Lavorare in obitorio richiede innanzitutto un grande self control, non impressionabilità e serietà, rispetto per il lavoro che si andrà a svolgere. La maggior parte delle persone odiano pensare alla morte, ma c’è un gruppo di persone per cui la morte é un vero e proprio business. E d’altronde, si tratta di figure professionali necessarie e che richiedono una particolare attenzione e umanità: l’operatore necroforo o becchino che dir si voglia, il medico legale. Come lavorare in obitorio?
In Italia non ci sono corsi specifici per quest’ambito, come avviene in altri Paesi, a meno che, se si decide di diventare medico, si scelga la specializzazione in medicina legale. Se invece vogliamo lavorare in obitorio in qualità di operatore, occorre essere in possesso di un diploma per operatore socio sanitario, se intendiamo lavorare negli ospedali.
Per lavorare in un’agenzia di pompe funebri invece, come operatore, non occorrono particolari attestati, ma si tratta tuttavia, di una figura che non va assolutamente sottovalutata. Essa rappresenta la serietà dell’azienda di pompe funebri: deve sapere come occuparsi delle salme e possedere particolare formazione anche morale, per sapersi correttamente relazionare con il cadavere e i parenti. Siccome non si tratta di un lavoro di segreteria e di mera attività di ufficio, può essere richiesta anche una certa prestanza fisica, poichè spesso sono richiesti lavori di fatica, come spostare, trasportare, etc.,
In America esistono anche dei corsi di studi in scienze mortuarie: l’Università dell’Oklahoma e il Cincinnati College di Scienze Mortuarie per esempio, atte a formare impresari di pompe funebri. Il lavoro di necroforo infatti, in altri Paesi, rappresenta una professione diversa dal solito stereotipo che vuole il becchino intristito e incattivito: é prevista una formazione atta anche a sostenere moralmente i defunti durante tutte le fasi. Varie agenzie funebri, infine, offrono anche percorsi psicologici di aiuto e sostegno ai familiari.