La carriera scolastica non si conclude con la laurea: chi ha ancora desiderio di studiare, può continuare il suo percorso con un master, oppure con un dottorato di ricerca. Se è il tuo caso, ecco allora tutte le informazioni utili.
In questa guida completa sul dottorato di ricerca ti spiego cos’è e come funziona, a cosa serve, quanto dura in Italia e all’estero, come accedere, i requisiti richiesti, i limiti di età, qual è lo stipendio netto previsto, la retribuzione che percepisce un dottorando, infine quali sono gli sbocchi lavorativi al termine del percorso.
Indice
Cos’è e come funziona
Il dottorato di ricerca è un titolo di studio. Così come il diploma, la laurea, il dottorato rappresenta un grado di istruzione: esattamente è il più alto titolo di studio che una persona possa conseguire. Dopo aver conseguito il dottorato infatti, ottieni il titolo di Dottore di ricerca.
Si tratta quindi di un percorso di formazione, ciò nonostante, alcune volte, il dottorando (ossia colui che segue il dottorato) ottiene una borsa di studio: viene pagato. Ciò lo rende equiparabile a una sorta di attività lavorativa.
Ricapitolando, il dottorato è il più alto titolo di studio e può essere:
- Senza borsa. Quando non è prevista alcuna retribuzione per il dottorando. In questo caso il dottorando dovrà pagare le tasse;
- Con Borsa. Il dottorando riceve una retribuzione.
Come accedere
Essendo il più alto titolo di studio, per accedere al dottorato devi aver conseguito tutti i titoli di studio precedenti. Dunque devi possedere una laurea specialistica, oppure una magistrale, conseguita in Italia oppure all’estero (purché il titolo sia riconosciuto idoneo in Italia).
Con la sola laurea triennale non puoi accedere al dottorato: è necessario aver completato gli studi con una laurea specialistica oppure magistrale. Con la triennale, in Italia puoi accedere a un master. In Inghilterra invece puoi accedere al dottorato già con la laurea triennale.
Requisiti
In Italia, per accedere al dottorato di ricerca devi possedere i seguenti requisiti:
- Laurea specialistica o magistrale o vecchio ordinamento;
- Superamento di un concorso pubblico.
Ogni anno, gli Atenei pubblicano dei bandi di concorso per:
- Dottorati con Borsa;
- Dottorati senza Borsa.
Suggerimento
Consulta dunque il sito internet dell’Ateneo che ti interessa, per essere sempre aggiornato sui concorsi disponibili. Per maggiore praticità, il Ministero dell’Istruzione cerca di raccogliere i bandi in questa pagina: Bandi – MIUR.
Attenzione
I singoli Atenei hanno la possibilità di scegliere i requisiti di accesso: possono quindi richiederne differenti. Leggi sempre con attenzione il bando di concorso.
Prova scritta e orale
In genere l’esame di ammissione al dottorato prevede:
- Una prova scritta (tema, domande a scelta multipla, domande aperte, ecc.);
- Una prova orale, nella quale si discutono i titoli del candidato, la prova scritta e infine si prova la conoscenza di una lingua straniera.
La commissione è composta da tre docenti (nello specifico dal Presidente, dal Membro e infine dal Segretario).
Alcuni Atenei, a volte, bandiscono concorsi che prevedono solo la prova orale oppure solo la valutazione di titoli. In quest’ultimo caso significa che non devi superare alcuna prova: in base ai titoli che possiedi parteciperai al concorso e otterrai un punteggio che ti piazzerà in graduatoria. Nel bando trovi sempre tutti i dettagli.
Limite di età
Non ci sono limiti di età per partecipare a un concorso per dottorato di ricerca.
Superare il colloquio
La prova orale per accedere a un dottorato, detta anche colloquio, è la parte che più intimorisce i candidati. Affrontare la commissione, è un passo che può mettere soggezione e intimorire. Ed è proprio quello che non devi fare: devi cercare di mostrarti sicuro di te, chiaramente senza esagerare per non sembrare arrogante.
In genere al colloquio, la commissione può chiederti:
- Di introdurre il tuo progetto di ricerca;
- Di parlare dei tuoi metodi di ricerca;
- Se e come utilizzerai la tua esperienza maturata durante la tesi magistrale nel tuo progetto di ricerca;
- Qual é secondo te il valore scientifico, accademico del tuo progetto;
- Le aspettative sul risultato;
- Infine potrebbero chiederti se vuoi aggiungere ancora qualcosa alla tua esposizione. Rispondi di sì e prepara un breve discorso aggiuntivo.
Consigli:
- Appena arrivi dinanzi alla commissione, saluta con serietà e accenna un lieve sorriso gentile;
- Cerca di essere chiaro e incisivo: i professori non devono annoiarsi;
- Fai attenzione ai tempi verbali (sicuramente sai usare perfettamente i congiuntivi, ma l’agitazione potrebbe farti brutti scherzi!);
- Non eludere le domande: si diretto e logico nelle risposte;
- Usa esempi concreti.
Stipendio netto
Sicuramente ti stai chiedendo se il dottorato viene pagato, qual è la retribuzione, quanto prende chi partecipa, insomma quanto si guadagna a seguire questo percorso. Come ti ho detto nei passi precedenti, il dottorato è un titolo di studio. Ciò significa che mentre lo frequenti, sei uno studente a tutti gli effetti.
Ciò nonostante, se superi un concorso per dottorato con borsa di studio, percepisci una indennità. Come stabilito dal DM del 25 gennaio 2018, l’importo lordo della borsa di studio è pari a 15.343,28, che netti sono circa 1.150 euro.
Se invece superi un concorso per dottorato senza borsa di studio, non percepisci nulla, anzi, sei tu che devi pagare le tasse universitarie. Perché come spiegato più volte, il dottorato e un percorso formativo. In genere, chi alle prove raggiunge punteggi più alti ottiene la borsa di studio. Chi invece si colloca più in basso nella graduatoria ottiene un dottorato senza borsa di studio.
A cosa serve
Il dottorato di ricerca è il più alto titolo di studio. Nello specifico, certifica che puoi fare attività di ricerca nel ramo di interesse. Se quindi per esempio hai un dottorato in neurobiologia, significa che possiedi tutti i requisiti e puoi svolgere attività di ricerca in neurobiologia.
Grazie a questo titolo quindi, puoi lavorare presso aziende ed enti di ricerca italiani ed esteri. Ma non solo: le possibilità sono tante. Di seguito vediamo quali sono gli sbocchi lavorativi che offre un dottorato di ricerca.
Sbocchi lavorativi
Aver conseguito questo titolo, ti permette di lavorare nella ricerca. Si aprono quindi le porte per diventare ricercatore universitario (superando apposito concorso). Una percentuale molto alta di dottori di ricerca decide di impiegarsi proprio nella formazione universitaria.
Esistono anche altri sbocchi lavorativi oltre l’ambito accademico: puoi aspirare a ricoprire incarichi di alta professionalità come dipendente, nel settore pubblico o privato.
Quanto dura
Il dottorato di ricerca, in genere, ha durata triennale. Durante questo periodo svilupperai competenze specifiche nel tuo settore di interesse.
A secondo dell’ambito in cui svolgi il dottorato e a seconda dell’Ateneo, il dottorato potrebbe durare anche quattro o cinque anni. Nel bando di concorso trovi tutte le informazioni sulla durata.
Voto
Al termine del percorso formativo, devi preparare e discutere una tesi. Un po’ come hai fatto con la laurea, ma sicuramente si tratta di una tesi molto più approfondita e specifica.
I voti possibili alla tesi di dottorato sono:
- Non soddisfacente;
- Approvata;
- Soddisfacente;
- Eccellente.
All’estero
Il PhD è il dottorato di ricerca all’estero. PhD sta per Philosophiae Doctor (in inglese anche detto Doctor of Philosophy). Ma non farti trarre in inganno dalla parola “filosofia”: è solo un modo di dire che il dottorando ama il sapere e la conoscenza, ma anche all’estero sono disponibili PhD in tutti i settori di studio.
Durante il PhD, puoi ricoprire ruoli come tutor o assistente di un docente universitario. Anche i PhD esteri in genere durando dai tre fino a un massimo di cinque anni. Al termine del percorso dovrai discutere la tesi.