Se hai un contratto a chiamata, sei tutelato durante il periodo di malattia: quando il datore di lavoro ti paga infatti, quel compenso comprende anche i contributi previdenziali. Se dunque ti ammali, hai diritto di ricevere l’indennità di malattia pagata dall’INPS.
In questa guida completa sulla malattia in caso di contratto a chiamata ti spiego come funziona, cosa succede sia in caso di contratto con obbligo di risposta che senza, quali sono le differenze se ti ammali mentre lavori oppure mentre sei disponibile, infine quanto viene pagata la malattia nei vari casi.
Come funziona
Il contratto a chiamata, detto anche a zero ore oppure intermittente, è un contratto con cui il datore di lavoro non ti garantisce un’orario minimo di lavoro. Ti chiama solo e se ne ha bisogno. Molto utilizzato nel settore della ristorazione e del turismo, si tratta di una delle modalità preferite da studenti e proprietari di strutture.
Per capire cosa succede in caso di malattia, bisogna innanzitutto fare una differenza tra:
- Contratto a chiamata senza obbligo di risposta. E’ quel contratto con cui il datore di lavoro può chiamarti, ma tu non sei obbligato a rispondere. Anche se ti chiama, puoi rifiutare il lavoro, non hai obblighi.
- Contratto a chiamata con obbligo di risposta. In questo caso, se il datore di lavoro ti chiama per lavorare, tu hai l’obbligo di accettare (a meno che tu abbia un giustificato motivo per assentarti). Per la tua disponibilità perenne, il datore di lavoro deve pagarti ogni mese l’indennità di disponibilità, anche se non lavori, per il semplice fatto di tenerti sempre disponibile.
Cosa succede se ti ammali
Ecco cosa succede e cosa fare se ti ammali, nei diversi casi.
1. Se ti ammali mentre NON stai lavorando:
- Se hai un contratto con obbligo di risposta. In questo caso, se ti ammali, devi tempestivamente avvisare il tuo datore di lavoro, per comunicargli la tua indisponibilità. Durante questo periodo non percepisci l’indennità di disponibilità. Quindi, se per esempio prendi un’indennità di disponibilità di 300 euro al mese e ti ammali per 15 giorni (con certificato medico), allora per questo mese il tuo datore di lavoro ti paga solo 150 euro di indennità. L’azienda dunque, non ha l’obbligo di pagarti durante la tua indisponibilità, anche se c’è un certificato di malattia che la attesta. Ma, aspetta: hai diritto all’indennità di malattia pagata dall’INPS! Sull’indennità di disponibilità infatti, il datore di lavoro ti paga i contributi e quindi se ti ammali mentre non lavori (ma sei comunque disponibile, visto il tuo contratto con obbligo di disponibilità) hai diritto all’indennità di malattia pagata dall’INPS e nei prossimi paragrafi vedremo a quanto ammonta (INPS circc. n. 17/2006; n. 41/2006). Dunque, se ti ammali, è vero che non percepisci l’indennità di disponibilità, ma percepisci comunque l’indennità di malattia INPS;
- Se hai un contratto senza obbligo di risposta. Siccome non stai lavorando, non percepisci nulla durante la malattia e contrattualmente non hai neanche obbligo di avvisare il tuo datore di lavoro.
Vediamo ora cosa succede se ti ammali mentre stai lavorando.
2. Se ti ammali mentre stai lavorando: in questo caso, essendo tu a lavoro, hai gli stessi diritti di tutti gli altri lavoratori dipendenti. Quindi, essendo la malattia subentrata durante il periodo lavorativo effettivo, hai diritto di ricevere l’indennità di malattia pagata dall’INPS. In parole semplici: se ti ammali mentre stai lavorando (e hai un certificato medico che lo attesta), hai diritto di essere pagato comunque, anche se non ti rechi a lavoro.
Questo vale sia che tu abbia un contratto a chiamata con obbligo di risposta che senza obbligo di risposta. Stai lavorando effettivamente, quindi poco conta che tu abbia l’obbligo o meno di risposta: sei a lavoro ed è intervenuta una malattia che ti impedisce di prestare il tuo lavoro.
Esempio
Supponiamo che l’azienda ti chiami per lavorare dal 1 al 15 maggio. Inizi a lavorare normalmente ma, il 7 maggio ti ammali e torni al lavoro solo l’11 maggio. In tutto sono 5 giorni di malattia. In questi giorni hai diritto di ricevere comunque l’indennità di malattia, essendoci stata una patologia durante la prestazione lavorativa effettiva.
Attenzione
Per ricevere l’indennità di malattia durante i giorni di riposo a casa, quando ti ammali devi avvisare tempestivamente il tuo datore di lavoro e girargli il certificato di malattia.
Generalmente l’indennità di malattia te la paga direttamente il tuo datore di lavoro. Quindi tu ricevi una normalissima busta paga, solo che nelle voci della busta paga al posto di stipendio mensile, per i giorni di malattia trovi appunto la voce “indennità di malattia INPS”. Questo per attestare appunto che durante quei giorni sei stato a carico dell’INPS, anche se il denaro te l’ha girato direttamente il datore di lavoro.
Quanto viene pagata
Hai diritto alla seguente indennità di malattia.
Hai un contratto a chiama con obbligo di risposta:
- Se ti ammali durante il lavoro effettivo, l’indennità si calcola in base alla retribuzione giornaliera percepita in fase di effettivo lavoro, immediatamente prima dell’insorgenza della malattia. Quindi, se per esempio stai lavorando dal 1 al 15 maggio e ti ammali il 10 maggio, l’indennità di malattia si calcola in base alla retribuzione giornaliera che hai percepito nei giorni dal 1 al 9 maggio.
- Se ti ammali mentre non lavori (quindi mentre percepisci l’indennità di disponibilità), l’indennità di malattia si calcola in base all’indennità di disponibilità che percepisci.
Vediamo invece come funziona se hai un contratto senza obbligo di risposta.
Hai un contratto a chiama SENZA obbligo di risposta:
In questo caso, come spiegato nei passi precedenti, hai diritto all’indennità di malattia solo se interviene mentre sei effettivamente a lavoro. In questo caso l’indennità di malattia si basa sulla retribuzione complessiva che hai ricevuto negli ultimi 12 mesi, divisa per il numero delle giornate lavorative ipotetiche (360 per gli impiegati, 312 per gli operai).