Ottenere sconti sulle tasse può sembrare impossibile. Almeno in Italia, dove la tassazione è tra le più alte al mondo. Eppure per i proprietari di immobili vari, appartamenti, case, che decidono di affittare, un’alternativa per risparmiare in termini di tasse c’è.
In Italia, pagare meno tasse nel settore degli affitti immobiliari, é possibile ed è, ovviamente legale. Di questa alternativa probabilmente ne hai già sentito parlare: conosci la cedolare secca? Ne hai sentito parlare ma non sai di preciso come funziona e quali sono i vantaggi? Questa guida allora, è quello che fa per te.
Come pagare meno tasse sugli affitti
La tassazione su un immobile avviene in varie situazioni: quando si acquista un immobile, quando lo si possiede, quando si vende e quando si affitta. L’affitto genera per il proprietario un reddito che, secondo la legge italiana, deve essere tassato. A questo punto il sistema fiscale offre due possibilità al proprietario:
– pagare le tasse in regime ordinario e quindi trattare il reddito percepito dall’affitto come classico reddito a cui applicare lo scaglione IRPEF corrispondente;
– oppure optare per la cedolare secca, ossia un regime che permette di applicare al reddito percepito dagli affitti, una percentuale pari al 21%. Per determinati comuni con carenze di disponibilità abitative o nei comuni ad alta tensione abitativa, la percentuale si riduce al 15%, ulteriormente ridotta al 10% per il quadriennio 2014-2017.
Considerando che il primo scaglione IRPEF, ossia quello per chi ha un reddito compreso tra 0 euro e 15.000 euro, prevede una percentuale di tassazione pari al 23%, la cedolare secca conviene sempre, considerando anche che esonera dal pagamento delle imposte di registro e di bollo, che sono invece dovute in regime ordinario.
Come aderire alla cedolare secca
E’ possibile optare per la cedolare secca al momento della registrazione del contratto di affitto presso l’Agenzia delle Entrate, barrando la corrispondente casella. L’opzione può essere esercitata anche dopo la registrazione ma, le imposte dovute e già pagate per il periodo precedente (quindi in tassazione ordinaria IRPEF) non sono più rimborsabili.