Hai inoltrato la domanda per ricevere la NASpI, ossia l’indennità di disoccupazione e oggi la doccia gelata: l’INPS ha respinto la tua domanda. Ti stai chiedendo cosa puoi aver sbagliato nella compilazione della domanda, oppure se sia stato proprio l’INPS a commettere un errore.

In questa guida completa sulla domanda NASpI respinta ti spiego quali possono essere le motivazioni del rigetto, cosa fare, come presentare riesame oppure ricorso, quali sono le differenza tra queste possibilità e infine, come ultima spiaggia, quando è possibile rivolgersi al giudice previdenziale.

Cos’é

La NASpI è l’indennità di disoccupazione che ti riconosce l’INPS in caso di perdita del lavoro. Ne hai diritto se sussistono contemporaneamente due requisiti:

  1. Stato di disoccupazione, ossia hai perso il lavoro per licenziamento oppure per dimissioni per giusta causa;
  2. Requisito contributivo, ossia hai maturato almeno tredici settimane di contributi negli ultimi quattro anni precedenti il tuo stato di disoccupazione. Se quindi per esempio perdi il lavoro il 10 maggio 2025, allora devi aver maturato almeno 13 settimane di contributi dal 10 maggio 2021 al 10 maggio 2025.

Se dunque possiedi entrambi questi requisiti, se sei disoccupato, puoi chiedere la NASpI. Solitamente l’INPS ci mette al massimo un mese o due per risponderti, per farti sapere se accetta la tua domanda o se la rifiuta.

Ebbene, oggi hai ricevuto la risposta: la tua domanda NASpI è stata respinta e non riesci a capire perché. Vediamo quali possono essere i motivi del rifiuto.

Motivi

Nella stragrande maggioranza dei casi, l’INPS respinge la domanda di NASpI, per uno dei seguenti motivi:

  1. Ti manca il requisito contributivo. Praticamente, come spiegato nel passo precedente, per avere diritto alla NASpI devi aver maturato almeno 13 settimane di contributi negli ultimi quattro anni. Se ne hai maturate di meno, allora la NASpI purtroppo non ti spetta.
  2. Hai presentato la domanda oltre i termini previsti. Se hai perso il lavoro, devi al più presto fare domanda di NASpI. Il termine entro cui presentarla è di 68 giorni. Dal giorno in cui perdi il lavoro dunque, hai 68 giorni di tempo per presentare la domanda. Sicuramente 68 giorni sono tanti, ma meglio presentare la domanda il prima possibile, perché gli imprevisti o gli impedimenti sono all’ordine del giorno, quindi meglio toglierti al più presto questo pensiero.

Domanda NASpI respinta per motivi amministrativi

Se l’INPS respinge la domanda per motivi amministrativi, probabilmente hai commesso qualche errore nella presentazione/compilazione, ad esempio mancano dei documenti importanti (tipo il provvedimento di dimissioni per giusta causa, oppure i documenti che comprovano la vertenza verso il datore di lavoro).

Domanda NASpI respinta senza motivo

Generalmente l’INPS comunica il motivo del rifiuto. Se non lo fa, hai tutto il diritto di contattare l’INPS, tramite call center oppure recandoti di persona, per chiedere spiegazioni.

Vediamo cosa fare in questi casi, qualunque sia la motivazione della domanda respinta.

Cosa fare

Prima di ogni cosa, verifica di aver presentato la domanda entro il termine previsto, ossia entro 68 giorni dalla data in cui hai perso il lavoro. Se quindi il contratto di lavoro è cessato per esempio il 15 aprile, a partire da questa data devi conteggiare 68 giorni di tempo, entro i quali devi aver presentato domanda per la NASpI. Se l’hai presentata oltre, il tuo diritto è decaduto, l’INPS non può più erogartela.

Se dopo il controllo, ti rendi conto di averla presentata perfettamente entro i termini, allora il problema è sicuramente un altro. In genere l’INPS, insieme al rigetto della domanda, comunica anche i motivi del rigetto. Se non lo fa oppure non ti sono chiari, allora ti consiglio di contattare tempestivamente l’istituto che sta gestendo la tua pratica.

Puoi contattare l’INPS tramite call center (803164 da rete fissa o 06164164 da rete mobile) e chiedere quindi i motivi che hanno portato al rifiuto della tua pratica. in alternativa, puoi recarti personalmente presso la sede INPS della tua zona.

Attenzione

Cerca di telefonare o recarti all’INPS al più presto, in modo da non far scadere i termini di presentazione della domanda, ossia i famosi 68 giorni. Se infatti l’INPS rigetta la domanda e tu vuoi sapere il perché, i 68 giorni non partono di nuovo da capo. Se da quando hai perso il lavoro sono passati 30 giorni, te ne rimangono solo altri 38 per risolvere il problema. Un rifiuto o una problematica sopraggiunta non ti fanno allungare i tempi, i 68 giorni a partire dalla data di perdita del lavoro rimangono tali, senza proroghe.

Presentare ricorso o riesame: differenze

Se l’INPS respinge la tua domanda, puoi presentare riesame o ricorso. Il riesame si presenta quando il rifiuto della tua pratica dipende dalla mancanza di dati o documenti necessari. E’ quindi una procedura molto semplice.

Il ricorso invece, si presenta quando l’INPS rifiuta la domanda perché ritiene che non soddisfi i requisiti per l’indennità. Se tu invece ritieni di sì, quindi di avere diritto alla NASpI, puoi presentare ricorso. Vediamo i dettagli.

Riesame: quando e come presentarlo

Se nella tua domanda mancano dati o documenti puoi chiedere all’INPS un semplice riesame, dopo aver allegati dati/documenti mancanti. Puoi scrivere il riesame in carta semplice e consegnarlo presso gli uffici INPS.

Suggerimento

Sebbene non obbligatorio, ti consiglio di farti aiutare da un professionista nella compilazione del riesame, per esempio da un patronato.

Ricorso NASpI: quando e come presentarlo

L’INPS ha rigettato la tua domanda perché ritiene tu non ne abbia diritto per assenza dei requisiti: se ritieni si stia sbagliando, puoi presentare ricorso. Con il ricorso puoi dimostrare che l’INPS è in errore, allegando la documentazione necessaria alla tua tesi.

Il ricorso devi presentarlo direttamente all’INPS entro 90 giorni dal rigetto della tua richiesta. Il ricorso va presentato esclusivamente online (tramite il servizio ad hoc “Ricorsi online”). Puoi farlo anche tramite un patronato.

Se anche il ricorso da esito negativo, puoi intraprendere una causa giudiziale, precisamente dinanzi a un giudice previdenziale.