Un tuo parente stretto è venuto a mancare e hai scoperto che il testamento che ha scritto prima di morire sia stato forzato da qualcuno? Oppure il tuo parente non era in grado di intendere e di volere? O ancora ha nominato qualcuno come erede universale nonostante ti spetti di diritto una porzione per successione legittima?
In tutti e altri casi come questi, quello che devi fare immediatamente è l’impugnazione del testamento. In questa guida ti spiego come funziona, quali sono tutte le motivazioni per cui puoi richiederla, qual è la procedura per richiederla, quanto tempo hai a disposizione per farla e cosa succede se decidi di rinunciarci.
Indice
Cos’è
Non sono così rari i casi in cui un testamento (soprattutto olografo piuttosto che pubblico) presenta delle gravi irregolarità. Proprio per questa ragione puoi impugnarlo se ritieni che non sia valido. Per impugnarlo devi intraprendere con una vera e propria causa giudiziale, citando quindi in tribunale tutti gli eredi e i legatari.
Chi può e quando farla
Un testamento può essere impugnato da chiunque ne abbia interesse, quindi anche da uno degli eredi. La legge prevede due tipi di invalidità del testamento:
- L’annullabilità.
- La nullità.
In caso di nullità, non ci sono limiti temporali affinché tu possa impugnare il testamento. Al contrario, in caso di annullabilità, esiste un termine di prescrizione: puoi impugnarlo solo entro il termine di 5 anni conteggiati dal giorno in cui il notaio legge le ultime volontà del defunto dinanzi a eredi ed eventuali legatari.
Attenzione
Come sottolinea l’articolo 590 del codice civile, non puoi impugnare la nullità di una disposizione testamentaria se eri al corrente della causa di nullità e hai comunque confermato la disposizione o dato ad essa volontaria esecuzione dopo il decesso del defunto.
Motivi
Puoi impugnare un testamento, che sia pubblico (quindi redatto insieme al notaio) o olografo, se ritieni che esso sia “viziato”. Nello specifico puoi impugnarlo per difetti di capacità, di forma o di sostanza:
Incapacità del testatore
Puoi impugnare un testamento e chiedere che sia annullato se è stato redatto da un minorenne o da un interdetto per incapacità di mente (art. 591 del del codice civile). Inoltre puoi impugnarlo se provi che nel momento in cui il testatore lo scriveva non era capace di intendere e volere, pur essendo maggiorenne e non dichiarato interdetto.
Difetti di forma
Puoi impugnare il testamento affinché il tribunale ne dichiari la nullità se: non è stato messo per iscritto (non sono ammessi testamenti orali), se è stato scritto da più persone (il testamento è personale), se non è stato scritto dal pungo del testatore o se non ne presenta la firma.
Puoi invece chiedere al tribunale l’annullabilità per difetti di forma come la mancanza della data: in questo caso l’impugnazione va esercitata entro cinque anni.
Difetti di sostanza
Uno dei casi più frequenti è la presenza di “lesioni di legittima” (art. 553 e seguenti cod. civ). In pratica, ai parenti stretti del defunto deve essere obbligatoriamente assegnata una percentuale di eredità stabilità dal codice civile e detta “quota di legittima”.
Se il testatore ha lasciato ad altri la quota spettante oppure ha fatto delle donazioni prima della morte, proprio per diseredare gli eredi legittimi, il testamento può essere impugnato entro dieci anni dalla morte del defunto.
Violenza, errore e dolo
Puoi impugnare il testamento se ritieni che la volontà del testatore sia stata manipolata. In tal caso puoi impugnare il testamento entro 5 anni dal giorno in cui vieni a conoscenza dell’errore, violenza o dolo (artt. 624 e ss. cod. civ.).
Falsità
In passato, la dottrina non era concorde sulla modalità per impugnare la veridicità di un testamento. Da una parte coloro che si schieravano a favore dell’atto di disconoscimento del testamento, dall’altra coloro che ritenevano opportuna la querela di falso. Finalmente, le Sezioni Unite, con la sentenza n.ro 12307 del 15/06/2015 n. 12307, hanno fatto chiarezza.
Secondo la sentenza delle Sezioni Unite, se ritieni che un testamento sia falso, non puoi limitarti a disconoscerlo né puoi essere costretto a intraprendere una molto più gravosa, lunga e costosa querela di falso. Dovrai invece fare domanda di accertamento negativo e sarai tu a dover provare quanto contestato. L’onere probatorio quindi ricade sulla persona che contesta la veridicità del testamento, ritenendolo falso.
Come farla
Se vuoi impugnare un testamento, devi rivolgerti a un avvocato, sia che si tratti di un testamento che di un testamento pubblico.
In quest’ultimo caso infatti, non è responsabile del contenuto di un testamento e di conseguenza non può garantire gli eredi. Insieme al tuo avvocato di fiducia quindi dovrai intentare una causa contro gli eredi e i legatari. Dovrai quindi esercitare un atto di citazione in tribunale nei loro confronti.
Le cause di successione sono tra le più lunghe e costose. Proprio per questa ragione, gli avvocati delle controparti cercano innanzitutto di arrivare a un accordo stragiudiziale che permetta agli eredi danneggiati dal testamento di avere la loro quota di legittima. Proprio all’articolo 5 del D. Lgs. 28/2010, si sottolinea l’importanza della mediazione obbligatoria nelle controversie di successione.
Se le parti non arrivano a un accordo, si dovrà procedere con la citazione degli eredi del testamento in Tribunale e quindi con una causa giudiziale. A questo punto, per evitare azioni sleali da chi è già in possesso dei beni ereditari, si possono “bloccare” i beni tramite trascrizione della domanda giudiziale.
Termini
Un testamento può essere impugnato per annullabilità entro cinque anni dal giorno in cui si è aperta la successione. La nullità invece può essere fatta valere sempre, senza alcun termine di prescrizione. In caso di errore, violenza o dolo, il termine di cinque anni si conteggia a partire dal giorno in cui si viene a conoscere l’errore, violenza o dolo.
Rinuncia
Il testamento che vìola le quote di legittima è perfettamente valido fino a quando un interessato non lo impugna. Tale interessato, può persino rinunciare a impugnare il testamento e mettere per iscritto questa rinuncia di fronte a un notaio.
In questo modo si rinuncia espressamente a impugnare il testamento, anche se si sa che lede quote della propria legittima.
La rinuncia all’impugnazione può essere anche tacita, ossia non dichiarata di fronte a un notaio. Tipico esempio consiste nella volontaria esecuzione della disposizione testamentaria pur sapendo che è viziata. Con la rinuncia all’impugnazione, il testamento diventa definitivamente valido.