Se sei titolare di partita IVA in Italia ed effettui acquisti all’estero (anche non recandoti personalmente, ma utilizzando per esempio siti di e-commerce), il trattamento fiscale IVA dipende da due fattori:

  • dallo status del venditore (se è un privato o un’azienda a sua volta titolare di partita IVA);
  • dal Paese di provenienza.

Tasse

Se chi ti vende i beni ha partita IVA e le merci vengono anch’esse da un Paese UE, si tratta di un acquisto intracomunitario. Riceverai quindi la fattura senza IVA e dovrai integrarla tu, con l’IVA italiana applicata a quella merce (articolo 46 del D.l. 331/93). Dovrai anche presentare il modello INTRASTAT (precisamente il modello INTRA 2-bis).

Se chi ti vende i beni ha partita IVA ma si tratta di un Paese extra UE, si tratta di una importazione. In questo caso dovrai comunque aggiungere l’IVA italiana, e non con una semplice integrazione, ma tramite autofattura (articolo 17, comma 2, del DPR n. 633/72). L’operazione sarà soggetta anche agli eventuali dazi doganali.

Se il fornitore è extracomunitario, ma i beni ti vengono spediti da un Paese UE (Italia o altro Paese UE), allora è necessario (ai sensi del dal C.M. 23/02/1994, n. 13-VII-15-464 – § B.16.3) che egli si identifichi in uno dei Paesi:

  • se si identifica in un Paese UE, ossia in quello dove sono i beni, si realizza uno scambio intracomunitario. Il cliente italiano dovrà quindi integrare la fattura con l’IVA italiana e presentare il modello Intrastat.
  • Se si identifica in Italia, perchè in Italia sono i beni, il cliente italiano è di fronte a un acquisto interno. Dovrà quindi integrare la fattura con l’IVA italiana, ma non dovrà presentare il modello Intrastat.
  • Se non si identifica in nessun Paese UE, il cliente italiano sta effettuando una importazione. Dovrà quindi emettere autofattura e pagare gli eventuali dazi doganali.