Hai deciso di dare le dimissioni al lavoro, significa che sei stato tu a decidere di lasciare: non è l’azienda a licenziarti. Ti chiedi dunque cosa ti spetta in questo caso, quali sono i diritti che il tuo ormai ex datore di lavoro non può negarti.
In questa guida completa ti spiego cosa ti spetta in caso di dimissioni dal lavoro, quali sono i tuoi diritti in caso di dimissioni volontarie, per motivi personali, oppure in caso di dimissioni per giusta causa, cosa ti spetta in termini di TFR, di ferie maturate e non godute e infine cosa succede in caso di mancato rispetto dei termini di preavviso.
Indice
Cosa ti spetta
Innanzitutto, per capire cosa ti spetta, bisogna fare una distinzione precisa in merito al motivo, alle condizioni per cui stai lasciando il lavoro:
- Se hai dato le dimissioni volontarie, ossia per motivi personali (perché hai trovato un altro lavoro, perché vuoi semplicemente prenderti una pausa, ecc.);
- Oppure se hai dato le dimissioni per giusta causa, dunque perché “costretto”. Per dimissioni per giusta causa si intendono motivi talmente gravi che non ti permettono di proseguire il lavoro neanche momentaneamente. Per esempio, la legge ritiene dimissioni per giusta causa se lasci il lavoro per aver subito molestie, per mancato pagamento dello stipendio.
Se hai dato le dimissioni per giusta causa, ossia per motivo grave che non ti permette di andare avanti in quel lavoro, allora hai diritto alla NASpI, ossia l’indennità di disoccupazione. Questa è la differenza fondamentale tra dimissioni per giusta causa e dimissioni volontarie.
Se ti dimetti per giusta causa infatti, l’INPS considera le tue dimissioni come NON volontarie. Ti stai dimettendo perché costretto da un fatto talmente grave da non permettere la prosecuzione del rapporto di lavoro. Puoi dunque chiedere la NASpI, tramite il sito dell’INPS o tramite un patronato. Qui trovi una guida completa su dimissioni per giusta causa e richiesta NASpI.
Dimissioni volontarie
Se stai dando le dimissioni volontarie, ossia per qualsiasi motivo personale o comunque non per giusta causa, allora la NASpI non ti spetta. Ti stai licenziando tu, per tua precisa volontà, dunque non hai diritto all’indennità di disoccupazione.
Ti spettano comunque tutti gli altri diritti. Sia a chi si licenzia per giusta causa, sia a chi si dimette volontariamente, spettano i seguenti diritti:
- TFR;
- Ferie e permessi non goduti;
- Ratei tredicesima e quattordicesima.
Vediamo ogni singola voce.
TFR
Una volta che ti sei dimesso, l’azienda deve versarti il TFR che hai maturato fino ad allora. Non può fare alcuna decurtazione per il fatto che hai dato le tue dimissioni volontarie: il TFR ti spetta di diritto.
Per sapere quanto TFR ti spetta, puoi fare un calcolo abbastanza semplice, per conoscere in modo approssimativo l’importo. Ti spetta un’annualità di TFR per ogni anno di servizio maturato. Se quindi hai lavorato per cinque anni, con uno stipendio di 1.300 euro, allora ti spetta un TFR di circa 6.500 euro (1.300 x 5 anni).
L’azienda deve erogarti il TFR senza esitazione, nella tua ultima busta paga.
Ferie e permessi non goduti
Se hai maturato ferie e permessi e, fino all’ultimo giorno di lavoro non riesci a usufruirne, allora l’azienda deve monetizzarli. Nella tua ultima busta paga, provvede a renderti quanto dovuto.
In genere le aziende preferiscono far consumare ferie e permessi non goduti, quindi è probabile che l’ufficio delle risorse umane ti chieda di consumarle prima del termine del rapporto di lavoro. Se così non fosse, dovranno provvedere a monetizzarle nella tua ultima busta paga.
Ratei tredicesima e quattordicesima
Ogni mese, quando lavori, maturi una parte di tredicesima e quattordicesima. Queste poi, l’azienda te le versa in totale nei mesi di dicembre (tredicesima) e giugno (quattordicesima).
Se ti dimetti per esempio a marzo, allora l’azienda deve pagarti, nell’ultima busta paga, i ratei di tredicesima da gennaio a marzo, che non potrà versarti a dicembre e giugno, essendoti appunto licenziato prima.
Senza preavviso
Per legge, quando ti dimetti devi dare all’azienda un congruo preavviso: un arco di tempo necessario affinché il datore di lavoro si organizzi per la tua assenza, eventualmente con una sostituzione per esempio. Il tuo contratto oppure il tuo CCNL indicano chiaramente i termini di preavviso da rispettare in caso di dimissioni.
Cosa succede se non rispetti i termini di preavviso
Se ti stai dimettendo per giusta causa, è chiaro che non puoi dare il preavviso: è avvenuto un fatto talmente grave che non ti permette di proseguire il rapporto di lavoro. Dunque non perdi alcun diritto.
Se invece ti dimetti volontariamente, oppure adducendo una giusta causa pretestuosa, il datore di lavoro può decurtare, nella tua ultima busta paga, la somma corrispondente alla retribuzione che ti sarebbe spettata durante il periodo di preavviso.
Esempio
Supponiamo che il tuo CCNL preveda un preavviso di 15 giorni. Ti dimetti senza rispettarlo. L’azienda, nella tua ultima busta paga può trattenerti una retribuzione pari a 15 giorni. Se per esempio il tuo stipendio è di 2.000 euro, allora, nell’ultima busta paga può trattenere 1.000 euro (ossia la metà, la retribuzione per 15 giorni).