori di se stessi. Questa seconda scelta sotto un certo punto di vista è più impegnativa, perchè occorre farsi conoscere, iniziare a fidelizzare i clienti, ma è la strada che probabilmente da maggiori soddisfazioni a chi preferisce il lavoro autonomo.

Quanto guadagna un commercialista

Anche per questa domanda non c’è una risposta univoca. Se lavorerai come dipendente di un piccolo studio, il tuo stipendio non supererà di molto i 1.000 euro. Diverso il discorso se lavorerai per grandi imprese di revisione contabile e con mansioni manageriali, per i quali lo stipendio è molto più alto.

Se lavorerai come libero professionista, invece, i guadagni dipendono da te: deciderai tu come gestire la tua attività, sarai tu a cercare, gestire, mantenere e fidelizzare i tuoi clienti. I tuoi guadagni dipenderanno quindi dal giro d’affari che riuscirai a creare.