Con un’apposita circolare l’Agenzia delle Entrate ha chiarito alcuni dubbi sul trasferimento di denaro dall’estero in Italia tra conti correnti: quando un conto corrente italiano riceve denaro dall’estero, la banca applica la ritenuta del 20% a titolo di imposta.
In realtà, sempre come specificato dall’Agenzia, l’imposta è dovuta solo se i soldi trasferiti rappresentano redditi da capitale (quindi generati da un investimento finanziario) o redditi diversi (tipico esempio è il denaro ricavato da una casa affittata o venduta all’estero). Sono infatti esclusi dalla tassazione i redditi trasferiti per altri motivi, per esempio gli stipendi da lavoro, i guadagni da libera professione o impresa, o i piccoli regali ricevuti da parenti.
Tassazione del 20%: come evitarla
Purtroppo però, l’l’onere della prova spetta a colui che riceve il bonifico, il quale dovrà dimostrare che il denaro non è tassabile.
Dovrai presentare alla banca un’autocertificazione (solitamente un modello prestampato è disponibile presso la stessa banca), in cui si dichiari che il denaro non è tassabile, non essendo reddito da capitale o redditi diversi.
La banca, potrebbe richiedere di allegare ulteriori elementi utili ad accertare la non tassabilità dell’importo. Per esempio potrebbe chiedere copia dell’ultima dichiarazione dei redditi, da cui emerge che non possiedi imprese o altre attività all’estero.
Rimborso
Se la banca ha già applicato la ritenuta, il rimborso può essere chiesto direttamente alla banca entro il 28 febbraio dell’anno dopo. Se quindi per esempio hai ricevuto il bonifico il 30 giugno 2016, puoi chiedere il rimborso direttamente alla banca, entro il 28 febbraio 2017.
Trascorso questo periodo di tempo, potrai chiedere il rimborso solo all’Agenzia delle Entrate. Quest’istanza di rimborso può essere entro quattro anni dalla data della ritenuta.