La chiusura delle scuole impone la didattica a distanza: bambini e ragazzi rimangono a casa a seguire le lezioni online e i genitori devono organizzarsi su chi debba badare a loro, soprattutto quando si tratta di figli piccoli.
In questa guida completa sul contributo baby sitting 2021, ti spiego cos’è e come funziona, a chi spetta, quali sono i requisiti per averne diritto, come è previsto per i lavoratori autonomi titolari di partita IVA iscritti all’INPS ma anche alle casse private (avvocati, notai, commercialisti…), se può essere speso per pagare i nonni come baby sitter e infine ti elenco le alternative al congedo parentale.
Indice
Cos’è e come funziona
Anche per il 2021, il decreto Sostegno introduce nuove misure a favore delle famiglie. L’emergenza da Covid 19 costringe i lavoratori a casa in smartworking, ma non sempre. Ci sono lavori che per loro natura non puoi svolgere stando a casa.
Per non parlare della chiusura delle scuole: se siete entrambi genitori lavoratori può diventare un vero problema, perché non sapete a chi lasciare i piccoli e la baby sitter non è gratis.
Avere i bambini è diventato sempre più frequente negli ultimi mesi: dall chiusura delle scuole fino ai contagi che avvengono nelle stesse. Può capitare che il proprio piccolo sia colpito da COVID 19 oppure che lo sia un membro della classe. In tal caso tutta la classe può essere posta in quarantena preventiva.
Per venire incontro alle famiglie, il governo ha previsto degli aiuti interessanti. Vediamo secondo il Decreto del 12 marzo, come funziona il contributo Baby sitting 2021 e le altre possibilità.
A chi spetta
Il contributo baby sitting, spetta ai genitori con figli rimasti a casa per chiusura delle scuole, oppure in caso di figlio rimasto a casa per infezione da COVID o per quarantena preventiva. Lo scopo è quello di contribuire alle spese per il baby sitting.
Altro aspetto molto importante, è che hai diritto al bonus solo se entrambi i genitori lavorate e nessuno dei due può rimanere a casa in smartworking. Se almeno uno dei due può rimanere a casa in smartworking, allora non vi spetta il contributo.
E qui sicuramente sorge una polemica, perché anche chi lavora da casa non riesce a badare realmente ai figli, soprattutto quelli più piccoli. O si lavora o si bada ai figli. Ma purtroppo il decreto è questo: se sei in smartworking, niente bonus di aiuto.
Requisiti
Ecco i requisiti per avere diritto al bonus baby sitting 2021:
- Nessuno di voi due genitori percepisce indennità di aiuto (tipo disoccupazione, cassa integrazione, ecc.). In tal caso significa che comunque per un certo periodo di tempo sei a casa e stai anche percependo una forma di aiuto al reddito;
- Entrambi siete lavoratori (nessuno dei due è disoccupato);
- Hai trovato un baby sitter e non è un tuo familiare. Dunque non puoi spendere il bonus per pagare i nonni o altri familiari.
Ricapitolando: entrambi i genitori devono lavorare (nessuno dei due è in smartworking) e il bonus non può essere usato per pagare familiari, tipo nonni (cosa che con i precedenti bonus era possibile, ora non più).
L’importo spettante è fino a 100 euro a settimana. Percepirai il bonus per tutto il tempo in cui tuo figlio è a casa (per DAD, malattia per infezione da COVID o quarantena). Chiaramente si tratta di una forma di aiuto facoltativa, su domanda da inviare all’INPS.
Nonni
Lo scorso anno, nello specifico nel periodo marzo – agosto 2020, se ottenevi il bonus baby sitter potevi tranquillamente spenderlo anche per pagare familiari, per esempio i nonni, anche i nonni pensionati.
L’art. 14 co. 4 del decreto Ristori esclude completamente questa possibilità: non è possibile spendere il bonus se il baby sitter è un familiare. Nonni, zii, cognati: niente più bonus se lasci tuoi figlio a uno di loro.
Questa decisione del governo ha suscitato qualche polemica: perché lo scorso anno era possibile e ora no? Un nonno, uno zio, non sono comunque dei baby sitter? Non è comunque una prestazione di lavoro?
Purtroppo si tratta anche di una scelta economica: la pandemia sta durando più del previsto e i fondi non sono illimitati, dunque il governo ha deciso di destinare il contributo solo a chi affida i figli a una persona diversa dai familiari.
Lavoratori autonomi
Con l’ultimo decreto si è aperta questa possibilità anche per i lavoratori autonomi. Se possiedi una partita IVA, non puoi lavorare in smartworking e nessuno dei due genitori può rimanere a casa, allora anche tu hai diritto al contributo baby sitting 2021.
Il bonus spetta non solo ai lavoratori autonomi iscritti all’INPS (Gestione separata e Gestione AGO), ma anche ai liberi professionisti iscritte ad altre casse previdenziali diverse dall’INPS, subordinatamente alla comunicazione da parte della propria Cassa di previdenza.
Dunque anche avvocati, biologi, commercialisti, possono ottenere il bonus baby sitting, dopo aver ricevuto la comunicazione da parte della propria Cassa previdenziale.
Alternative al congedo partentale
Sei tuo figlio si trova in didattica a distanza, oppure è a casa per infezione da COVID o per quarantena, hai tre possibilità:
- Bonus baby sitting, di cui abbiamo ampiamente parlato in questa guida;
- Smartworking. Se sei lavoratore dipendente, puoi ottenere lo smartworking se tuoi figlio (o figli) ha meno di 16 anni;
- Congedo parentale. Se il tuo lavoro purtroppo non permette lo smartworking, puoi chiedere un congedo retribuito al 50%, ma solo se hai figli minori di 14 anni. Quindi se per esempio guadagni 60 euro lordi al giorno, con il congedo puoi stare a casa e percepire un’indennità di circa 30 euro al giorno.