Avere un conto corrente all’estero è assolutamente legale: non c’è alcuna legge che ti vieti di detenere il tuo denaro esattamente dove tu desideri. Tuttavia, se hai un conto corrente all’estero, in alcuni casi devi dichiararlo, in altri casi non hai alcun obbligo.
In questa guida completa ti spiego quando va dichiarato il conto corrente estero, quali sono i casi e i limiti previsti dalla normativa italiana, qual è il quadro da compilare in dichiarazione dei redditi, infine cosa succede in caso di omessa dichiarazione, le sanzioni applicate dal fisco italiano.
Quando va dichiarato
Chiariamo sin da subito quando sei obbligato o meno a dichiarare il tuo conto corrente estero:
- Sei obbligato a dichiarare il tuo conto corrente estero se, per almeno un giorno durante l’anno, ha superato il saldo di 15.000 euro (art. 2, co. 4-bis del D.L. n. 4/2014; Legge n. 186(2014). Se quindi dal 1 gennaio al 31 dicembre, per anche solo un giorno hai avuto più di 15.000 euro, allora devi dichiararlo.
- Non sei obbligato a dichiarare il tuo conto corrente estero se durante l’anno il saldo non ha mai superato i 15.000 euro.
Ricapitolando, se per almeno un giorno dell’anno hai avuto più di 15.000 euro su quel conto, allora devi indicarlo in dichiarazione dei redditi ai fini del monitoraggio fiscale.
Se non hai mai superato i 15.000 euro, ma durante l’anno la consistenza media del conto è maggiore di 5.000 euro, allora il conto estero devi comunque dichiararlo, non ai fini del monitoraggio fiscale, ma ai fini del pagamento dell’IVAFE, ossia l’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero.
Ricapitolando, se il tuo conto corrente:
- Non ha mai superato i 15.000 euro durante l’anno e neanche la consistenza media di 5.000 euro => Allora non devi dichiarare nulla.
- Non ha mai superato i 15.000 euro durante l’anno ma ha superato la consistenza media 5.000 euro => Allora devi dichiarare il conto ai fini IVAFE;
- Ha superato i 15.000 euro, anche per un solo giorno durante l’anno => Devi dichiarare il conto estero ai fini del monitoraggio fiscale, anche se la consistenza media è stata minore di 5.000 euro.
Il quadro dove dichiarare il conto estero, sia ai fini del monitoraggio fiscale che ai fini IVAFE, è il quadro RW della dichiarazione dei redditi.
Al di sotto di questi limiti, non hai alcun obbligo di dichiarare il tuo conto corrente estero.
Cosa si intende per consistenza media
Come detto nei passi precedenti, se durante l’anno, la consistenza media del tuo conto corrente è stata maggiore di 5.000 euro, allora devi dichiararlo ai fini IVAFE.
Per consistenza media (detta anche giacenza media) del conto corrente, si intende l’importo medio dei crediti rapportati a un anno. Per dirlo in termini pratici, per ottenere la giacenza media del tuo conto corrente, devi sommare le giacenze di ogni singolo giorno, quindi devi sommare 365 giacenze. Ottenuto il risultato devi dividerlo per 365. Il risultato è la giacenza media. Quindi, la formula per il calcolo della giacenza media é la seguente:
(Sommatoria delle giacenze singole quotidiane) / 365
Se il risultato è maggiore di 5.000 euro, significa che hai appunto superato la giacenza media di 5.000 euro e dunque hai l’obbligo di dichiarare il conto estero nel quadro RW, ai fini dell’IVAFE.
Di solito non c’è bisogno di fare il calcolo: quando la banca ogni anno ti invia l’estratto conto annuale, è già indicato la giacenza media. Se non c’è, puoi chiedere alla tua banca di effettuare il calcolo.
Attenzione
I limiti sopra esposti, ossia di 15.000 e 5.000 euro, devi considerarli per tutti conti corrente detenuti all’estero con lo stesso intermediario. Quindi se per esempio hai due conti correnti con la stessa banca, e durante l’anno su uno avevi 10.000 euro e sull’altro avevi contemporaneamente 6.000 euro, allora hai superato i 15.000 euro e quindi devi dichiarare i conti
Sanzioni per conto estero non dichiarato
L’amministrazione fiscale italiana, nell’ambito degli accordi di comunicazione e trasparenza fiscale con gli altri stati, può venire a conoscenza di un tuo conto corrente estero, anche se non l’hai dichiarato.
L’omessa compilazione del quadro RW ai fini del monitoraggio fiscale rappresenta una violazione formale. Nel senso che, dovevi dichiarare il conto solo a fini informativi, non dovevi pagare alcuna imposta: la mancata dichiarazione non ha influito sulle imposte da pagare (non ve ne erano). Dovevi solo comunicare l’esistenza del conto e non l’hai fatto.
In questo caso (violazione formale), ecco le sanzioni previste dalla legge (art. 5 del D.L. n. 167/90; Legge n. 97/201, obblighi derivanti dalla “Legge Europea 2013”):
- Multa fissa di 250 euro, purché compili il quadro RW entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria;
- Multa dal 3 al 15% della somma non dichiarata, se hai il conto corrente in Paesi non Black List;
- Multa dal 6 al 30% della somma non dichiarata, se hai il conto corrente il Paesi appartenenti alla Black List.
La multa si applica anche se eri un soggetto esonerato alla dichiarazione dei redditi. Inoltre, in questo specifico caso (ossia soggetto esonerato alla dichiarazione dei redditi), opera anche la presunzione di aver costituito questo/i conto corrente/i con imposte evase in Italia, quindi il fisco può chiederti di pagare le imposte sul denaro che hai sul conto estero. A te spetta la prova che i soldi che hai sul conto non derivino da evasione fiscale (art. 12 del D.L. n. 78/2009).
Suggerimento
Se hai ricevuto una lettera dal fisco, nel quale ti contesta l’esistenza di un conto corrente estero non dichiarato, ti consiglio di contattare un commercialista esperto in fiscalità internazionale, il quale può aiutarti a individuare la tua situazione e usufruire del ravvedimento operoso, ossia del pagamento delle sanzioni in misura ridotta. Se aspetti troppo tempo, l’Agenzia delle Entrate ti invia un accertamento fiscale: a questo punto non puoi più usufruire del ravvedimento operoso (e dei relativi sconti).