Queste parole le stiamo sentendo parecchie volte in TV nelle ultime ore. Ma di cosa si tratterà mai? Cosa significano questi termini che invocano alla mente una macelleria, una masseria o un mattatoio, che sembrano infilati per caso e forse, realmente rappresentano la situazione del nostro Paese? Andiamoci piano. Cerchiamo di capire il significato attribuito alle parole mattarellum e porcellum.

Chiariamo subito che il porcellum non é riferito a quello che si può immediatamente pensare. Altro non é che l’attuale legge elettorale. Sì, proprio così: porcellum o “legge porcata”, così viene chiamata la legge elettorale nel nostro Paese. Neanche la precedente legge elettorale é da meno, tant’è che viene chiamata mattarellum. Mettiamole a confronto e vediamo le differenze.

Il Mattarellum o legge Mattarella

Messo a punto da Sergio Mattarella nel 93, è un sistema elettorale misto in vigore fino al 2001. Nel Mattarellum il 75% dei seggi vengono assegnati attraverso l’elezione di candidati in collegi uninominali (475 per la Camera dei deputati e 232 per il Senato della Repubblica) secondo un meccanismo maggioritario a turno unico: in pratica diventa parlamentare chi ha ottenuto la maggioranza relativa del proprio collegio.

I 25% restante dei seggi viene invece assegnato in maniera (quasi) proporzionale.

Questo meccanismo ha permesso a Romano Prodi di insediarsi nel Parlamento e di battere per due volte il partito guidato da Berlusconi.

Il Porcellum o legge “porcata”

Messo a punto da Roberto Calderoli, in vigore nel 2005, prevede un sistema proporzionale con liste bloccate. In pratica é esattamente come abbiamo votato i giorni 23/24/25 febbraio 2013. Si vota solo il partito (sulla scheda elettorale si mette solo la X sul partito e non si scrive nessun nome) e i candidati sono eletti dai partiti, in base alle loro scelte e graduatorie.

Alla coalizione o al partito più votato, se non ha già conseguito almeno 340 seggi, viene attribuito un premio di maggioranza (come avvenuto per la Camera per la coalizione di Bersani) tale da farle raggiungere i 340 seggi. Premio di maggioranza previsto anche per il Senato allo scopo di assicurare almeno il 55% dei seggi (stavolta non lo ha ottenuto nessuno).

Soglie di sbarramento Camera e Senato: per ottenere seggi alla Camera dei deputati, una coalizione deve avere almeno il 10% dei voti nazionali (come avvenuto per la coalizione di Mario Monti), tra i partiti che non hanno coalizioni la soglia minima per accedere alla Camera scende al 4%. Per ottenere seggi al Senato occorrono almeno il 20% di voti nazionali per le coalizioni, 3% per le liste coalizzate, 8% per le liste non coalizzate.