Si sente spesso parlare di troika, soprattutto da quando la Grecia, con il referendum, ha dato la parola ai cittadini: No alle pressanti richieste della troika. Ma cos’è questo mostro? Cosa ha fatto di così male perchè gli ellenici decidessero di opporvisi?
Il termine troika deriva dal russo тройка, che significa terzina. la troika non è un organo nè un’istituzione europea. E’ semplicemente il nome con cui vengono chiamati tre organi dell’UE (ecco perchè si parla di “terzina”). Quali sono questi organi e quale ruolo hanno all’interno dell’Unione Europea?
La troika quindi non è un’istituzione, ma il nome con cui vengono chiamati i tre organi creditori ufficiali durante le negoziazioni con la nazioni membro dell’UE. Questi tre organi sono:
- la Banca Centrale Europa (BCE);
- il Fondo Monetario Internazionale;
- i rappresentanti della Commissione europea.
Questi organi, ognuno con funzioni distinte, unitamente rappresentano la parte creditrice dei Paesi. Cosa significa?
Facciamo un esempio concreto, quello greco, visto che è il più attuale. La Grecia quando ha ricevuto gli aiuti economici dall’UE ha negoziato proprio con la troika.
La troika è quindi il soggetto (o meglio, i tre soggetti), a cui un Paese debitore deve rispondere. E’ quindi il soggetto creditore.
Perchè la Grecia, con il referendum, ha detto “no” alla troika? Il 60% dei greci, al referendum di luglio 2015, ha detto no alla troika. Il no ha rappresentato un rifiuto al piano di restituzione degli aiuti proposto dai creditori, ritenuto troppo pressante. La Grecia ha così confermato l’impossibilità di restituire il debito alla condizioni proposte e la necessità di un piano di rimborso più morbido e diluito nel tempo.
La troika si è occupata dei piani di aiuto dei Paesi membri a seguito della crisi che ha colpito l’Europa a partire dal 2007. Questi tre organi da allora, allo scopo di scongiurare il rischio di insolvenza sovrana del Paese in crisi, concede degli aiuti (che in realtà sono dei prestiti), ma esige in cambio l’istituzione di politiche di austerità che non sempre sono risultate apprezzate dai Paesi membri. A motivo di ciò, da gennaio 2014, questo organismo collegiale non istituzionale è sotto indagine da parte del Parlamento Europeo allo scopo di verificare la lealtà e trasparenza degli aiuti e interventi, che alcuni Paesi negano di aver ricevuto.