Gli stereotipi di contratto di lavoro tradizionale, vengono sempre più superati. Lo scopo è consentire alle imprese di far fronte alle emergenze e all’improvvisa mancanza di personale, e permettere alle persone di lavorare in un modo adatto alle esigenze personali.

In questa guida completa sul contratto a zero ore ti spiego cosa significa, cos’è e come funziona questa tipologia contrattuale, cosa prevede, se e quali sono gli obblighi previsti, i diritti, infine come funziona questo contratto oltre che in Italia, in Olanda e in Inghilterra, dove è più diffuso.

Cosa significa

Il contratto a zero ore é un tipo di contratto dove il datore di lavoro non garantisce un numero preciso di ore di lavoro, ma chiama il lavoratore solo quando ne ha bisogno. Il lavoratore, da parte sua, non ha obbligo di accettare: può accogliere la richiesta e quindi presentarsi al lavoro, oppure può rifiutarsi.

Si tratta dunque di un tipo di contratto diverso rispetto al contratto a chiamata, dove invece il lavoratore ha obbligo di rispondere alla chiamata e presentarsi al lavoro. Nel contratto a chiamata con obbligo di risposta, il lavoratore deve mantenersi libero in determinati giorni e ore, perché se riceve la chiamata deve essere disponibile. Per questa disponibilità, percepisce l’indennità di chiamata, ossia un compenso anche se non ha lavorato, per il semplice fatto di essere disponibile.

Nel contratto a zero ore, c’è molta più flessibilità: il datore di lavoro può chiamare, ma il dipendente non è obbligato ad accettare, può fare come vuole. Se quindi in quel momento per esempio è impegnato in un altro lavoro, può rifiutarsi. Dunque, non percepisce alcuna indennità di chiamata.

A cosa serve dunque, un contratto dove le parti non hanno alcuna garanzia di lavorare e/o rispondere alla chiamata? Semplice:

  • Il datore di lavoro sa che comunque ci sono già delle persone che potrebbero fare quel lavoro, e che potrebbero essere disponibili (quindi non deve cercarle, non deve fare colloqui). Propone a loro il lavoro, ma non garantisce al 100% la chiamata: chiamerà solo se ha effettivo bisogno. E non deve pagare neanche l’indennità di chiamata, paga solo il lavoro effettivo. Grazie a questo tipo di contratto infine, copre i bisogni temporanei o mutevoli di personale.
  • Il lavoratore, può rendersi disponibile per più datori di lavoro visto che non ha obblighi di risposta. Dunque, se riceve una chiamata o più chiamate può accettare quella che gradisce di più.

Il datore di lavoro, non può impedire al lavoratore di cercare o accettare un altro lavoro. Se il contratto contiene tale clausola, non è valida, dunque il lavoratore può comunque ritenersi svincolato dalla stessa, può ignorarla del tutto.

Come funziona

Il contratto a zero ore è un contratto a tutti gli effetti, dove datore di lavoro e lavoratore si accordano, per iscritto, sul rapporto di lavoro, indicando tempi, orari, tipologia di lavoro, retribuzione e altri dettagli come avviene in tutti i contratti di lavoro.

I lavoratori a zero ore hanno gli stessi diritti dei lavoratori classici, dunque hanno diritto al salario minimo previsto dal proprio CCNL di riferimento, nonché alle ferie, malattia, indennità di gravidanza, ecc.

Inghilterra

In Inghilterra, il contratto a zero ore (zero hours contract) é piuttosto diffuso, soprattutto tra gli immigrati che si affacciano per la prima volta nel mercato londinese, alla ricerca della propria fortuna, partendo dal basso. Contratti di questo tipo sono piuttosto comuni nel settore degli alberghi, della ristorazione, della vendita al dettaglio.

La struttura di questo contratto è semplice: una volta firmato, devi aspettare che il datore di lavoro ti chiami. Il preavviso spesso è di poche ore. Se accetti, inizi subito, ma se vuoi puoi anche rifiutarti.

Rifiutare però, purtroppo significa spesso perdere la precedenza e non essere più chiamato le volte successive.  A Londra comunque, essendo una grande città, non è difficile trovare altri lavori o lavori a zero ore che comunque permettono di lavorare un bel po’.

Oltre ai contratti a zero ore, in Inghilterra ci sono anche contratti di 4, 6, 8 ore alla settimana: significa che il datore di lavoro ti garantisce almeno 4, 6, 8 ore alla settimana, non di più. Può succedere comunque che ti chiami per più ore, ma te ne garantisce solo quelle.

Olanda

Anche nei Paesi Bassi è possibile firmare un contratto a zero ore. A differenza degli altri casi visti finora però, il datore di lavoro olandese garantisce un minimo di 3 ore a settimana. Inoltre, se il lavoratore desidera presentare le dimissioni, deve comunicarle con almeno un mese di preavviso.

Altra importante caratteristica del contratto a zero ore olandese: se per più di tre mesi consecutivi, lavori più delle ore previste dal contratto, si trasforma automaticamente adeguandosi alla nuova media di ore svolte.

Esempio

Se per esempio hai un contratto a zero ore, ma negli ultimi tre mesi hai lavorato in media 10 ore a settimana, il tuo contratto si trasforma automaticamente in un contratto a 10 ore.

Italia

In Italia il contratto a zero ore non è molto utilizzato: si preferisce optare per i contratti di collaborazione occasionale. Questa tipologia di contratti, rende la forza lavoro più flessibile e quindi favorisce l’economia: più persone hanno un impiego, dunque si riduce il numero dei disoccupati.

D’altra parte però, non si può negare che contratti estremamente flessibili, spesso non permettono al lavoratore di realizzarsi sotto alcuni punti di vista, per esempio se il lavoratore desidera chiedere un mutuo, difficilmente un contratto di collaborazione occasionale rappresenta una garanzia per la banca.