Ormai per il fisco, le nostre tasche non hanno più segreti. Anche i conti correnti dei cittadini sono sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate: con le nuove disposizioni infatti, in Italia é scomparso definitivamente il segreto bancario ai fini fiscali.
Banche e operatori finanziar hanno l’obbligo di comunicare all’Anagrafe tributaria tutti i dati dei propri correntisti, nonchè le relative movimentazioni: il fisco italiano avrà così a disposizione una banca dati e un nuovo sistema di monitoraggio contro l’evasione fiscale. Gli italiani quindi iniziano a porsi sempre più domande: per esempio, i conti correnti vanno dichiarati nel 730 oppure no? Di seguito le risposte alle domane più frequenti.
Innanzitutto chiariamo subito che i conti correnti non vanno indicati nel 730 e neanche gli interessi derivanti dai conti correnti. Questo perchè gli interessi sono tassati già alla fonte: in pratica ogni anno sugli interessi maturati, la banca trattiene il 20% di tasse (prima era il 27%) e lo versa allo stato per nostro conto (in questo caso quindi, la banca funziona come sostituto di imposta). Gli interessi quindi sono già tassati alla fonte e non subiscono una seconda tassazione, né devono essere dichiarati nel 730 o Unico. La nuova normativa ha apportato novità all’imposta di bollo, ma anche in questo caso il prelievo è effettuato direttamente dalla banca e quindi non dobbiamo dichiarare nulla.
Discorso diverso per quanto riguarda le domande per gli assegni familiari ANF, oppure per le domande delle borse di studio, per le quali vengono richiesti ISEE, ISEEU e ISPEU: per il calcolo di questi ultimi potrebbe essere richiesto l’importo della somma detenuta sul conto corrente bancario o postale.