Il dipendente o il pensionato che riceve il CUD (che dal 2015 si chiama “Certificazione unica”, deve, per legge, verificare la correttezza dei dati, verificare che i dati gli importi inseriti non siano sbagliati. Ma cosa fare se il CUD consegnato dal datore di lavoro (o dall’INPS) é errato? A chi rivolgersi per ottenere quello corretto?

Il dipendente deve rivolgersi subito al suo datore di lavoro e chiedere che il CUD venga rifatto in maniera corretta. Se il datore di lavoro non vi provvede entro un certo periodo di tempo, potrà essere denunciato (dal lavoratore o ex lavoratore, se licenziato o dimesso) all’Agenzia delle Entrate, la quale applicherà delle sanzioni. Vediamo come fare.

Certificazione Unica

Cosa fare e a chi rivolgersi

Prima di tutto rivolgiti al tuo datore di lavoro. Scrivigli una raccomandata A/R nella quale sottolinei gli errori presenti e chiedi che ti venga inviato il CUD corretto. Ecco un fac simile di lettera da spedire.

Spettabile Azienda,

Io sottoscritto______________ lavoratore presso la Codesta impresa dal ___ al ___________

dichiaro che, la certificazione unica relativa ai redditi percepiti nell’anno ____, non risulta essere corretta. Nello specifico si segnalano i seguenti errori:

  • _____________________________________________________________
  • ______________________________________________________________
  • _____________________________________________________________

Chiedo quindi che la certificazione venga rettificata entro e non oltre 5 giorni dalla ricezione della presente lettera. In assenza di risposta, l’inadempimento sarà segnalato all’Agenzia delle Entrate.

Cordiali saluti.

Sanzioni

Se il datore di lavoro, dopo questa lettera non provvede a correggere il CUD e a consegnartelo, dovrai rivolgerti all’Agenzia delle Entrate competente per sporgere denuncia. recati quindi presso l’ufficio e chiedi allo sportello come fare: sarai accompagnato nell’iter di denuncia.

Le sanzioni previste vanno  da € 258,23 a € 2.065,83 e, ovviamente sono a carico del datore di lavoro, non del dipendente.