Il consulente del lavoro può essere un libero professionista (quindi dotato di partita IVA propria) o un dipendente (che lavora presso uno studio di consulenti), che si occupa di di tutte le attività amministrative (buste paga, ferie accumulate, TFR, assunzioni e dimissioni, etc.) dei dipendenti di una o più aziende.
Sei affascinato da questa professione, ma non dall’intraprendere un percorso universitario? Al posto di andare all’Università preferiresti buttarti subito nel mondo del lavoro? Purtroppo sei arrivato tardi: fino al 2007 infatti, era possibile diventare consulente del lavoro senza la laurea. Dopodichè la laurea é diventata requisito obbligatorio. Vediamo insieme che percorso di studi e quale formazioni intraprendere per diventarlo.
La legge numero 12 del 1979 sancisce il percorso da seguire per diventare un consulente del lavoro. Ecco i requisiti necessari:
– laurea triennale in economia, scienze politiche o giurisprudenza.
– praticantato obbligatorio di almeno 2 anni presso uno studio di consulenti del lavoro.
Dopo il praticantato, l’aspirante consulente del lavoro potrà accedere all’esame di Stato abilitante alla professione. Senza laurea e senza praticantato quindi, non ci si può iscrivere all’albo.
Incompatibilità. Non possono iscriversi all’albo dei consulenti del lavoro:
– i dipendenti statali;
– gli iscritti all’albo dei giornalisti.