La comunione dei beni è un regime patrimoniale in cui i coniugi decidono di condividere tutto, in cui quello che acquista uno diventa anche dell’altro, in cui sia i crediti che i debiti vengono messi in comune e quindi uno può rispondere anche in caso di inadempienza dell’altro.

In questa guida completa sulla comunione dei beni ti spiego cos’è e come funziona, cosa dice la legge in merito, cosa succede in caso di matrimonio prima del 1975 e dopo, in caso di separazione consensuale o coniugale, come vengono regolati gli immobili e il conto corrente in comunione, ed infine cosa avviene in caso di eredità.

Cos’è e come funziona

La comunione dei beni è un regime patrimoniale che i coniugi assumono al momento del matrimonio. Per spiegarla con termini “nuziali”, con la comunione dei beni “ciò che è mio è tuo e ciò che è tuo è mio”. Per spiegarla in termini semplici: se tu compri un immobile e lo intesti solo a te, il 50% è comunque anche del tuo coniuge.

C’è però da fare un’importantissima precisazione: i beni comuni sono solo quelli acquistati dopo il matrimonio. Se quindi sei in comunione dei beni ma hai comprato una casa prima di sposarti ed è intestata solo a te, quella casa rimane di tua proprietà esclusiva. In conclusione, nella comunione rientrano solo i beni comprati dopo il matrimonio, quelli comprati prima rimangono di esclusiva proprietà dei singoli coniugi.

Legge

Prima del 1975, due persone che si sposavano e non facevano alcuna scelta al momento del matrimonio, si ritrovavano automaticamente in separazione dei beni. Quindi, il regime patrimoniale legale, automatico, era quello della separazione.

Con la Legge 19 maggio 1975 n.151, conosciuta anche come “Riforma del diritto di famiglia”, la situazione si è capovolta: da allora ogni coppia che si sposa, se non opta per nessuna scelta, allora si applica automaticamente la comunione dei beni.

Ricapitolando: se ti sei sposato prima del 1975 e non hai espresso alcuna scelta, allora quasi sicuramente sei in separazione dei beni con il tuo coniuge. Se invece ti sei sposato dopo il 1975, il regime automatico è quello della comunione. Chiaramente, hai diritto anche di optare per la separazione, indicando espressamente la tua volontà all’officiante (prete o impiegato comunale).

Immobile

Quando si parla di regime patrimoniale la prima “preoccupazione” di un coniuge ricade sugli immobili. Vediamo i seguenti casi:

  1. Immobile ereditato;
  2. Casa acquistata prima del matrimonio;
  3. Casa coniugale

Casa acquistata prima del matrimonio

Se prima di sposarti hai comprato una casa oppure l’hai ricevuta in eredità, allora quella casa è solo ed esclusivamente tua, il tuo coniuge non ha diritto ad alcuna quota, anche se siete in comunione dei beni (articolo 179 del codice civile, lettera a).

Casa coniugale

Se tu e il tuo coniuge siete in comunione dei beni e uno dei due compra una casa e la intesta solo a se stesso, comunque quella casa appartiene al 50% anche all’altro, per effetto della comunione dei beni. Poco importa che tu l’abbia comprata con il tuo denaro: se siete in comunione dei beni il 50% è anche di tuo marito/moglie.

L’immobile acquistato da un solo coniuge in comunione dei beni, è quindi di entrambi. Se però hai comprato quella casa con del denaro ottenuto da un risarcimento danni, allora è di tua proprietà esclusiva (articolo 179 del codice civile, lettera e).

Immobile ereditato

Se ricevi una casa in regalo, quindi per esempio per donazione o successione ereditaria, quella casa rimane solo ed esclusivamente tua, anche se sei in comunione dei beni con il tuo coniuge. L’unico modo che c’è per rendere il tuo coniuge beneficiario della casa è che la persona deceduta la abbia inserita nel testamento. In mancanza di un testamento quella casa è solo tua (articolo 179 del codice civile, lettera b).

Conto corrente

Quando moglie e marito sono in comunione dei beni, si potrebbe pensare che i soldi del conto corrente siano di entrambi, anche se è intestato solo a uno dei due. Non è sempre così, la normativa sul conto corrente intestato ad un solo coniuge è più specifica, tutto dipende dalla provenienza di quel denaro:

  1. Stipendio o attività imprenditoriale. Questi soldi sono di proprietà esclusiva del titolare del conto. Nel momento in cui la comunione si scioglie però, quindi al momento della separazione, questi soldi si dividono al 50%. Conclusione: se hai un conto corrente a te intestato, ti conviene togliere tutto prima della separazione, perché in quel momento poi il tuo ex potrà pretendere il 50% (cosiddetta comunione residuale).
  2. Proventi da impresa familiare. Questo caso è molto diverso: appena sul conto corrente entrano proventi da attività familiare, fanno parte immediatamente nella comunione dei beni.
  3. Denaro proveniente da vendita di beni acquisiti prima del matrimonio. Se prima di sposarti avevi comprato o ricevuto in eredità una casa e ora che sei sposato la vendi, quei soldi rimangono di tua proprietà esclusiva.
  4. Eredità. Se ricevi in eredità una somma, questa rimane di tua proprietà esclusiva anche se siete in comunione dei beni.

Separazione

La comunione dei beni che vigeva sui beni, continua anche se i coniugi poi optano per la separazione dei beni. Per esempio, Mario e Anna si sono sposati in comunione dei beni, Anna ha comprato una casa, quindi rientra nella comunione. A un certo punto Anna e Mario decidono di andare dal notaio per fare la separazione dei beni. La separazione vale solo per i beni comprati da questo momento: la casa comprata in regime di comunione continuerà a rimanere in comunione.

Separazione consensuale o giudiziale

Con la separazione, che sia consensuale o giudiziale, la comunione dei beni si scioglie. Il momento preciso in cui si scioglie la comunione è il seguente:

  1. Nella separazione giudiziale, quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati;
  2. Nella separazione consensuale, quando viene redatto, sottoscritto e omologato il verbale di separazione.

Al momento della separazione, si dividono i beni in parti uguali tra moglie e marito, tenendo conto dei principi enunciati sopra. Il giudice può dare in usufrutto un bene a favore di uno degli ex coniugi, per esempio la casa alla persona che avrà in custodia i figli.

Successione

Se un coniuge muore, che sia in comunione o in separazione dei beni, ha comunque diritto all’eredità. L’unica cosa che cambia, e non di poco conto, è la percentuale di eredità: in caso di comunione dei beni è maggiore rispetto a quella che avrebbe in separazione dei beni. Facciamo alcuni esempi pratici per capire meglio.

Esempio comunione dei beni senza figli

Anna e Mario sono sposati in comunione dei beni e non hanno figli. Mario aveva comprato una casa durante il matrimonio e ricade nella comunione. Quella casa quindi va:

  • Al 50% ad Anna;
  • Al restante 50% agli altri eredi (eventuali fratelli, genitori), tra cui rientra anche la stessa Anna. Quindi Anna si ritrova il 50% della casa come quota della comunione e un’altra percentuale come quota ereditaria.

Esempio separazione dei beni con figli

Anna e Mario sono sposati in separazione dei beni e hanno due figli. Mario aveva comprato una casa durante il matrimonio. Quella casa va ripartita tra gli eredi secondo le quote ereditarie, quindi tra Anna e i figli, senza nessuna percentuale esclusiva di Anna.

Esempio comunione dei beni con figli

Anna e Mario sono sposati in comunione dei beni e hanno due figli. Mario aveva comprato una casa durante il matrimonio e ricade nella comunione. Quella casa quindi va:

  • Al 50% ad Anna;
  • Al restante 50% agli altri eredi, ossia ai figli e alla stessa Anna, secondo le quote disposte dalla legge.