La dichiarazione dei redditi è il documento con cui comunichi all’Agenzia delle Entrate i redditi percepiti durante l’anno appena trascorso e le spese sostenute. Si tratta di un’opportunità: se hai avuto particolari spese hai diritto a un rimborso dell’IRPEF pagata. Una parte dell’IRPEF pagata inoltre, puoi destinarla ad enti o associazioni che hanno particolari fini di interesse pubblico.

In questa guida completa sul due per mille ti spiego cos’è e come funziona, dove trovare l’elenco dei beneficiari, cosa succede se non effettui nessuna scelta, se è obbligatorio o meno, quali sono i requisiti per poter essere un beneficiario del due per mille e presentare istanza di ammissione.

Cos’è e come funziona

Il due per mille è una quota di tasse che hai già versato, e che puoi scegliere di destinare alle associazioni culturali o ai partiti politici. Mi spiego meglio.

Quando tu fai la dichiarazione dei redditi, consegni al commercialista (o al CAF o ad altro consulente fiscale che si occupa della tua dichiarazione):

  • Fatture e ricevute delle spese che vuoi scaricare;
  • La CU (Certificazione Unica), che indica il reddito che hai percepito durante l’anno, se hai un impiego da lavoratore dipendente o assimilato. Nella CU sono indicate anche tutte le tasse che hai pagato (ossia che il datore di lavoro ha decurtato dal tuo stipendio lordo e ha versato al fisco).

Supponiamo che la tua CU indichi che, durante l’anno, hai pagato 2.000 euro di tasse (IRPEF).

Con il due per mille, hai la possibilità di “girare” appunto il 2 per mille (ossia lo 0,2%) a un’associazione culturale oppure a un partito politico.

Quindi, se per esempio hai pagato 2.000 euro di IRPEF, 4 euro (ossia lo 0,2% di 2.000), il fisco lo prende e lo versa all’associazione culturale a cui hai deciso di versare. Si tratta quindi di somme abbastanza basse, ma se pensiamo a chi percepisce redditi alti e quindi paga un’IRPEF alta, diventano somme più importanti. Se poi consideriamo che a fare la scelta del due per mille sono tantissimi contribuenti, allora tante gocce fanno un mare.

Tu non devi fare nulla, o meglio, devi fare molto poco: nel momento in cui presenti la dichiarazione dei redditi, devi solo indicare l’associazione culturale o il partito a cui vuoi destinare il due per mille: al resto ci pensa l’Agenzia delle Entrate (ossia a versare il denaro al beneficiario). Non hai vincoli o obblighi.

La scelta non comporta da parte tua una maggiorazione di imposta: il fisco prende i soldi da quello che hai già versato. Non devi versare nulla in più.

Beneficiari

Possono ottenere il due per mille, i partiti politici e le associazioni culturali costituite da almeno cinque anni. Per le associazioni, requisito necessario è che lo statuto o l’atto costitutivo dell’associazione, indichi che l’associazione ha finalità culturali.

Elenco beneficiari

L’associazione culturale per diventare percipiente, deve iscriversi presso un apposito elenco dei beneficiari tenuto dal MIC (Ministero della Cultura). La procedura di iscrizione la trovi sul sito del MIC: generalmente bisogna compilare una istanza online, per chiedere l’ammissione all’elenco.

Una volta ottenuta l’iscrizione nell’elenco, se un contribuente desidera destinare il due per mille a quell’associazione, deve riportare il codice fiscale della stessa in un apposito riquadro.

Nella dichiarazione dei redditi infatti, c’è un apposito riquadro relativo alla “Scelta della destinazione del due per mille”, in cui non devi far altro che indicare il codice fiscale dell’associazione a cui desideri far arrivare la donazione.

Se invece non inserisci alcun codice fiscale, ma firmi soltanto il riquadro corrispondente, il fisco distribuirà tuo 2 per mille a tutte le associazioni presenti nell’elenco.

Facoltativo o obbligatorio

Non hai alcun obbligo di destinare il due per mille, il cinque per mille e l’otto per mille. Inoltre non si tratta di una scelta alternativa: puoi operare sia il cinque per mille, sia il due per mille che l’otto per mille, ognuno a enti diversi.

Si tratta di una scelta facoltativa, di una possibilità concessa dal fisco, che puoi decidere di utilizzare oppure no. Se quindi non sei interessato, puoi anche non effettuare alcuna scelta.

Nessuna scelta: se non scelgo a chi va?

Sicuramente ti stai ponendo questa domanda. Se non scegli alcuna associazione o altro beneficiario, semplicemente quei soldi rimangono allo stato. Rimangono nelle casse dell’Agenzia delle Entrate, e saranno poi utilizzati per la spesa pubblica.

Dichiarazione dei redditi

Presentare la dichiarazione dei redditi è abbastanza semplice. Hai due possibilità:

  1. Puoi presentarla attraverso un intermediario. Quindi per esempio tramite un commercialista, oppure un CAF. Tutto quello che devi fare è consegnare al consulente i documenti che riguardano i redditi che hai percepito durante la scorso anno (per esempio la CU da lavoro dipendente) e le ricevute delle spese che desideri scaricare (ad esempio ricevute scolastiche, mediche, ecc.). A tutto ci pensa il consulente.
  2. Puoi presentarla tu stesso attraverso il modello precompilato che trovi sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Tutto quello che devi fare è loggarti al sito dell’Agenzia delle Entrate (tramite SPID, CIE o CNS), andare nella dichiarazione precompilata e accettarla così come la presenta l’Agenzia oppure apportare delle modifiche.

Nel mese di agosto o settembre ricevi il rimborso direttamente in busta paga, o sulla pensione se sei pensionato.

In genere, se hai avuto parecchie spese, hai diritto a un rimborso. Ma ci sono casi in cui potresti essere tu in debito con il fisco: per esempio se hai avuto due datori di lavoro durante l’anno e non hai fatto il cumulo dei redditi.