La banca, prima di concederti un prestito deve assicurarsi che tu sia un buon pagatore. Le entrate più importanti delle banche infatti, arrivano proprio dagli interessi sui prestiti concessi, ecco perché ritengono necessario un accurato controllo.

In questa guida completa sul CRIF ti spiego cos’è e come funziona, qual è la differenza con la Centrale dei Rischi tenuta da Bankitalia, come cancellarsi se in passato ti hanno iscritto come cattivo pagatore e infine se esistono dei prestiti senza controllo CRIF e come ottenerli.

Cos’è e come funziona

CRIF è l’acronimo di Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria, ed è un’azienda privata che detiene i dati delle posizioni debitorie di chi ha chiesto un prestito.

Differenza tra CRIF e Centrale dei Rischi

Come sottolineato nel paragrafo precedente, si tratta di una società privata, quindi prima di tutto bisogna distinguerla dalla Centrale dei Rischi tenuta da Banca d’Italia. Quest’ultima è un organo statale, a cui tutte le banche devono aderire.

Il CRIF invece è una società privata (nello specifico una s.p.a.) a cui possono aderire le banche e gli altri intermediari finanziari. Si tratta quindi di un’adesione volontaria e che permette di consultarne la banca dati.

Spieghiamone meglio le funzioni: supponiamo che tu abbia bisogno di un prestito. Ti rechi in banca per presentare richiesta. A questo punto la banca, una volta formalizzata la tua richiesta, inizia a fare le sue “indagini”.

Sicuramente interroga la Centrale dei Rischi (quella pubblica tenuta da Bankitalia), per sapere se ci sono informazioni che ti riguardano: se hai mai chiesto un prestito, hai pagato puntualmente o no. Se aderisce anche al sistema CRIF (che ricordiamo, è facoltativo), interroga anche il CRIF.

L’archivio tenuto dal CRIF, contiene solo informazioni volontariamente comunicate dalle banche aderenti e riguardano di solito: rate rimborso prestiti non pagate, ritardi nei pagamenti, rifiuti (se hai chiesto prestiti a qualche banca, con esito negativo). In questo modo la banca a cui stai chiedendo il finanziamento, valuta la tua affidabilità creditizia.

Al contrario di quello che spesso si pensa, il CRIF non è un elenco di cattivi pagatori: è un archivio contenente tutti i dati comunicati dalle banche aderenti, sia quelli dei buoni che dei cattivi pagatori. Anzi, il 95% dei dati è relativo proprio a prestiti rimborsati regolarmente, mentre solo il 5% delle posizioni presenti è negativo.

Come cancellarsi

Sei stato segnalato al CRIF e ora ti chiedi come ottenerne la cancellazione. In futuro potresti aver bisogno di un prestito e sicuramente non è un buon biglietto da visita farsi trovare nell’elenco dei cattivi pagatori.

CRIF cancella i dati detenuti in modo automatico, una volta trascorsi specifici tempi, che dipendono dalla tua situazione:

  1. Hai chiesto un prestito e la banca sta ancora valutando se concedertelo o meno: CRIF mantiene i tuoi dati per 180 giorni a partire dalla richiesta. Se quindi hai chiesto il prestito il 1 marzo, CRIF mantiene i tuoi dati fino al 27 agosto.
  2. Hai chiesto un prestito e la banca te l’ha rifiutato: CRIF mantiene i tuoi dati per 90 giorni conteggiati a partire dal giorno del rifiuto (non della richiesta del tuo prestito. Se quindi hai chiesto il prestito il 1 marzo e la banca ti ha risposto (con rifiuto) il 25 marzo, i 90 giorni si contano dal 25 marzo;
  3. 1 o 2 rate pagate in ritardo: un anno conteggiato dal giorno in cui la banca avvisa il CRIF che hai onorato il tuo pagamento;
  4. 3 o più rate pagate in ritardo: 2 anni conteggiati dal giorno in cui la banca avvisa il CRIF che hai onorato il tuo pagamento;
  5. Pagamenti non rimborsati: da tre a cinque anni conteggiati dalla chiusura del rapporto (e non del mancato pagamento). Se quindi hai un mutuo che scade nel 2028, e tu non paghi le rate del 2022, puoi rimanere iscritto al CRIF fino al 2033 (ossia 5 anni a partire dal 2028 – data di chiusura del contratto).
  6. Pagamenti rimborsati regolarmente: cinque anni conteggiati dalla chiusura del rapporto.

Come hai potuto notare, neanche con il pagamento della morosità puoi ottenere la cancellazione dal CRIF. In tali casi infatti (caso 3 e 4 dell’elenco), l’iscrizione al CRIF arriva fino a 24 mesi. E non puoi essere cancellato. L’unico modo per ottenere la cancellazione, è attendere che scadano i tempi suddetti.

Eliminazione di errori o dati non corretti

Sei stato segnalato al CRIF, ma ritieni che ci sia un errore, che la banca che ti ha segnalato non abbia dato le giuste informazioni. In tal caso hai diritto di ottenere la modifica o l’eliminazione dall’elenco CRIF.

Puoi chiedere la cancellazione/modifica a uno dei due soggetti:

  • Direttamente alla banca con cui hai attivo il prestito. Essa si occuperà di informare il CRIF sui nuovi dati o chiedere l’eliminazione se c’è stato un errore;
  • Al CRIF. In questo caso però, CRIF non elimina o cambia autonomamente la tua posizione: prima contatta la banca con cui hai attivo il prestito per averne delucidazioni (sentire le due campane è d’obbligo). CRIF entro un mese ti invia la risposta. Nel frattempo, in calce alla tua iscrizione al CRIF, verrà aggiunto che c’è un contenzioso tra te e la tua banca. In questo modo se qualche banca consulta l’elenco CRIF, viene a conoscenza che sei sì iscritto, ma c’è una contestazione, dunque la tua morosità è un dato ancora da confermare.

Prestiti senza controllo

Quasi tutte le banche prima di concedere un finanziamento controllano il CRIF. Tuttavia, ci sono alcuni finanziamenti per i quali il controllo CRIF è superfluo e quindi potresti ottenerlo anche se in passato sei stato etichettato come “cattivo pagatore”:

  1. Cessione del quinto. In questo caso la banca non controlla l’elenco tenuto dal CRIF, perché il debitore non sarai tu ma il tuo datore di lavoro. E’ necessario che tu abbia un contratto a tempo indeterminato, un buon TFR accumulato e l’azienda sia stabile;
  2. Prestito con cambiali. In questo caso le stesse cambiali fanno da garanzia al tuo prestito e in caso di tuo mancato adempimento, la banca procede con il pignoramento dei tuoi beni;
  3. Credito su pegno. In questo caso consegni alla banca un bene (per esempio un orologio di oro) e ottieni il prestito (di solito inferiore al valore del bene in pegno). Se non restituisci il prestito, l’orologio diventa della banca, che può venderlo all’asta.