L’INPS stabilisce chiaramente i contributi che il datore di lavoro deve versare a favore dei collaboratori domestici: ogni anno pubblica una tabella dove indica le somme dovute sia dal datore di lavoro che la quota a carico del lavoratore.
In questa guida completa sui contributi colf, baby sitter e badanti ti spiego cosa sono, come effettuare il pagamento, come pagare il bollettino MAV, come pagare online, le scadenze da non dimenticare, come calcolare la somma da versare, come fare una simulazione di calcolo grazie al sito ufficiale INPS e infine quando sono deducibili e/o detraibili i contributi.
Cosa sono
Cosa significa. Anche i domestici, così come tutti gli altri lavoratori, hanno diritto di essere assicurati in caso di malattia, gravidanza, disoccupazione, pensionamento. Proprio per questo le famiglie presso cui collaborano sono tenute a versare i contributi previdenziali INPS.
Per lavoratori domestici si intendono:
- Colf;
- Badanti;
- Baby sitter;
- Altri lavoratori domestici.
Pagamento
Scadenza del versamento. In qualità di datore di lavoro sei tenuto a pagare i contributi colf, badanti e baby sitter ogni tre mesi. Il versamento infatti è diviso in trimestri:
- Gennaio/marzo;
- Aprile/giugno;
- Luglio/settembre;
- Ottobre/dicembre.
Puoi effettuare il pagamento attraverso uno di questi metodi:
- Bollettini MAV (te li invia l’INPS). Quando iscrivi un lavoratore domestico presso l’INPS, ogni trimestre l’INPS ti invia i bollettini MAV di pagamento, in base alla paga oraria e l’orario di lavoro dichiarato.
- Sito web dell’INPS, ossia il Portale dei pagamenti (qui trovi anche il manuale di istruzioni per l’utilizzo del servizio); puoi stampare il bollettino MAV per poi pagarlo presso i punti autorizzati. L’avviso di pagamento contiene la scadenza entro cui pagare, importo e istruzioni per il pagamento. In alternativa, puoi pagarlo subito online con carta tramite il servizio “Pagamento immediato PagoPA; va bene anche una Postepay oppure altra carta prepagata oppure puoi optare per l’addebito su conto corrente.
- Qualsiasi sportello delle Reti amiche. (poste, banche, tabacchini…) Devi quindi recarti presso uno di questi sportelli, comunicare il tuo codice fiscale e il codice rapporto di lavoro. L’addetto calcolerà subito l’importo dei contributi (può farlo perché al momento dell’assunzione hai comunicato tutti i dati all’INPS). A questo punto puoi pagare immediatamente.
Scadenza
Come spiegato nei paragrafi precedenti, il pagamento è trimestrale e devi effettuarlo rispettando le seguenti scadenze:
- I Trimestre Gennaio/marzo: devi effettuare il pagamento dal 1 al 10 aprile;
- II Trimestre Aprile/giugno: devi effettuare il pagamento dal 1 al 10 luglio;
- III Trimestre Luglio/settembre: devi effettuare il pagamento dal 1 al 10 ottobre;
- IV Trimestre Ottobre/dicembre: devi effettuare il pagamento dal 1 al 10 gennaio.
In caso di cessazione del rapporto di lavoro (licenziamento, dimissioni, pensionamento, però, devi pagare i contributi entro i dieci giorni successivi.
Tabella
Ogni anno l’INPS pubblica le tabelle con l’importo dei contributi da pagare per l’anno in corso. La circolare INPS n.16/2019 mostra gli importi da pagare per tutto il 2019:
Retribuzione oraria | Contributo orario inclusa CUAF (ossia con Assegni Familiari) | Contributo orario esclusa CUAF | (Di cui a carico dipendente) |
---|---|---|---|
Fino a 8,06 euro | 1,41 euro | 1,43 euro | 0,36 euro |
Da 8,07 a 9,81 euro | 1,61 euro | 1,62 euro | 0,40 euro |
Da 9,82 a 999 euro | 1,96 euro | 1,97 euro | 0,49 euro |
Contratto oltre 24 ore settimanali (Da 0 a 999 euro) | 1,04 euro | 1,04 euro | 0,26 euro |
Esempio
Prendiamo il caso di una colf assunta a tempo indeterminato, che ha una retribuzione di 10 euro all’ora e non percepisce assegni familiari. Le spettano 1,97 euro di contributi INPS all’ora, si cui 0,49 il datore di lavoro li trattiene dalla sua busta paga, gli altri 1,48 euro invece li paga il datore di lavoro.
Retribuzione oraria | Contributo orario inclusa CUAF (ossia con Assegni Familiari) | Contributo orario esclusa CUAF | (Di cui a carico dipendente) |
---|---|---|---|
Fino a 8,06 euro | 1,51 euro | 1,51 euro | 0,35 euro |
Da 8,07 a 9,81 euro | 1,70 euro | 1,71 euro | 0,40 euro |
Da 9,82 a 999 euro | 2,07 euro | 2,08 euro | 0,49 euro |
Contratto oltre 24 ore settimanali (Da 0 a 999 euro) | 1,10 euro | 1,10 euro | 0,26 euro |
Esempio
Prendiamo il caso di una colf assunta a tempo determinato, che ha una retribuzione di 11 euro all’ora e percepisce assegni familiari. Le spettano 2,07 euro di contributi INPS all’ora, si cui 0,49 il datore di lavoro li trattiene dalla sua busta paga, gli altri 1,58 euro invece li paga il datore di lavoro.
Calcolo
Tramite il sito ufficiale INPS puoi fare una simulazione di calcolo dei contributi da pagare per il lavoratore: quota a carico del datore di lavoro e del lavoratore.
Simulazione
Il servizio è disponibile a questa pagina. Basta compilare i vari punti specificando:
- Tipologia di contratto (a tempo determinato o indeterminato);
- Trimestre di riferimento;
- Se il collaboratore ha lavorato tutte le settimane del trimestre, altrimenti basta spuntare solo le settimane di lavoro;
- Le ore retribuite nel trimestre;
- La parentela o meno con il datore di lavoro;
- La paga oraria oppure la paga mensile;
Infine cliccare su “Calcola”. Il sistema indica subito l’importo di contributi da pagare, e specifica anche l’importo a carico del lavoratore.
Esempio
Ecco un esempio di importo contributi da pagare, calcolato grazie al servizio INPS:
Quota a carico del lavoratore
I contributi da pagare all’INPS non sono completamente a carico del datore di lavoro. Una parte la paga il datore di lavoro e un’altra parte (più piccola) la paga il lavoratore. L’importo viene trattenuto direttamente sulla sua busta paga.
Non c’è una percentuale precisa a carico del lavoratore: l’INPS ogni anno (verso fine gennaio/inizio febbraio) pubblica una tabella con l’importo di contributi INPS da pagare per ogni ora lavorata. E di quell’importo quanto è a carico del datore di lavoro e quanto a carico del collaboratore domestico. Nel paragrafo in alto “Tabella” trovi la tabella con gli importi 2019.
Deducibili
Se hai assunto un collaboratore domestico (colf, badante, baby sitter…) puoi dedurre dal tuo reddito i contributi INPS versati. I contributi quindi danno diritto a deduzione (riducono il reddito imponibile) e non a detrazione (che riduce la tassa). Tranne in un caso specifico che, come vedremo più avanti, da diritto anche a detrazione.
Puoi dedurre fino a un massimo di 1.349,36 euro annui (importo fisso, non varia in base al reddito del datore di lavoro) e per per presentarle in dichiarazione dei redditi devi conservare le ricevute dei bollettini INPS pagati.
Unico caso di detrazione
Se il collaboratore assiste soggetti non autosufficienti, puoi detrarre dall’IRPEF il 19% dei contributi INPS pagati, fino a 2.100 euro annui. Per avere diritto alla detrazione, alla dichiarazione dei redditi devi allegare:
- Ricevute dei bollettini INPS (firmate dal collaboratore domestico);
- Certificato medico che conferma la non autosufficienza.
Può beneficiare della detrazione il familiare che paga i contributi oppure lo stesso soggetto autosufficiente.
Attenzione
Hai diritto alla detrazione solo se il tuo reddito complessivo è minore di 40.000 euro lordi annui.
Mav
Quando iscrivi un collaboratore domestici all’INPS, ogni tre mesi l’INPS stesso ti invierà i bollettini MAV con l’importo dei contributi da pagare, sulla base dei dati che hai indicato in fase di iscrizione (ore di lavoro, paga, ecc.).
Dove e come pagare i bollettini MAV
Puoi pagare i MAV presso:
- Qualsiasi sportello bancario; dopo il pagamento l’addetto ti consegna una ricevuta;
- I classici bancomat ATM; al termine dell’operazione puoi ritirare lo scontrino, che vale come prova di pagamento;
- Online, se disponi di un servizio di home banking; anche in questo caso dopo aver pagato puoi stampare la ricevuta.