Quest’anno hai deciso di usufruire di alcuni bonus per la ristrutturazione della tua casa: ti sei reso conto che necessita di un rifacimento della facciata e questo è il momento giusto per provvedere. Grazie agli incentivi statali, il risparmio è molto interessante.

Se sostieni dei costi legati ai cosiddetti “bonus casa” (per esempio ristrutturazioni edilizie, efficientamento energetico o antisismico…) puoi usufruire di una detrazione fiscale, oppure optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito. Ecco le differenze tra le varie alternative.

Cosa significa

Significa che, paghi la fattura alla ditta che effettua i lavori. Dopodiché, quando farai la dichiarazione dei redditi l’anno successivo, puoi ottenere un rimborso di quello che hai speso (in percentuale). Facciamo un esempio concreto.

Supponiamo che esista un bonus casa con detrazione al 50%. Significa che se spenti 10.000 euro per la ristrutturazione, hai diritto a un bonus di 5.000 euro, ossia la metà. Paghi quindi i 10.000 euro alla ditta e poi, quando fai la dichiarazione dei redditi l’anno successivo, la porti in detrazione.

Ottieni quindi un rimborso di 5.000 euro, l’importo di bonus di cui avevi diritto. Generalmente il rimborso non lo ottieni tutto insieme, ma suddiviso in 10 rate annuali. Quindi ogni anno, quando fai la dichiarazione dei redditi, ottieni 500 euro (5.000 / 10) per dieci anni.

Alternative

Oltre alla classica detrazione finora spiegata, hai due altre alternative:

  1. Sconto in fattura effettuato dall’impresa;
  2. Cessione del credito.

Sono due situazioni distinte e che hanno delle differenze. Vediamole insieme.

Sconto in fattura

Significa che la detrazione te la applica direttamente la ditta che effettua i lavori. Facciamo un esempio: supponiamo che tu abbia diritto a un bonus del 50% sulla spesa effettuata. Spendi 10.000 euro. La ditta ti fa pagare solo 5.000 euro, ossia la metà.

Lo stesso vale per gli altri bonus: se per esempio usufruisci di un bonus che offre il 100%, allora alla ditta non devi pagare alcunché: praticamente ottieni il lavoro gratis. La ditta poi, quei 10.000 euro che avresti dovuto pagare tu, può scaricarli dalle tasse che deve pagare al fisco. Quindi non li perde assolutamente, non è uno sconto che grava sulle sue casse: è un anticipo che ti concede, poi si scarica l’importo sulla dichiarazione dei redditi.

Cessione del credito

Diversa è la cessione del credito. Mentre con lo sconto in fattura tu paghi meno o addirittura nulla (se applichi un bonus al 100%), con la cessione del credito devi pagare l’importo intero della fattura. Se quindi per esempio spendi 10.000 euro per una ristrutturazione, devi pagare alla ditta che effettua i lavori esattamente i 10.000 euro.

Dopodiché, supponiamo che tu abbia diritto a un bonus del 100%: ti spettano quindi 10.000 euro di rimborso da parte del fisco, di cui diventi creditore. Con la cessione del credito, puoi trasferire questo credito a un altro soggetto, per esempio a una banca presso cui hai acceso un mutuo.

La banca quindi, ottiene questi 10.000 euro dall’Agenzia delle Entrate (in pratica la banca se li scarica dalle tasse che deve pagare). Abbastanza semplice no? Tu paghi la fattura alla ditta, al 100% e quindi, diventi creditore con il fisco per il 100% della spesa. Trasferisci infine questo credito a un altro soggetto verso cui tu sei debitore.

Per esempio la banca dove hai un finanziamento. In questo modo, l’importo del finanziamento da estinguere si riduce: se fino ad ora dovevi ancora pagare alla banca, per esempio, 50.000 euro, grazie ai 10.000 euro appena ceduti l’importo si è abbassato. Ti mancano solo 40.000 euro di mutuo da estinguere.

La differenza che esiste tra cessione del credito e sconto in fattura si può quindi riassumere:

  • Con lo “sconto in fattura” ottieni lo sconto direttamente sulla fattura, per un importo pari al bonus che ti spetta;
  • Con la “cessione del credito” trasferisci la detrazione fiscale che ti spetta a un ente terzo (che può essere una banca, ma anche fornitori di beni, altre imprese, ecc.);

Come funziona

Bisogna considerare un aspetto molto importante: è vero che tu, in qualità di cliente e contribuente puoi scegliere tra detrazione sul 730, sconto in fattura oppure cessione del credito. Ma se scegli le ultime due, devi avere la disponibilità della ditta (per lo sconto) o un soggetto terzo (per la cessione). E non sempre si trovano disponibili.

Altro aspetto da considerare è che, se stai beneficiando del Superbonus 110%, lo sconto in fattura può al massimo essere pari al costo totale. Quindi se per esempio la fattura è di 10.000 euro, non puoi ottenere uno sconto di 11.000 euro (110% di 10mila) ma al massimo uno sconto di 10 mila euro. Optando per lo sconto in fattura quindi, perdi quel 10%, che in caso di spese importanti, non sono briciole.

Per quanto riguarda invece la cessione del credito, come detto finora, ti obbliga a pagare in primis per intero la fattura. Dopodiché devi stipulare un accordo tra te e il cessionario (ossia la persona a cui cedi il credito) e infine quest’ultimo avvierà un piano di rimborso fino all’importo del credito ceduto.

Supponiamo che tu spenda 5.000 euro per una ristrutturazione, usufruendo del superbonus 110%. Hai diritto quindi a 5.500 euro di detrazione. La cedi alla tua banca presso la quale hai acceso un mutuo e dove paghi 500 euro al mese.

La banca ti concede un piano di rimborso del credito ceduto pari a 250 euro al mese per 22 mesi (250 euro x 22 = 5.500). Dunque i 5.500 euro in genere non te li decurta subito dal mutuo residuo, ma piano piano, a rate.

Come richiederli

L’opzione della cessione o dello sconto devi esercitarla necessariamente tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate.

Entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello della ristrutturazione (ed emissione fattura della stessa), bisogna inviare all’Agenzia un’apposita comunicazione. Puoi farlo tu stesso oppure rivolgerti a un CAF.