Si sente tanto parlare oggi di questi due termini: cosa significa spending review? Qual è il significato, cosa rappresenta e perchè sembra essere così importante? Letteralmente la traduzione dall’inglese delle parole ‘Spending Review’ é “revisione della spesa” e già da qui possiamo fare delle deduzioni. Il termine é stato introdotto per la prima volta nella finanza italiana dall’ex Ministro dell’Economia Padoa Schioppa (Governo Prodi) e oggi é tuttora usata tantissimo, soprattutto in tempi di crisi. Perchè?
La spending review é appunto una revisione della spesa pubblica: in tempi di crisi infatti, quando le casse dello Stato sono più “magre” il governo può decidere di fare una revisione della spesa. Un po’ come fanno le singole famiglie i cui stipendi iniziano a non bastare e quindi si passa a tagliare gli acquisti, prima i più superflui e via via, fin quando lo stipendio non riesce a bastare.
La famiglia italiana può essere quindi paragonata, almeno in tal senso, allo Stato: lo “stipendio”, le entrate dello Stato, sono rappresentate per lo più dal gettito delle tasse, dai monopoli, dalle lotterie e altri giochi. Le uscite sono invece rappresentate dai redditi erogati ai dipendenti pubblici, i trasferimenti alle imprese, le opere pubbliche, ecc.
Spending Review in italiano significa proprio questo: i governatori analizzano tutte le voci di spesa e decidono su quali é possibile effettuare dei tagli rispetto ad altre, al fine quindi di risparmiare, evitare inefficienze e sprechi di denaro. Lo scopo della spending review é quindi quello di gestire in maniera più efficiente il denaro pubblico.
Essa però può generare delle polemiche perchè tagliare le spese talvolta può significare asumere meno personale nella Pubblica amministrazione, tagliare alla sanità, alle scuole, con ripercussioni quindi sl mercato del lavoro e in altri ambiti, a seconda di quale voce di spesa si decide di tagliare.