Sei un padre o una madre lavoratrice e hai deciso di presentare le dimissioni. Se il tuo bambino ha meno di tre anni, devi seguire una particolare procedura che prevede la convalida delle dimissioni presso l’Ispettorato del Lavoro.

In questa guida completa sulle dimissioni entro i 3 anni del bambino, ti spiego come presentarle, quando e se devi rispettare il periodo di preavviso, come avere diritto alla NASPI, ti fornisco una lettera di licenziamento da consegnare all’azienda, ti spiego come procedere con la convalida presso l’Ispettorato del Lavoro (e ti allego il modulo ufficiale da compilare e inviare).

Preavviso

Il padre lavoratore o la madre lavoratrice che presentano le dimissioni entro i primi tre anni di vita del figlio, non hanno l’obbligo di rispettare il periodo di preavviso. Lo ha precisato l’Ispettorato nazionale del lavoro com la nota prot. 896/2020.

Se quindi tuo figlio non ha compiuto i tre anni di vita e stai pensando di licenziarti da lavoro, non hai obbligo di rispettare i termini di preavviso previsti dal tuo contratto: puoi anche licenziarti in tronco.

NASPI

Se madre o padre lavoratori presentano le dimissioni entro il primo anno di vita del figlio, hanno diritto all’indennità di disoccupazione NASPI. Vorresti che foste il tuo caso: o meglio, è il tuo caso nel senso che anche tu stai pensando di dare le dimissioni, ma tuo figlio ha più di un anno.

La legge stabilisce che hai diritto alla NASPI solo in caso di dimissioni entro l’anno di vita del bambino (art. 55, D.Lgs. n. 151/01, circolare INPS n.94/2015). Se presenti le dimissioni oltre l’anno, non hai diritto alla NASPI. Ma… c’è sempre una “scappatoia” o come dicevano i latini “Facta lex, inventa fraus” (fatta la legge trovato l’inganno), per essere ironici.

In realtà c’è un modo del tutto legale per dare le dimissioni entro i tre anni del bambino (e anche oltre) e ottenere la disoccupazione! La legge lo permette e non sono poche le persone che optano per questa opzione, che consiste nel farsi licenziare.

La legge italiana infatti, sancisce il diritto all’indennità di disoccupazione NASPI anche in caso di licenziamento per giusta causa. Se quindi ne combini una a lavoro, anche grave e l’azienda ti licenzia, tu hai diritto alla NASPI.

Senza dover fare chissà cosa, molti lavoratori semplicemente non si presentano più sul posto di lavoro. Questo costituisce inadempimento grave e l’azienda, constatata l’assenza protratta e ingiustificata, non può far altro che licenziarti.

Se quindi ti assenti da lavoro da un giorno all’altro, l’azienda provvede a licenziarti. Tu, a questo punto puoi chiedere la NASPI. Tra l’altro, il licenziamento non compare in nessun documento pubblico: quindi se poi decidi di cercare un nuovo lavoro, la nuova azienda non viene al corrente che ti sei fatto licenziare (a meno che sia tu a dirglielo ovviamente).

Per la legge italiana, in qualsiasi caso di licenziamento, il lavoratore ha diritto alla NASPI. Anche se si tratta di licenziamento per giusta causa. Quindi, se hai un comportamento inadeguato a lavoro e l’azienda è costretta a licenziarti, tu puoi chiedere la NASPI.

Il modo più semplice per arrivare a questo scopo, senza andare contro la legge, è quello di assentarsi da lavoro senza dare alcun avviso. L’azienda ti invierà un richiamo (per email e/o scritto) ma dopo aver constatato la tua irreperibilità o comunque la tua mancata risposta, non farà altro che prendere atto della tua assenza ingiustificata e dunque licenziarti.

Lettera per l’azienda

Finora ti ho spiegato come dare le dimissioni e ottenere la NASPI, che in realtà, significa farsi licenziare in modo del tutto legale. Se però il tuo obiettivo è proprio quello di dimetterti allora devi presentare al tuo datore di lavoro una lettera di dimissioni.

Come spiegato nei primi paragrafi, non hai obbligo di rispettare i termini di preavviso se il tuo bambino non ha compiuto i tre anni di vita. Se lo ritieni opportuno e desideri andare incontro al tuo datore di lavoro, puoi accordarti per dei termini di preavviso, ma la legge non ti obbliga. Di seguito trovi una lettera di dimissioni da consegnare al datore di lavoro.

Scarica subito il modulo fac simile compilabile WORD della lettera di dimissioni da presentare al datore di lavoro.

Convalida

Se presenti le dimissioni prima che tuo figlio compia tre anni, devi farle convalidare dall’Ispettorato del lavoro della tua zona (art. 55, co. 4 del D.Lgs. n.151/2001). La convalida è un modulo in cui tu dichiari di dimetterti volontariamente, senza costrizione da parte del datore di lavoro.

Serve per arginare il licenziamento dei lavoratori non appena mettono su famiglia, fenomeno purtroppo ancora in vita. La regola della convalida vale sia per il padre lavoratore che per la madre lavoratrice.

Attenzione

Se il figlio ha compiuto tre anni, la convalida non serve.

La convalida è importantissima: l’efficacia delle dimissioni è legata proprio alla convalida da parte dell’INL, che va sempre effettuata, che il genitore abbia o meno usufruito del congedo di paternità (nota n. 749 del 25/09/2020).

Di seguito la procedura per una corretta convalida, passo per passo.

Modulo dimissioni volontarie Ispettorato del Lavoro

Tutto quello che devi fare per convalidare le dimissioni è il seguente:

  1. Consegnare al datore di lavoro la lettera di dimissioni, nel rispetto del periodo di preavviso (se sei obbligato a rispettarlo). Di questo te ne ho parlato nei passi precedenti. Attivare la procedura di dimissioni online attraverso il portale ClicLavoro (qui trovi una guida completa sulle dimissioni online).
  2. Inviare all’Ispettorato del lavoro della tua zona, la lettera di convalida delle dimissioni (modello ufficiale), ricordandoti di allegare un tuo documento di identità e una copia della lettera di dimissioni inviata all’azienda.
  3. Attendere la risposta dell’Ispettorato, che ti invierà la convalida delle dimissioni e infine consegnarla al datore di lavoro.

Attenzione

Prima di iniziare la procedura di convalida, contatta la sede dell’Ispettorato della tua zona: potrebbero richiedere la tua presenza per la convalida. Potrebbe quindi non bastare il modulo firmato via mail: telefona la sede per sapere con precisione cosa fare.