Esistono svariate tipologie di contratto di lavoro, per venire incontro sia alle esigenze aziendali, sia a quelle del lavoratore. Un classico esempio di contratto particolare, è quello a chiamata, il quale può prevedere o meno la disponibilità del lavoro alla chiamata dell’azienda.

In questa guida completa sull’indennità di disponibilità ti spiego cos’è e come funziona nel lavoro intermittente (detto anche “a chiamata”), la durata, quale importo ti spetta, come funziona nei contratti in somministrazione, nello staff leasing, quando spettano i contributi INPS, la NASPI e infine cosa succede se stai percependo la NASPI e hai ricevuto una proposta di lavoro a chiamata.

Cos’è

Prima di spiegare cos’è l’indennità di disponibilità, bisogna partire dalla tipologia di contratto di lavoro che la applica. Vediamolo insieme, facendo le opportune premesse.

Le aziende non sempre hanno bisogno di personale che lavori tutti i giorni, full time. Ci sono aziende che in alcuni periodi hanno più lavoro e in altri ne hanno meno. Tra le varie tipologie contrattuali, il datore di lavoro può optare per il contratto a chiamata.

Con il contratto a chiamata (detto anche intermittente o job on call), il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro, che può chiamarlo quando ne ha necessità. Ciò non significa che il lavoratore debba essere sempre a disposizione. Ci sono infatti due tipologie di contratto intermittente, vediamole insieme.

Lavoro intermittente

Il lavoro intermittente (a chiamata), può essere di due tipologie:

  1. Senza obbligo di risposta. Significa che il datore di lavoro può chiamare il lavoratore solo quando ne ha bisogno. Costui però, non è vincolato. Se è libero da altri impegni può accettare. Dunque, può rifiutare quando lo ritiene opportuno, non ha obblighi.
  2.  Con obbligo di risposta. In questo caso, il lavoratore deve essere sempre disponibile alla chiamata dell’azienda. Questa disponibilità però, gli deve essere riconosciuta, anche economicamente. Per il fatto di essere disponibile, l’azienda deve versargli un importo di denaro, detto indennità di disponibilità.

Il contratto a chiamata può essere a tempo determinato o a tempo indeterminato.

Somministrazione

Il contratto a chiamata possono utilizzarlo le aziende, le famiglie (per esempio per assumere lavoratori domestici), ma anche le agenzie per il lavoro (ApL, ex agenzie interinali).

Le ApL fanno solitamente da tramite: assumono personale e lo mettono a disposizione delle aziende che si rivolgono ad esse. Ad esempio: azienda Alfa che produce biscotti, ha bisogno di due operai, li chiede a un’agenzia per il lavoro.

L’agenzia per il lavoro, cerca i lavoratori e li assume. Dunque l’agenzia fa da tramite. Il lavoratore lavora presso l’azienda di biscotti, ma è assunto dall’agenzia, con un particolare contratto che si chiama contratto di somministrazione:

  • L’agenzia è il somministratore, ossia il soggetto che somministra il lavoro;
  • L’azienda è l’utilizzatrice;
  • Il lavoratore è il dipendente.

Se un’agenzia per il lavoro assume un lavoratore con contratto a chiamata, durante il periodo in cui quest’ultimo non svolge prestazione lavorativa, gli spetta l’indennità di disponibilità. Il pagamento dell’indennità spetta all’ApL (al somministratore).

Importo

Se un soggetto assume un lavoratore con contratto a chiamata con obbligo di risposta, allora deve pagargli l’indennità di disponibilità, per ricompensarlo.

A quanto ammonta l’indennità di disponibilità

L’indennità è stabilita dai contratti collettivi di settore (CCNL di riferimento). Per conoscere l’importo esatto spettante quindi, bisogna controllare il CCNL di assunzione.

Importo minimo. Ad ogni modo, l’indennità deve essere almeno pari al 20% della retribuzione indicata dal CCNL (percentuale sancita da apposito decreto dal Ministero del Lavoro).

Se quindi la tua retribuzione annua è, per esempio pari a 20.000 euro, allora l’indennità di disponibilità deve essere almeno di 4.000 euro annui. Non può essere al di sotto di questo importo, come sancito dal decreto ministeriale.

Staff leasing

Il contratto a chiamata a tempo indeterminato, è conosciuto anche come staff leasing. Prima del 2015, il contratto di staff leasing si poteva stipulare solo in particolari e specifici settori.

A partire dal 2015, con il decreto attuativo del Jobs Act n. 81/2015, il contratto di staff leasing è stato esteso a tutti i settori. Si può quindi applicare a qualsiasi tipo di attività e lavoratore.

C’è un solo limite: l’azienda utilizzatrice può assumere con staff leasing solo un numero pari al 20% della forza lavoro assunta a tempo indeterminato. Quindi se l’azienda ha 50 dipendenti assunti a tempo indeterminato, può assumerne in staff leasing al massimo 10 (20% di 50)

Contributi INPS

Sull’indennità di disponibilità spettano i contributi previdenziali INPS. La disponibilità del lavoratore, è a tutti gli effetti una prestazione lavorativa, quindi i contributi spettano.

Ne consegue che anche l’indennità di disponibilità rientra sia nel calcolo dell’importo che dell’anzianità contributiva utile per il raggiungimento della pensione.

Durata

Se hai un contratto con obbligo di risposta, il contratto stesso disciplina giorni e orari in cui devi essere reperibile. Se l’azienda ti chiama, sei tenuto ad accettare l’incarico.

In caso di impossibilità (per esempio non puoi lavorare perché malato), devi informare subito il datore di lavoro, specificando anche la durata dell’indisponibilità. Se non avvisi il datore di lavoro, perdi il diritto all’indennità per 15 giorni.

NASPI

Hai perso il lavoro e in questo periodo stai percependo la NASPI. Ti stai comunque dando da fare per trovare una nuova occupazione e infatti hai ricevuto una proposta di lavoro: un contratto a chiamata. Temi però, che iniziando a lavorare, tu possa perdere la NASPI.

Con la circolare n. 142/2015, l’INPS ha distinto due casi:

  • Se stipuli un contratto a chiamata senza obbligo di risposta, l’INPS sospende la NASPI solo per le giornate di lavoro che effettivamente presti. Quindi se in un mese lavori 5 giorni, l’INPS ti sospende la NASPI per quei 5 giorni, per i restanti 25 giorni continui a percepirla.
  • Se stipuli un contratto a chiamata con obbligo di risposta, tutto dipende dal reddito annuo lordo che percepisci. annualmente. se il tuo reddito annuo lordo supera gli 8.000 euro, allora non hai più diritto alla Naspi.

Nel contratto con obbligo di risposta infatti, tu percepisci anche l’indennità di disponibilità, che è a tutti gli effetti lavoro. Se con quel lavoro superi gli 8.000 euro annui, allora la NASPI viene sospesa.