Arriva il momento di presentare la dichiarazione dei redditi, fare il conteggio delle spese che hai sostenuto l’anno scorso e quindi finalmente sperare in un piccolo gruzzolo di soldi in più in busta paga, in qualità di rimborso IRPEF.

In questa guida completa sulla detrazione coniuge a carico ti spiego cos’è e come funziona, quali sono i limiti di redditi previsti per tuo marito o moglie affinché possa considerarsi a carico, come calcolare la detrazione che ti spetta, quando arriva, quali sono i controlli dell’Agenzia delle Entrate e infine come affidarsi e approvare il modello 730 precompilato.

Cos’è e come funziona

Se il tuo coniuge non lavora, allora per il fisco rappresenta un familiare a tuo carico, ma solo se il suo reddito non supera i 2.840,51 euro annui. Succede infatti che il coniuge, seppur non abbia un lavoro full time, magari svolga qualche lavoretto occasionale.

In tal caso, se il suo reddito supera i 2.840,51 euro lordi annui, allora non è più fiscalmente a tuo carico e non puoi detrarre nulla. Se invece non ha reddito o se lo ha non supera questo importo, allora hai diritto a un rimborso IRPEF.

Limite reddito

Il coniuge risulta fiscalmente a tuo carico se il suo reddito complessivo non supera i 2.840,51 euro lordi annui. Nell’importo bisogna considerare:

  • Reddito da lavoro;
  • Reddito da fabbricati, anche se sottoposto a cedolare secca;
  • Retribuzioni corrisposte da Enti, Missioni, Chiesa Cattolica;
  • Quota esente dei redditi da lavoro subordinato effettuato in zona di frontiera;
  • Reddito di impresa, anche se in regime di vantaggio (ad esempio forfettario).

Calcolo

Calcolare le detrazioni spettanti è molto semplice: ti spetta tot detrazione in base al reddito complessivo familiare. Nello specifico ti spettano:

  • 800 euro di detrazione, se il reddito complessivo familiare arriva fino a 15.000 euro lordi annui;
  • 690 euro di detrazione, se il reddito complessivo familiare è maggiore di 15.000 euro ma non supera i 40.000 euro lordi annui;
  • 690 euro di detrazione, se il reddito complessivo familiare è maggiore di 40.000 euro ma non supera gli 80.000 euro lordi annui.

Questa somma, pari a 690 o 800 euro, aumenta di un’altra piccola somma, che va da 10 a 30 euro a seconda della fascia di reddito.

Attenzione

Come ti ho detto, il reddito da considerare è quello familiare, non quello personale. Devi quindi considerare il reddito complessivo lordo annuo di tutti i componenti della tua famiglia.

Separato

Un familiare, per essere considerato a tuo carico, deve convivere con te oppure deve ricevere da te assegni familiari non derivanti da decisioni del tribunale.

Nel caso del coniuge separato, è a tuo carico se provvedi al suo sostentamento e siete separati legalmente con sentenza del giudice. Hai quindi diritto di dichiararlo a tuo carico nel modello 730 e ottenere il rimborso IRPEF spettante.

Quando arriva

Il rimborso IRPEF spettante ti arriva solitamente nella busta paga di luglio, se sei un lavoratore dipendente. Se invece sei pensionato, ti arriva nella pensione di agosto.

Oltre a presentare la dichiarazione dei redditi, non devi fare altro: il rimborso ti arriva direttamente in busta paga o sulla pensione. Di tutto se ne occupa l’Agenzia delle Entrate: trasmette le risultanze della tua dichiarazione dei redditi al tuo datore di lavoro (o all’INPS), in modo che effettui il rimborso sulla busta paga/pensione.

Controlli

L’Agenzia delle Entrate effettua sempre dei controlli sulla dichiarazione dei redditi dei contribuenti. L’errore che purtroppo va per la maggiore è dichiarare un familiare a tuo carico quando non lo è, perché magari percepisce un piccolo reddito e non ti sei accorto che supera la soglia di 2.840,51 (nel caso del coniuge).

Alcune persone si confondono e pensano che questi 2.840,51 si intendano netti, quindi anche se il coniuge percepisce un reddito per esempio di 3.000 euro lordi, netti sono meno di 2.840,51 e quindi si pensa che il coniuge sia a carico. Lo si inserisce come familiare a carico ma in realtà non lo è e l’Agenzia delle Entrate se ne accorge subito, tramite un semplice controllo sui suoi sistemi informatici.

Bisogna quindi stare molto attenti: controlla la Certificazione Unica del tuo coniuge, lì c’è scritto il reddito lordo erogato nell’anno. La Certificazione Unica è il documento che ogni datore di lavoro rilascia tutti gli anni (verso febbraio/marzo) e contiene tutte le informazioni in merito al reddito erogato l’anno precedente.

Suggerimento

Se il datore di lavoro non ha ancora consegnato la CU a tuo marito/moglie, provvedi subito a chiederla: è obbligatorio rilasciarla.

Precompilato

Un modo per evitare vari controlli dell’Agenzia delle Entrate è inviare la dichiarazione dei redditi tramite il modello 730 precompilato. Ogni anno infatti, l’Agenzia delle Entrate raccoglie tutti i dati dei propri contribuenti e redige il 730 sulla base di questi dati.

I dati le vengono forniti attraverso vari metodi: per esempio gli ospedali sono tenuti a comunicare le spese mediche che hai sostenuto, ecc. Lo stesso avviene per i familiari a carico: se tu hai dichiarato al tuo datore di lavoro (o all’INPS) che il coniuge è a tuo carico, allora l’Agenzia delle Entrate lo considera tale (chiaramente sempre dopo aver verificato che effettivamente non ha un reddito superiore a 2.840,51 euro).

Nel 730 precompilato quindi, trovi già i tuoi familiari a carico, e le spese sostenute per loro. Siccome il 730 precompilato è redatto direttamente dall’Agenzia delle Entrate, se tu lo accetti così com’è, allora ti sottrai a una serie di controlli successivi: l’Agenzia delle Entrate non perde tempo a controllare un 730 che essa stessa ha redatto.

Se invece al tuo 730 apporti delle modifiche, allora l’Agenzia delle Entrate sottopone queste modifiche a controllo. Non avendo inserito essa stessa questi dati, avrà sul tuo 730 una lente di ingrandimento più precisa rispetto a chi invece ha approvato e inviato il modello così come era, senza alcuna modifica.