Un’azienda per essere efficiente, deve saper far fronte a una serie di eventi imprevisti che possono sempre capitare. Per quanto un’impresa cerchi di seguire uno schema ben preciso e di far quadrare sempre i conti, gli eventi inattesi sono dietro l’angolo.

In questa guida completa sull’elasticità degli impieghi ti spiego cos’è, ti fornisco la formula per il calcolo dell’indice, quando un’azienda si dice elastica, quando rigida, quali sono i valori per un’impresa capace di affrontare prontamente gli imprevisti.

Cos’è

L’indice di elasticità degli impieghi valuta, in termini percentuali, quanto un’azienda è capace di fronte alle avversità esterne. In parole semplice, indica come un’azienda riesce ad affrontare e contrastare gli imprevisti economici.

Maggiore è questo indice, maggiore è la capacità dell’impresa di far fronte agli imprevisti, minore è l’indice minore è la sua elasticità. In questo caso si tratta di un’azienda piuttosto rigida, che teme gli eventi imprevisti.

Qual è dunque il grado ottimale di questo indice? Un’azienda è sufficientemente elastica quando l’indice è al 30%, al 40%? o al 90%? Non si può dare una risposta precisa, perché molto dipende anche dal settore in cui opera l’impresa.

Ad esempio ci sono settori dove un indice di elasticità pari al 30% è già adeguato, mentre altri dove sarebbe utile avere un indice almeno pari al 50%.

Giusto per avere un’idea, se l’indice degli impieghi è minore del 30%, allora siamo in presenza di un’azienda molto rigida, che affronta gli imprevisti con fatica. Se invece è tra il 30 e il 70%, allora siamo di fronte a una struttura mediamente reattiva agli imprevisti. Infine oltre il 70%, siamo in presenza di un’impresa con grande capacità di adattamento e di fronteggiare le situazioni impreviste.

Indice di elasticità
ValoreGrado di elasticità
Se inferiore al 30%Azienda rigida
Compreso tra 30 e 70%Azienda con una media/buona elasticità
Compreso tra 30 e 70%Azienda molto elastica

Maggiore è l’elasticità, maggiore è la sua capacità di fronteggiare gli imprevisti, minore è la possibilità che un evento imprevisto metta in condizioni critiche l’impresa.

Formula e calcolo

L’indice degli impieghi si calcola rapportando l’attivo circolante con il totale degli impieghi. Per calcolare l’indice dunque, bisogna prima calcolare l’attivo circolante grazie alle voci presenti in bilancio; poi calcolare gli impieghi complessivi dell’azienda.

L’attivo circolante rappresenta quella parte di crediti destinata a trasformarsi in liquidità entro un anno. Quindi si tratta per esempio di fatture emesse e non ancora incassate, prestiti a breve termine oppure rimanenze di magazzino (che l’impresa venderà al più presto a prezzi concorrenziali, per liberarsene).

Indice di elasticità = (attivo circolante / impieghi complessivi) * 100

In sostanza, questo indice ci dice in quanto tempo il capitale investito riesce a tornare in forma liquida.

Attivo circolante: da cosa è composto

L’attivo circolante è composto da:

  • liquidità immediata;
  • Liquidità differita;
  • Rimanenze di magazzino.

L’indice di liquidità però, non considera questa differenza. Prende le varie componenti tutte insieme, come somma algebrica. Invece è molto importante anche capire le varie percentuali di queste voci. Sicuramente, un’azienda che dispone di liquidità immediata, ossia denaro in cassa (banca) è nella situazione migliore.

Significa che ha denaro immediatamente liquido, dunque è in grado di fronteggiare gli imprevisti senza indugio. I crediti a breve termine verso altri soggetti, sono si liquidi, perché teoricamente dovrebbero trasformarsi in denaro molto presto (entro un anno), ma come sempre, possono esserci imprevisti: per esempio periodi di crisi, clienti che non pagano, ecc. Tutto questo potrebbe mettere in difficoltà l’azienda.

Se come azienda, ho per esempio concesso a un cliente di pagare una fattura da 10.000 euro in 4 rate trimestrali, devo comunque considerare anche l’eventualità, seppur remota, che questo cliente non paghi prontamente i suoi debiti.

Lo stesso discorso vale per le rimanenze di mercato. Non rappresentano denaro liquido: l’azienda però può metterle immediatamente sul mercato (magari a un prezzo ribassato) in modo da farle fuori. Dunque trasformarle in liquidità.

Tuttavia non è sempre detto che ci riesca: non è sempre detto che le rimanenze si riescano a vendere tutte. Molto dalle condizioni del mercato e anche dalla tipologia e condizioni delle rimanenze. Ad esempio, se si tratta di rimanenze di cuscini di un colore che ai consumatori è piaciuto poco o niente, potrebbe essere difficile venderli a un prezzo accettabile per l’impresa.

Azienda rigida: significato

Analogo all’indice di elasticità è l’indice di rigidità: è uguale al rapporto tra Immobilizzazioni e somma degli impieghi. Maggiore è il risultato, maggiore la capacità dell’azienda di far fronte ai suoi pagamenti nel lungo termine. indice di elasticità e indice di rigidità sono spesso calcolati insieme e confrontati.

Se per esempio un’impresa ha un elevato indice di rigidità ma uno basso di elasticità, significa che l’azienda nel breve termine non riuscirebbe a far fronte agli imprevisti, avendo poca liquidità. Nel lungo termine invece riuscirebbe a far fronte. Dunque l’azienda ha un problema non tanto di solvibilità ma di liquidità.

Al contrario se per esempio un’impresa ha un basso indice di rigidità ma uno alto di elasticità, significa che l’azienda nel breve termine riuscirebbe a far fronte agli imprevisti, avendo molta liquidità. Nel lungo termine invece non riuscirebbe a far fronte o comunque con molta difficoltà. Dunque l’azienda ha un problema di solvibilità e non di liquidità: nel breve periodo riesce a pagare i suoi debiti, ma nel lungo potrebbe avere problemi.

Come detto in apertura, non tutte le imprese hanno lo stesso standard di elasticità e di rigidità: in genere le imprese commerciali hanno indici di elasticità e di rigidità più alti, quindi sono maggiormente in grado di affrontare imprevisti sia a breve che lungo termine rispetto alle imprese industriali.

Le imprese commerciali ricevono pagamenti più frequentemente, dunque hanno spesso maggiori liquidità rispetto a un’impresa industriale, che solitamente concede più dilazioni di pagamento. Le imprese industriali vendono grossi quantitativi e spesso ricevono i pagamenti con scadenze più lunghe.

Altro aspetto infine da considerare, è il trend di questi indici nel corso del tempo: un’azienda stabile dovrebbe cercare di mantenere questi indici più meno sullo stesso livello nel tempo. Al contrario, se gli indici hanno alti e bassi molto ampi, significa che l’azienda ha delle performance altalenanti.